Anche JJ si schiera: «Sogno Eurovision a Vienna, ma senza Israele»

(Aggiornato alle 14:10) L'Eurovision Song Contest è terminato da giorni. Ma le polemiche non si sono ancora placate. Al contrario, sembrano diventare sempre più forti. E insistenti. Complice, va da sé, la partecipazione di Israele nell'edizione di Basilea e il suo posizionamento al secondo posto della classifica. Un risultato che ha scatenato un acceso dibattito tra diverse emittenti europee. Soprattutto da parte della spagnola RTVE che, per prima, ha annunciato di voler richiedere una revisione del voto del pubblico.
Ma non è tutto. Sì, perché nelle scorse ore anche JJ, fresco vincitore del contest, ha preso posizione. In particolare, parlando con il quotidiano spagnolo El País, il 24.enne austriaco ha dichiarato che vorrebbe che l'anno prossimo l'Eurovision Song Contest si svolgesse a Vienna. Ma a una condizione ben precisa. «Senza Israele», ha specificato JJ.
Yuval Raphael, rappresentante di Israele, si è classificata al secondo posto grazie ai voti ricevuti dal pubblico. La giovane, 24.enne, è una sopravvissuta del massacro perpetrato dal gruppo islamista Hamas e da altri gruppi terroristici il 7 ottobre 2023. La sua partecipazione all'evento, fin dall'inizio, è stata molto discussa. Ma la vera polemica è esplosa a seguito del risultato ottenuto sabato a Basilea.
«Ci dovrebbe essere più trasparenza nel televoto. Quest'anno è stato tutto molto strano», ha aggiunto JJ, parlando con il quotidiano spagnolo. Oltre a RVTE, anche l'emittente televisiva belga VRT si è espressa duramente sulle modalità di voto, minacciando di interrompere la trasmissione dell'Eurovision Song Contest qualora l'Unione europea di radiodiffusione (EBU) non dovesse rendere noti i dati.
«Trovo molto deludente che Israele partecipi ancora alla competizione», ha proseguito il vincitore austriaco, consapevole però che la decisione finale spetti unicamente all'EBU. «Noi artisti possiamo solo dire la nostra opinione». Opinione condivisa anche da Nemo. Qualche giorno prima dell'inizio della competizione, il vincitore svizzero dell'edizione 2024 si era a sua volta schierato, dichiarando che Israele non avrebbe dovuto partecipare all'Eurovision. «Le azioni di Israele sono in fondamentale contraddizione con i valori che l'ESC pretende di rappresentare: pace, unità e rispetto dei diritti umani». Motivo per cui, secondo l'artista di Bienne, non avrebbe dovuto prendere parte alla competizione a Basilea.
A seguire, tramite un comunicato rilasciato all'Apa (Austria Presse Agentur) attraverso la sua casa discografica Warner Music, JJ è tornato sulla questione e ha chiarito il suo punto di vista. «Mi dispiace se le mie parole sono state fraintese. Sebbene critichi il governo israeliano, condanno ogni forma di violenza contro i civili, ovunque, che siano israeliani o palestinesi. Su questo tema non mi esprimerò ulteriormente».
IA tal proposito, è intervenuta anche l'emittente austriaca Orf che, contattata dall'Apa, ha preso le distanze dalle dichiarazioni dell'artista. «Le affermazioni di JJ rappresentano una sua opinione personale e non riflettono la posizione dell'Orf. All'ESC per noi contano la musica e le performance artistiche. L'Ebu ha regole chiare che separano la politica dall'intrattenimento».
Ma non finisce qui. In risposta ai commenti del vincitore dell'Austria, la European Broadcasting Union (Ebu) ha ribadito tramite una nota che l'organizzazione rappresenta le emittenti pubbliche, non i governi. «Il nostro compito è garantire che l'ESC resti un evento universale che promuove connessione e diversità attraverso la musica», si legge. L'Ebu ha anche sottolineato il suo sostegno a Kan, emittente pubblica israeliana, in un contesto politico interno sempre più ostile alla radiodiffusione pubblica.