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L'IDF si ritirerà fino alla Linea Gialla indicata nelle mappe dell'accordo entro le prossime 24 ore, al termine delle quali Hamas dovrà rilasciare tutti gli ostaggi vivi entro 72 ore – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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21:19
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Circa 200 mila persone verso il nord di gaza
La Protezione civile di Gaza ha riferito che circa 200'000 persone sono di ritorno nel nord del territorio palestinese dall'entrata in vigore del cessate il fuoco oggi alle 12.00 (ora locale). Lo ha dichiarato Mahmoud Bassal, portavoce dell'organizzazione, che fornisce primo soccorso e opera sotto l'autorità del movimento islamista Hamas.
Le immagini mostrano una fila ininterrotta di persone dirette verso il nord del territorio, dove l'esercito israeliano ha avvertito che diverse zone rimangono «estremamente pericolose» per la popolazione civile.
19:12
19:12
Trump ha in programma un vertice su Gaza in Egitto la prossima settimana
Il presidente statunitense Donald Trump ha in programma un vertice su Gaza in Egitto la prossima settimana con i leader mondiali. Lo riporta il sito statunitense di notizie politiche Axios citando alcune fonti, secondo le quali al vertice ci saranno i leader di Germania, Francia, Regno Unito Italia, Qatar, Giordania, Turchia e Arabia Saudita. Al momento non è prevista la partecipazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Trump è atteso in Israele lunedì mattina ora locale. Il presidente americano parlerà alla Knesset, il parlamento dello Stato ebraico, e incontrerà le famiglie degli ostaggi, riporta ancora Axios citando alcune fonti, secondo le quali Trump nel pomeriggio di lunedì volerà in Egitto per la cerimonia della firma dell'accordo di pace. Trump quindi parteciperà al vertice con i leader mondiali su Gaza, al momento in programma per martedì anche se potrebbe essere anticipato a lunedì. L'incontro si terrà a Sharm el-Sheikh.
18:05
18:05
Israele dà il via libera all'ONU per la consegna degli aiuti
Israele ha dato il via libera alle autorità delle Nazioni Unite per iniziare a consegnare aiuti a Gaza a partire da dopodomani. Lo scrive sul proprio sito l'agenzia di stampa statunitense Associated Press (AP) citando un funzionario dell'Onu.
Gli aiuti - scrive Ap - includeranno le 170'000 tonnellate che sono già state posizionate in paesi vicini come Giordania ed Egitto, mentre i funzionari umanitari attendevano il permesso delle forze israeliane per riprendere le loro attività.
Negli ultimi mesi, l'Onu e i suoi partner umanitari sono stati in grado di consegnare solo il 20% degli aiuti necessari per affrontare la grave situazione a Gaza, secondo il responsabile umanitario dell'Onu Tom Fletcher.
15:01
15:01
Israele scarcera decine di terroristi, ma non i Barghouti
Nella prima fase dell'intesa tra il movimento islamista Hamas ed Israele, in cambio della liberazione di 20 ostaggi israeliani vivi lo Stato ebraico rilascerà 250 terroristi con lunghe condanne, riporterà a Gaza 1700 detenuti arrestati dopo il 7 ottobre 2023 - di cui 22 minorenni non coinvolti nel massacro - e trasferirà nella Striscia i corpi di 360 terroristi. La pubblicazione dell'elenco, sottolineano vari media israeliani, è stata ritardata a causa di disaccordi su alcuni nomi.
I ministri dello Stato ebraico hanno approvato modifiche e undici nomi sono stati aggiunti all'ultimo momento. Tra i detenuti condannati all'ergastolo ritenuti simboli del terrore, Israele non rilascerà Marwan e Abdallah Barghouti, Abbas al-Sayyid e Ahmad Sa'adat. I corpi di Yahya e Mohammad Sinwar non saranno restituiti, e i membri della Nukhba (un'unità militare di élite) di Hamas coinvolti nel massacro del 7 ottobre 2023 non saranno liberati.
Non è incluso nella lista dei terroristi rilasciati nemmeno Hakim Awad, l'assassino della famiglia Fogel nel 2011, condannato a cinque ergastoli, né Mahmoud Atallah, coinvolto nel caso delle guardie carcerarie sfruttate sessualmente.
Inoltre, non ci saranno rilasci verso la Cisgiordania: solo verso la Striscia di Gaza o espulsioni all'estero: sono già in corso negoziati con diversi Stati. Secondo le stime, Turchia e Qatar accoglieranno la maggior parte dei detenuti scarcerati.
