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Anche Kanye West è tornato su Twitter

Sospensione finita: il rapper, produttore e stilista statunitense è ritornato a cinguettare, scatenando il solito coro di polemiche
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Red. Online
21.11.2022 13:15

Sì, Kanye West è tornato su Twitter. Sei settimane dopo che il suo account era stato sospeso, complici alcuni post antisemiti. È tornato nel pieno di un’ondata di ripristino, se così vogliamo chiamarla, scatenata da Elon Musk e di cui hanno beneficiato diversi utenti in precedenza bannati. Uno su tutti: quello dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sebbene il diretto interessato – per ora – non sembri voler tornare a cinguettare.

West, anche noto come Ye, ha avuto non pochi problemi anche nella vita reale e con i brand di cui era testimonial e stilista – fra cui Adidas – per il suo atteggiamento e le sue esternazioni. Il rapper, ora, ha salutato il suo ritorno scrivendo «Shalom». La parola ebraica per pace.

In precedenza, West aveva postato un generico «Testing Testing» per vedere se, effettivamente, il suo profilo era stato sbloccato. Musk, manco a dirlo, ha accolto con favore il ritorno del rapper, produttore e stilista statunitense. Dopo aver acquistato la piattaforma per 44 miliardi di dollari, il miliardario patron di Tesla e SpaceX ha cercato e sta cercando di allentare i controlli sulla moderazione dei contenuti, al grido «libertà di parola».

Le polemiche, anche a questo giro, non sono mancate. La decisione di ripristinare l’account di Kanye West, infatti, non tiene conto del fatto che il rapper abbia ripetuto, all’esterno di Twitter, commenti antisemiti e, ancora, che abbia difeso quanto cinguettato. I commenti, come detto, gli erano costati il lucroso accordo con Adidas: Yeezy, il marchio di scarpe da ginnastica creato da West, ha garantito centinaia di milioni di dollari all’anno all’azienda tedesca e, di fatto, ha consentito all’artista di acquisire lo status di miliardario.

Adidas, nello scaricare West, aveva spiegato di «non tollerare l’antisemitismo e qualsiasi altro tipo di incitamento all’odio».

La decisione di Musk di sbloccare diversi account di alto profilo (e altamente instabili) potrebbe alimentare i timori degli inserzionisti, preoccupati per l’impatto sui loro marchi.

Quanto a Trump, l’ex presidente americano era stato originariamente bloccato dopo aver dato l’idea di giustificare il violento assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e, di nuovo, aver negato il risultato delle elezioni presidenziali statunitensi.

Musk, nel fine settimana, ha annullato il ban a Trump grazie a uno dei suoi famosi (e famigerati) sondaggi.

Jonathan Greenblatt, amministratore delegato del gruppo statunitense per i diritti civili Anti-Defamation League, a tal proposito ha dichiarato: «Il fatto che Elon Musk consenta a Donald Trump di tornare su Twitter, apparentemente dopo un breve sondaggio, dimostra che non è minimamente serio nel salvaguardare la piattaforma da odio, molestie e disinformazione».

West, sull’onda di quanto fatto proprio da Musk, avrebbe in programma l’acquisto di un social rivale di Twitter, Parler, molto popolare nella destra americana. Parler che, nelle intenzioni di chi l’ha creato, dovrebbe difendere la libertà di espressione online.