L'incidente

Air India: «Il comandante soffriva di depressione»

I sospetti sullo stato di salute mentale di Sumeet Sabharwal, uno dei due piloti che si trovavano nella cabina di pilotaggio prima dello schianto
Red. Online
16.07.2025 10:31

Prosegue l'inchiesta sul volo Air India schiantatosi subito dopo il decollo ad Ahmedabad il 12 giugno scorso, causando la morte di 241 persone. L'ipotesi dell'errore umano si sta facendo strada, soprattutto sulla stampa, mentre il governo indiano e le associazioni di categoria respingono con forza l'idea che a causare la tragedia possa essere stato uno dei piloti.

Oggi sui media compaiono nuovi dettagli sul conto, in particolare, del comandante del volo Sumeet Sabharwal, che secondo il quotidiano britannico The Telegraph avrebbe sofferto di depressione e richiesto un pensionamento anticipato dalla compagnia. 

La notizia è stata confermata dall'esperto di aviazione indiano Mohan Ranganathan al quotidiano, e rischia di accrescere ulteriormente la tensione già sollevatasi tra New Delhi da una parte, e la stampa britannica dall'altra.  

Il litigio

L'associazione di categoria del personale di volo indiana ha preso posizione nei giorni scorsi, a seguito della pubblicazione di un rapporto preliminare dell'Agenzia indiana per le indagini sugli incidenti aerei, in cui era emersa le registrazione di una discussione avvenuta nella cabina di comando tra il capitano e il primo ufficiale, pochi secondi prima dello schianto. 

«Perché hai spento gli interruttori?» chiede uno dei due. «Non li ho spenti» risponde l'altro. Questo il contenuto della discussione, riassunto nel rapporto che parte dall'analisi della scatola nera del Boeing. Nei giorni scorsi però sui media, fonti che hanno avuto accesso alla registrazione vocale hanno parlato piuttosto di un «litigio» , in cui uno dei due piloti avrebbe «gridato» più volte «perché» e l'altro che, in un primo momento, avrebbe negato il gesto. 

Chi ha fatto cosa?

Gesto volontario o errore, è impossibile dirlo e dovrebbe essere l'inchiesta giudiziaria a stabilirlo. Finora, l'attribuzione delle due voci non è stata divulgata: non si sa, dunque, se a venire rimproverato per avere spento i motori fosse il comandante Sumeet Sabharwal, oppure il primo ufficiale Clive Kundar. Secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato quest'ultimo a pilotare il decollo mentre il primo era impegnato nell'osservazione-supervisione.  

Ora però le indiscrezioni riportate dal Telegraph si concentrano su Sabharwal. Il comandante, 54 anni, 15.000 ore di volo alle spalle, era a pochi mesi dalla pensione, ma stava considerando di lasciare Air India per prendersi cura dell'anziano padre dopo la morte della madre nel 2022. 

L'evento avrebbe causato a Sabharwal una depressione, e ora gli investigatori di Air India starebbero raccogliendo la documentazione clinica relativa al suo caso. L'ultimo esame medico a cui il comandante si era sottoposto risale a settembre scorso. Tra i piloti della compagnia circolerebbero comunque voci sulla sua «depressione e problemi di salute mentale» che lo avrebbero portato «ad assentarsi dal lavoro negli ultimi anni, chiedendo un congedo medico per questo» ha riferito il pilota Ranganathan al Telegraph.  

Gli accertamenti sono in corso, ma intanto la notizia sta facendo chiaramente il giro del mondo. L'associazione è automatica con il caso di Andreas Lubitz, il pilota del volo Germanwings che il 23 marzo 2015 si schiantò vicino a Nizza causando la morte di 150 persone. Lubitz, si scoprì a seguito dell'inchiesta, soffriva di depressione ed era stato interdetto dal volo.  

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