Tra i terroristi inseriti nella lista all'ultimo momento compaiono Mohammad Abu Tbaikh, dell'organizzazione paramilitare palestinese Jihad islamica di Jenin, in Cisgiordania, responsabile di uno degli attacchi più sanguinosi della seconda Intifada: l'attentato suicida all'incrocio di Megiddo del 5 giugno 2002, in cui furono uccise 17 persone e 43 rimasero ferite; Ibrahim Alikam, coinvolto nell'omicidio di Ita Tzur e del figlio dodicenne Efraim nel dicembre 1996 vicino all'insediamento israeliano Beit El, in Cisgiordania; Maher al-Hashlamon, terrorista della Jihad di Hebron (Cisgiordania), responsabile dell'attentato con coltello del novembre 2014 nell'insediamento israeliano in Cisgiordania Alon Shvut, in cui fu assassinata Dalia Lamkus e due persone rimasero ferite; Hussein Rawadra, che nel novembre 2013 accoltellò a morte il soldato Eden Atias, 19 anni, alla stazione centrale di Afula (città in Israele); Ayyham Kamamji, di un villaggio vicino a Jenin, condannato a due ergastoli per il rapimento e l'uccisione di Eliyahu Asheri a Ramallah (Cisgiordania), nel 2021 fu tra i sei evasi dal carcere di Gilboa (Israele); Riyad al-Amour, condannato per la morte di nove israeliani, tra cui l'ufficiale Yehuda Edri, e di tre palestinesi sospettati di collaborare con Israele; Rami Mohammad Mahmoud, responsabile dell'uccisione della poliziotta Galit Arviv, 21 anni, in un attacco nel quartiere Neve Ya'akov a Gerusalemme durante la seconda Intifada; Tariq Adnan, assassino di Aharon Avdian, ucciso nel 2001 mentre faceva la spesa.
14:24
14:24
«A Gaza 17 morti e 71 feriti nelle ultime 24 ore»
Secondo il ministero della Salute di Gaza, almeno 17 palestinesi sono stati uccisi e 71 feriti negli attacchi israeliani a Gaza nelle ultime 24 ore. Il bilancio totale delle vittime è salito a 67.211 dal 7 ottobre 2023, ha affermato il ministero.
14:17
14:17
«Trump promette di non consentire a Israele di rompere l' intesa»
Il presidente americano Donald Trump ha offerto personalmente garanzie sul fatto che non avrebbe consentito a Israele di abbandonare l'accordo di pace e riprendere la guerra. Secondo quanto riportato da Axios, le rassicurazioni di Trump sono state un fattore decisivo nel convincere Hamas ad accettare l'accordo. A contribuire al raggiungimento dell'intesa è stato inoltre il cambio di posizione di Hamas che ha iniziato a considerare gli ostaggi «un peso più che una risorsa» nella sua posizione negoziale. Un cambio che è stato considerato dagli Stati Uniti un'opportunità da sfruttare.
Poco prima che l'intesa fosse raggiunta martedì, Trump aveva sentito i suoi inviati Jared Kushner e Steve Witkoff e aveva chiesto loro quante fossero le chance per un'intesa. «100%», aveva risposto Kushner cogliendo il presidente di sorpresa.
13:16
13:16
Hamas: «Non daremo a Israele scuse per tornare in guerra»
Il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha dichiarato all'emittente saudita Al-Arabiya che «l'accordo di cessate il fuoco è entrato in vigore. Stiamo monitorando il ritiro dell'esercito israeliano in conformità con l'accordo. I palestinesi hanno confermato che ostacoleranno qualsiasi tentativo di sfollamento. Non daremo a Israele alcuna scusa per tornare in guerra».
12:35
12:35
Netanyahu: l'accordo era impossibile prima, lo impediva Hamas
«A tutti quelli che sostengono che questo accordo si poteva raggiungere prima dico che non è vero: Hamas non ha mai acconsentito a liberare tutti gli ostaggi con l'Idf così ancora profondamente dentro la Striscia». Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in una dichiarazione ai media in ebraico. I giornalisti non potranno porre domande.
«Oggi celebriamo uno dei risultati più grandi della nostra guerra per la rinascita: il ritorno di tutti i nostri ostaggi - vivi e morti - a casa. Questo è stato un obiettivo centrale che abbiamo perseguito con determinazione lungo tutto il percorso. Abbiamo fatto una promessa e l'abbiamo mantenuta. Vi ricordo che, all'inizio della guerra, c'erano coloro che dicevano 'dobbiamo abituarci all'idea che non riusciremo a riavere nemmeno un ostaggio vivo'. Io la pensavo diversamente e ho agito diversamente», ha detto Netanyahu.
