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Addio Internet Explorer

Domani il browser Microsoft verrà sostituito definitivamente da «Edge» — Si chiude così a quasi 27 anni di età la vita di Internet Explorer, spesso criticato e deriso ma comunque un simbolo
Stefano Olivari
14.06.2022 21:00

Il 15 giugno 2022 è la data della morte di Internet Explorer, nel senso che Microsoft Edge, il browser Microsoft già predefinito su Windows 11, sostituirà Explorer sui sistemi Windows 10 ed in ogni caso Internet Explorer 11 non verrà più aggiornato. Si chiude così a quasi 27 anni di età la vita di Explorer, spesso criticato e deriso come emblema degli aspetti deteriori del monopolio ma comunque un simbolo dell’epoca in cui Internet è diventato di uso comune, quegli anni Novanta che stanno diventando la nuova frontiera della nostalgia.

Lungo addio

Va detto che Internet Explorer non sparirà dalla sera alla mattina, ma ci sarà una gradualità (soprattutto per le aziende) visto che esisterà una modalità Explorer su Edge, per motivi di retrocompatibilità con le app basate appunto su Explorer: Microsoft prevede di far durare questo periodo di transizione fino al 2029 e nessuno può immaginare che fra 7 anni esistano ancora app che girano su un browser lanciato il 24 agosto 1995 e la cui ultima versione (la 11) risale al 2013. Certo gli amanti del vintage, i possessori di macchine vecchie e i semplici pigri non vanno sottovalutati: si calcola che ancora oggi circa il 2% degli utenti web nel mondo usi Explorer, preferendolo addirittura ad Edge, in un mercato dominato da Chrome (quindi da Google) con il 77% sui PC (e il 60% su tutti i dispositivi), davanti a Safari (8,8%), Mozilla Firefox (7,6%) e appunto Edge (5,8), che poi sarebbe basato su Chromium, cioè lo stesso motore di Chrome. Insomma, anche nel web c’è chi apprezza i buoni sapori di una volta, anche se non erano poi tanto buoni.

Netscape

Per ricordarsi la cosiddetta prima guerra dei browser bisogna avere almeno 40 anni, in ogni caso fu una guerra che Bill Gates a fine anni Novanta combattè e vinse. Il fondatore di Microsoft non aveva mai creduto ad una internet popolare, che uscisse dal circuito aziendale, militare e universitario, per questo fu preso alla sprovvista dal monopolio immediato conquistato da Netscape Navigator, per pura mancanza di concorrenza. La risposta fu in puro stile Gates: nel 1995 incluse il suo Internet Explorer 3 in Windows 95, nella sostanza rendendo più immediato navigare con il browser della casa che con un browser esterno, per quanto tecnicamente migliore, come Netscape. Quanti utenti avevano tempo, voglia e capacità di cambiare il browser predefinito? Ne nacque una vicenda giudiziaria, fra Stati Uniti ed Unione Europea, che arricchì centinaia di avvocati e lobbisti: nel 1997 Microsoft fu condannata per abuso di posizione dominante. Ma ormai il trucco del browser preinstallato era stato sdoganato, pur non potendo impedire di caricare anche Netscape, e di lì a poco l’azienda di Marc Andreessen (che era stato uno dei programmatori di Mosaic, il primo vero browser web) di fatto scomparì.

Google

Explorer sembrava destinato ad una tranquilla vita da browser unico quando la nascita di Google, nel 1999, sconvolse equilibri che poi nel mondo tech non sono mai equilibri ma soltanto brevi periodi di transizione. Inutile ricordare come in pochissimo tempo Google grazie al suo algoritmo superiore diventò il motore di ricerca più diffuso del mondo prima di diventare di fatto l’unico e di essere oggi quasi sinonimo di ricerca sul web. Così quando nel 2008 Google lanciò la prima versione del suo browser, cioè Chrome, usò contro Microsoft gli stessi schemi che Gates aveva usato contro altri. Casualmente le ricerche ‘consigliavano’ sempre di usare Chrome, senza contare la differente qualità dei due browser e comunque la nascita di concorrenti forti come Mozilla Firefox (spinto da Google prima dell’era Chrome) e Safari. La seconda guerra dei browser si è combattuta fra questi nomi (da ricordare anche Opera) ed il sorpasso è storia relativamente recente, del 2016, con Explorer e Chrome appaiati al 41% come quota di mercato prima che il prodotto di Google prendesse il volo e quello di Microsoft crollasse. Edge non ne ha replicato il successo ed è probabile che rimanga marginale.

Lentezza

Inutile schiacciare il tasto della nostalgia: Explorer aveva grandi problemi da ben prima che la concorrenza lo rendesse superato. I suoi limiti per quanto riguarda la sicurezza (è il browser più amato dagli hacker, non necessariamente russi) e soprattutto la sua lentezza hanno dato vita ad un numero incalcolabile di meme, parodie ed account fake. Uno dei più famosi, su Twitter, è @ExplorerLento, con una presentazione che già dice tutto (“Non sono lento, sono gli atri browser che vanno troppo veloce”) ed una serie di notizie non esattamente dell’ultim’ora, come l’Italia campione del mondo 1982, il matrimonio fra Totti e Ilary Blasi, la fine della guerra del Vietnam e l’elezione di Trump. Infinito il numero dei meme e delle battute incentrate sulla superiorità della concorrenza e più che altro sulla scarsezza di Explorer, questa la più crudele: “Il browser più usato per scaricare altri browser”. Alla fine di Explorer, così come di tanti nomi che hanno occupato la nostra quotidianità fino a sembrare eterni, rimarrà soltanto qualche battuta su Twitter. In attesa dell’immancabile rivalutazione postuma, in questo caso più difficile che in altri.

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