Addio mete occidentali, ecco le vacanze «casalinghe» dei funzionari russi

Le vacanze? Vicine, molto vicine. Di sicuro, non in Europa o, allargando il campo, in Occidente. I funzionari russi, con la guerra in Ucraina che, oramai, ha superato i 500 giorni, stanno rinunciando sempre di più a mete fino a poco tempo fa popolari e tradizionali. Ne avevamo già parlato, ora però emergono particolari interessanti grazie a un'indagine di Vyorstka, che cita al riguardo diverse fonti anonime.
Il problema, alla base, è sempre quello: le sanzioni occidentali da un lato e, dall'altro, i rigidissimi controlli del Cremlino (spesso veri e propri divieti) stanno limitando, e di molto, le opzioni per i dipendenti pubblici russi. Costretti, beh, a barcamenarsi fra luoghi di villeggiatura all'interno della Federazione Russa e ad alcuni Paesi ex sovietici. Il rischio, andando all'estero e soprattutto in un Paese considerato nemico dal Cremlino, è quello di venire licenziato al ritorno o, peggio, finire sotto processo.
Un grattacapo non da poco, in particolare per chi – e non sarebbero pochi – possiede case in Europa. Si mormora, a tal proposito, che diversi funzionari si stanno affannando a venderle. Logico, considerando che nessuno può dire con certezza quando finirà la guerra e quando le sanzioni verranno revocate. «Sto bene in Russia, è solo che la mia casa in Europa avrebbe bisogno di cure» ha spiegato una fonte. «E io ho paura che tutto marcisca o che mi rubino qualcosa».
E così, anche i funzionari russi, abituati com'erano a viaggiare all'estero complice una buona disponibilità economica, hanno riscoperto, volenti o nolenti, le bellezze della madre patria. Fra le località più battute quest'estate Vyorstka cita quelle del Mar Nero, compresa la Crimea annessa illegalmente nel 2014, la Repubblica siberiana dell'Altai e la penisola orientale della Kamchatka. Volenti o nolenti, già, anche perché i Paesi europei nel frattempo hanno inasprito le procedure di rilascio dei visti turistici e, come noto, vietato i voli diretti da e per la Russia come rappresaglia all'invasione dell'Ucraina.
Chi, fra i funzionari, non è interessato dalle limitazioni ai viaggi imposte dal Cremlino trascorre le proprie vacanze estive in Turchia, Uzbekistan, Bielorussia, Kazakistan, Azerbaigian, Arabia Saudita e Moldavia. Non proprio mete ambite, se escludiamo la Turchia. Nella speranza di passare inosservati, alcuni funzionari governativi hanno pure chiesto ai familiari di non pubblicare foto e aggiornamenti sui social durante i viaggi all'estero. Anche «per non fare arrabbiare il popolo russo che è già arrabbiato», come si legge su Vyorstka che cita un portavoce dell'ufficio del sindaco di Mosca.
Popolo russo che, a suo tempo, non aveva certo gradito l'attività social all'estero, anche in Paesi NATO o UE, di figli e parenti stretti di alti funzionari russi.