«Hamas ha accettato l'accordo solo quando ha sentito la spada alla gola. E la spada è ancora lì. Hamas ha accettato l'accordo dopo che il piano Trump, su cui ho concordato con il presidente a Washington, lo ha isolato a livello internazionale in modo senza precedenti», ha affermato.
12:32
12:32
L'IDF comunica ad abitanti di Gaza i divieti di spostamento
Il portavoce dell'esercito israeliano ha diffuso un post sui social, in arabo e in inglese, con precise indicazioni per gli abitanti di Gaza. «Desideriamo chiarire diversi punti per prevenire attriti e malintesi. In conformità con l'accordo, le truppe dell'Idf continueranno a essere presenti in varie aree della Striscia di Gaza. È necessario evitare di avvicinarsi alle forze militari. Avvicinarsi mette a rischio la vostra vita».
Il portavoce quindi indica quali sono gli spostamenti possibili e le strade aperte nella Striscia: «Il movimento da sud a nord nella Striscia di Gaza sarà consentito attraverso le vie Rashid e Salah al-Din. Ai residenti viene segnalato che nel nord della Striscia è estremamente pericoloso avvicinarsi alle aree di Beit Hanoun, Beit Lahiya, Shejaiya, e a qualsiasi zona in cui vi sia una concentrazione di truppe».
«Ai residenti viene inoltre segnalato che nel sud della Striscia è estremamente pericoloso avvicinarsi all'area del valico di Rafah, al corridoio Filadelfia, e a qualsiasi concentrazione di truppe nella regione di Khan Yunis».
«Nella zona marittima lungo tutta la costa della Striscia, vi è un alto rischio per pescatori, bagnanti e subacquei, ai quali si raccomanda di non entrare in mare nei prossimi giorni - continua il post - non dirigetevi verso il territorio israeliano e non avvicinatevi alla zona di sicurezza. Avvicinarsi alla zona di sicurezza è estremamente pericoloso. Per la vostra sicurezza, non iniziate a spostarvi verso queste aree fino a quando non sarà stata concessa un'autorizzazione ufficiale», conclude il messaggio.
11:48
11:48
L'IDF: «Completato il ritiro da Gaza come previsto dall'accordo»
L'esercito israeliano (IDF) annuncia di aver completato il ritiro a Gaza come previsto dall'accordo. Secondo l'accordo siglato in Egitto e ratificato questa notte dal governo a Gerusalemme, e dopo l'avvenuto ritiro dell'IDF verso la Linea Gialla, Hamas ha adesso 72 ore - a partire dalle 12 locali - per il rilascio di tutti gli ostaggi vivi ancora a Gaza, che dovrebbero essere venti.
Secondo la dichiarazione del portavoce dell'esercito, «l'accordo è entrato in vigore, alle 12.00 ora locale (11.00 in Svizzera) le forze dell'IDF si sono posizionate nelle ultime linee di schieramento, in conformità con le linee guida dell'accordo di cessate il fuoco e con il ritorno dei rapiti. Le forze dell'IDF del Comando Meridionale sono dispiegate nell'area e continueranno a operare per eliminare qualsiasi minaccia immediata».
Come parte dell'accordo, i 20 ostaggi in vita saranno liberati da Hamas in un'unica volta, mentre gli ostaggi morti saranno consegnati in più fasi. Israele approverà dal canto suo il rilascio di circa 2'000 detenuti palestinesi tra cui 250 terroristi. Hamas sarà tenuta a rilasciare tutti gli ostaggi, senza cerimonie pubbliche. I terroristi di Nukhba che hanno partecipato al massacro del 7 ottobre e i quattro ergastolani richiesti da Hamas durante i negoziati, tra cui Marwan Barghouti, non saranno rilasciati.
11:26
11:26
Merz lancia una conferenza internazionale di ricostruzione per Gaza
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz vuole organizzare una conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza insieme all'Egitto. È quello che si legge in una nota diffusa dalla cancelleria.
«Insieme all'Egitto inviteremo ad una conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza», si legge. «Metteremo a fuoco i bisogni di Gaza più urgenti, come la ripristinazione dei rifornimenti idrici ed energetici e quelli in ambito medico», conclude la nota.
