Bolivia: e se si fosse trattato di un autogolpe?

E se quello andato in scena a La Paz fosse stato un "auto-golpe"? L'ipotesi, nelle ultime ore, si sta rafforzando. Ieri sera, ne abbiamo parlato qui, il comandante generale dell'Esercito boliviano Juan José Zúñiga è entrato, con l'aiuto di un mezzo blindato e di un centinaio di militari, nella Casa Grande del Pueblo, sede del governo situato nella Plaza Murillo. Dopo circa tre ore, la vicenda si era già conclusa con un nulla di fatto. E con le manette per Zuñiga. Ora, appunto, si sta facendo largo l'idea che tutto questo fosse programmato da nientepopodimeno che il presidente in carica, Luis Arce.
Del resto, riporta l'agenzia EFE, lo stesso comandante generale Zuñiga – in teoria la mente dietro il colpo di stato – ha affermato al momento suo arresto: «Il presidente mi ha detto che la situazione era molto complicata e che era necessario preparare qualcosa per alzare la sua popolarità».
Il retroscena
Un modo per cercare di sfuggire alle responsabilità? O una strana verità? L'idea dell'autogolpe si fa strada. E a parlarne non è solo il generale Zuñiga , ma anche alcuni seguaci dell'ex presidente Evo Morales, oppositori di altre correnti e analisti vari, che hanno ipotizzato che a La Paz sia andato in scena uno «show», qualcosa di preprogrammato con l'obiettivo di farsi belli di fronte alla popolazione e riacquisire l'amore perso a causa delle protratte difficoltà economico-sociali.
Proprio Evo Morales – nello stesso schieramento di Arce, Movimento per il Socialismo, ma rivale per la leadership del partito – avrebbe giocato un ruolo importante su tutto l'arco della vicenda. Già, perché Zúñiga avrebbe minacciato l'ex presidente, questa la ricostruzione ufficiale, dichiarando che lo avrebbe arrestato se fosse tornato al potere nelle elezioni previste per il 2025. Un'uscita che avrebbe spinto Arce a schierarsi con Morales, sollevando Zuñiga dai suoi incarichi. E un licenziamento a seguito del quale Zuñiga avrebbe cercato di opporsi con il colpo di stato.
Ma quanto di tutto questo è vero, quanto è finzione? Al momento ciò che è certo è che Morales, sin qui ai ferri corti con Arce, ha deciso a sorpresa di sospendere la mobilitazione lanciata contro il governo dell'avversario politico. Alcuni giorni fa, prima della rivolta di Zuñiga, Morales aveva infatti annunciato azioni pubbliche – come blocchi stradali e uno sciopero generale degli autotrasportatori – con le quali mettere sotto pressione il governo di Arce. Ma il tentato golpe avrebbe spinto Morales a tornare sui suoi passi. Attraverso il suo account X, l'ex presidente ha spiegato: «Dopo il ripiegamento di un piccolo gruppo di membri dell'esercito che si era riunito in Plaza Murillo, e visto che la calma è ritornata nella sede del governo, sospendiamo le mobilitazioni convocate». Insomma, pace fatta.
I dubbi
Ma qualcosa non quadra. E in governo qualcuno l'ha fatto notare. Come il senatore Luis Adolfo Flores, che ha indicato come «sorprendente» il fatto che – nonostante il movimento di un forte contingente militare verso Plaza Murillo, non ci sia stata alcuna reazione da parte della polizia. E anche l'ex ministro Carlos Romero ha espresso perplessità. «Hanno parlato alla porta del palazzo. I ministri in Plaza Murillo erano in giro come ballerine. Non c'è stato nemmeno un ordine alla polizia nazionale, nemmeno di acquartierarsi», ha osservato Romero. Vari analisti rilevano una serie di «incongruenze» in quanto avvenuto. In particolare si sottolinea la passività del presidente Arce per circa due ore, di fronte all'insubordinazione del generale Zuñiga , che lui stesso aveva nominato nel 2024 e considerato un suo uomo di fiducia.