Il caso

Avete fame? Su Aeroflot il cibo è razionato

Sui voli da e per le Seychelles la compagnia di bandiera russa deve fare di necessità virtù: temendo di incappare nelle sanzioni secondarie, le aziende di catering a Mahé si rifiutano di caricare i pasti
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Marcello Pelizzari
22.04.2024 09:30

Il quadro, per le compagnie russe, è noto. Da tempo. A causa dell'invasione su larga scala dell'Ucraina, in corso da oltre due anni oramai, lo spazio aereo europeo è chiuso, anzi chiusissimo ai vettori della Federazione Russa. Il che, evidentemente, non impedisce alle compagnie russe di offrire voli dalla Russia per altre destinazioni internazionali. Come le Seychelles, ad esempio.

Ma l'onda lunga del conflitto e le misure adottate dall'Occidente, attenzione, hanno toccato anche l'arcipelago al largo dell'Africa orientale, nell'Oceano Indiano. Ne riferisce il canale Telegram Aviatorshina, prontamente ripreso dal portale aeroTELEGRAPH. I voli di Aeroflot da e per Mahé, l'isola principale, stanno subendo una piccola, ma significativa modifica. La compagnia di bandiera, infatti, ha ridotto «significativamente» l'offerta di cibo a bordo. Il motivo? Non è più possibile, per Aeroflot, caricare pietanze sul posto, a Mahé. E così, secondo un'informativa, ai dipendenti dell'aeroporto Sheremetyevo, uno degli scali di Mosca, è stato spiegato di caricare a bordo sia i pasti per l'andata sia quelli per il ritorno. 

Di per sé, nulla di eccezionale. Se non fosse che, a bordo, la possibilità di caricare cibo è limitata. Tradotto: caricare pasti per due voli, beh, significa offrire meno cibo per ogni tratta. Di riflesso, ai (facoltosi) passeggeri in business class non vengono più servite insalate e zuppe né viene dato loro il menù. Si mangia quello che c'è, insomma. O, meglio, quello che carica il servizio catering a Mosca. Anche le posate di metallo, all'improvviso, sono scomparse per lasciare il posto alla plastica, più leggera. Peggio, molto peggio va ai passeggeri in economy. 

Ma perché, proprio adesso, le aziende di catering che operano all'aeroporto di Mahé hanno deciso di mettersi di traverso? Il problema, leggiamo, è legato alle cosiddette sanzioni secondarie. Detto in altri termini, queste aziende temono che, facendo affari con soggetti russi, possano subire delle conseguenze. Con i dovuti paragoni, una situazione simile si era verificata in Brasile, lo scorso febbraio, quando l'Ilyushin Il-96 con Sergei Lavrov a bordo dovette rinunciare a uno spostamento fra Rio de Janeiro e Brasilia, nell'ambito della riunione dei ministri degli Esteri del G20, poiché Vibra Energia – fornitore attivo all'aeroporto della capitale federale – temendo di incappare nelle sanzioni secondarie statunitensi si era rifiutato a priori di rifornire l'aereo russo.