10:55
10:55
Parroco di Gaza: «Sia una pace salda, giusta e permanente»
«Siamo alla fine di questo giorno che tutti aspettavamo, siamo tutti estenuati, molto, molto stanchi, speriamo che questa prima tappa si porti a compimento per il bene di tutti, per la causa della pace, della giustizia tra palestinesi e israeliani, che sia fatta una pace salda giusta e permanente». Lo dice padre Gabriel Romanelli in un videomessaggio inviato nella tarda serata di ieri ai membri dell'Associazione «L'isola che non c'è» che ha proposto la candidatura dei bambini di Gaza al Nobel per la Pace.
«Che il Signore ci dia forza - dice padre Romanelli - per aiutare a ricostruire spiritualmente e materialmente, le persone possano trovare un luogo dignitoso di vita, adesso Gaza è veramente tritata, tutta la Striscia di Gaza. Le persone come sono? Ci sono sentimenti contrastanti - spiega - da una parte c'è gioia serenità, che tutto questo finisca anche se a ora i bombardamenti continuano, sono le 11 di sera, e dall'altra parte la preoccupazione per che cosa accadrà dopo e come ricominciare, la maggior parte della popolazione ha perso la casa e il lavoro, sono stati persi i documenti, le cliniche sono tutte mal ridotte, quasi nessuna funziona, però in questo momento il fatto che si compirà questa prima tappa è una cosa buona, continuiamo a convincere il mondo che la pace è possibile».
10:07
10:07
L'IDF prevede di completare il ritiro da Gaza entro mezzogiorno
L'IDF prevede di completare il ritiro delle truppe verso le linee di schieramento concordate a Gaza, come parte dell'accordo con Hamas, a mezzogiorno. Lo scrive il Times of Israel.
Entro 72 ore dal completamento del ritiro da parte dell'Idf, Hamas è pronta a rilasciare i 48 ostaggi in suo possesso, a partire dai 20 che si ritiene siano ancora vivi.
09:36
09:36
Massima allerta per la visita di Trump in Israele di lunedì
Israele è in stato di massima allerta sicurezza in vista dell'arrivo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Al momento il programma provvisorio della sua visita - rivelato dai media - prevede che Trump dovrebbe atterrare all'aeroporto Ben Gurion alle 9,20 di lunedì mattina dove ci sarà l'accoglienza, come stima la Knesset. Ossia prima dell'inizio della festività ebraica di Simchat Torah.
Dopo il suo discorso al Parlamento israeliano, si prevede che il presidente concluda la sua breve visita e rientri, senza ulteriori incontri o cerimonie speciali.
09:32
09:32
L'IDF ha iniziato a ritirare le truppe nella Striscia
Durante la notte e questa mattina, le Idf hanno iniziato a ritirare le truppe nella Striscia di Gaza secondo le linee di schieramento concordate, come parte dell'accordo con Hamas. Alcune forze sono state completamente ritirate da Gaza, mentre altre rimarranno nelle posizioni lungo le linee di schieramento. Lo riporta il Times of Israel.
Il ritiro avvenne sotto la copertura di bombardamenti di artiglieria e attacchi aerei in alcune zone.
Si prevede che l'Idf completerà il ritiro entro stasera, entro 24 ore dalla ratifica ufficiale dell'accordo con Hamas da parte del governo israeliano.
08:40
08:40
La Protezione civile Gaza invita i palestinesi a non avvicinarsi alle aree dell'IDF
La Protezione Civile di Gaza ha avvertito col suo canale Telegram i palestinesi di non avvicinarsi alle aree in cui sono presenti le forze israeliane (IDF). Lo riporta Al Jazeera.
Il servizio di soccorso ha esortato in particolare a non avvicinarsi alle zone di confine di Gaza City fino a quando non sarà stato annunciato ufficialmente il ritiro delle forze israeliane e non sarà confermato dalle autorità.
«Violare questo avvertimento mette a rischio la vostra vita», si legge nella dichiarazione. «Esortiamo tutti a rispettarlo per la vostra sicurezza e per facilitare il lavoro delle squadre di emergenza e delle autorità sul campo», ha aggiunto.
08:27
08:27
Tunisi esprime sollievo per il cessate fuoco a Gaza
La Tunisia ha espresso in una nota del ministero degli Esteri il suo sollievo «per l'accordo di cessate il fuoco a Gaza, dopo due anni di crimini genocidi sistematici che hanno causato una catastrofe umanitaria senza precedenti», ribadendo la sua ferma posizione a sostegno delle lotte del popolo palestinese e del suo diritto all'autodeterminazione.
Pur accogliendo «con favore gli sforzi arabi e internazionali che hanno reso possibile il raggiungimento di questo accordo», la Tunisia ha messo in guardia contro «le conseguenze di una reiterata violazione dei propri impegni» da parte di Israele ed ha esortato «la comunità internazionale ad assumersi la propria responsabilità per garantire la sostenibilità del cessate il fuoco a Gaza, revocare completamente il blocco e consentire al popolo palestinese l'accesso immediato agli aiuti umanitari e la ricostruzione del proprio Paese in condizioni che garantiscano sicurezza e dignità», si legge ancora nel comunicato.
«La conclusione di un accordo di cessate il fuoco non deve oscurare la responsabilità della comunità internazionale di perseguire i responsabili dell'entità occupante per i crimini di genocidio e repressione collettiva da loro commessi» ha aggiunto. Tunisi ha ribadito il suo rifiuto «di qualsiasi tentativo di espellere il fratello popolo palestinese dalla sua terra e di annientare la sua giusta causa».
07:52
07:52
Witkoff: «Non saremmo arrivati all'accordo senza Netanyahu»
Invitato a intervenire alla riunione del governo israeliano prima della ratifica dell'accordo siglato in Egitto, l'inviato Usa Steve Witkoff ha affermato che «il vero lavoro duro è stato quello del primo ministro Netanyahu».
«È lui che ha dovuto proteggere questo Paese. È lui che ha dovuto prendere decisioni difficili, quanto essere duri con Hamas, quando mostrare flessibilità e quando no. Ci penso spesso, e non mi dà pace, cosa avrei fatto io in quelle situazioni? Ci sono stati momenti in cui pensavo che voi avreste dovuto essere più flessibili, o che il vostro Paese avrebbe dovuto esserlo. Ma la verità è che ora, guardando indietro, credo che non saremmo arrivati a questo punto se il Primo Ministro Netanyahu non avesse agito come ha fatto», ha detto.
«Grazie. E non lo dico solo per dire. Non sono solo parole. Anche il Presidente la pensa così. Il mio Presidente crede davvero che il Primo Ministro Netanyahu abbia preso decisioni estremamente difficili, e che ci sono persone meno coraggiose che non le avrebbero prese. E oggi siamo qui perché Hamas non aveva altra scelta. È stato costretto ad accettare questo accordo. La pressione era enorme. Avete un esercito più forte. Avete fatto progressi significativi sul campo. Ed è questo che ha portato all'accordo», ha concluso Witkoff. Il discorso è stato diffuso dall'ufficio del primo ministro.
07:36
07:36
Segnalati ancora attacchi e colpi di artiglieria a Gaza
Attacchi militari israeliani sono stati segnalati a Gaza, aerei a Khan Younis e con elicotteri a Gaza City, nelle ore successive alla ratifica da parte del governo israeliano della prima fase dell'accordo e dell'entrata in vigore del cessate il fuoco con Hamas. Lo riferiscono Al Jazeera e l'agenzia palestinese Wafa.
Elicotteri hanno preso di mira un sito a est di Gaza City, dove sono stati segnalati anche colpi di artiglieria. Poco prima c'erano state segnalazioni di attacchi aerei nell'area meridionale di Khan Younis, a Gaza.
La protezione civile di Gaza, ricorda Al Jazeera, aveva avvertito la popolazione di tenersi lontana dalle zone di confine di Gaza City fino all'annuncio ufficiale dell'inizio del ritiro delle forze israeliane.
06:26
06:26
Il punto alle 6.00
Con l'approvazione dell'accordo da parte del governo israeliano, è entrato subito in vigore il cessate il fuoco a Gaza. Così come prevede il documento siglato in Egitto giovedì mattina e ratificato a mezzanotte e mezzo (in Svizzera) dall'esecutivo di Gerusalemme. L'IDF si ritirerà fino alla Linea Gialla indicata nelle mappe dell'accordo entro le prossime 24 ore, al termine delle quali Hamas dovrà rilasciare tutti gli ostaggi vivi entro 72 ore.
Nel frattempo, un soldato riservista dell'IDF è stato ucciso ieri pomeriggio in un attacco di cecchini di Hamas nella città di Gaza, secondo quanto annunciato dall'esercito. Lo rende noto il Times of Israel. L'attacco del cecchino è avvenuto dopo che i negoziatori israeliani e di Hamas avevano firmato un accordo in Egitto per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti dal gruppo terroristico a Gaza. Il cessate il fuoco previsto dall'accordo non era ancora entrato in vigore quando è stato sferrato l'attacco.