L'inchiesta

Ci sono squadre di calcio che volano per appena 27 minuti

La BBC ha rivelato che diversi club di Premier League hanno abusato dell'aereo per le trasferte interne, con tutte le conseguenze in termini di emissioni – Eppure il treno, per diverse società, sta diventando il mezzo preferito
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Red. Online
24.03.2023 09:45

C’è chi prende l’aereo per meno di mezz’ora. È una delle tante conclusioni cui è giunta la BBC al termine di un’inchiesta concentratasi sui voli interni delle squadre di Premier League. Nel dettaglio, l’emittente britannica ha esaminato 81 tratte di breve durata effettuate in due mesi dalle migliori formazioni del campionato inglese. Bene, 59 di queste tratte riguardavano trasferte di campionato, 16 erano legate a impegni di FA Cup e 6 riguardavano la Coppa di Lega o Carabao Cup. Il volo più corto, dicevamo, è durato meno di mezz’ora, 27 minuti per la precisione, il più lungo 77. La durata media di queste 81 tratte è stata 42 minuti.

La BBC si è pure interessata ai cosiddetti voli di posizionamento. Ovvero, voli che raggiungono «a vuoto» un determinato aeroporto per poi trasportare giocatori e staff verso la destinazione scelta. La BBC ne ha contati 37, con una durata media di 42 minuti.

Una mazzata vera e propria, insomma, considerando che ogni spostamento in aereo produce grandi quantità di gas serra, principalmente CO2 tramite la combustione di carburante. Gas, questi, che contribuiscono al riscaldamento del pianeta.

Dal canto suo, la Premier League ha cercato di difendersi spiegando che, nei due mesi citati dallo studio, all’interno del Regno Unito ci sono stati oltre 74 mila voli. Il che fa degli 81 voli legati alle squadre di calcio «meno dello 0,1% del totale». L’Arsenal ha aggiunto che «i voli interni di questi tipo rappresentano appena lo 0,25% delle emissioni totali del club per la stagione 2021-22».

I club di calcio, da anni, viaggiano in aereo per ottimizzare i tempi. Una questione di permettere a giocatori e staff di recuperare le energie e prepararsi al meglio fra un match e l’altro. Il calendario sempre più denso, di certo, non aiuta.

Ma gli attivisti climatici non vogliono sentirci. E rilanciano: perché non il treno? La polemica circa l’uso dell’aereo, mesi fa, aveva guadagnato le prime pagine dei giornali francesi, complice il PSG che – per andare a Nantes – preferì appunto un volo privato al pur comodo TGV, che in meno di due ore collega la capitale alla città sull’Atlantico. L’allenatore Christophe Galtier, in conferenza stampa, aveva minimizzato. E fatto, ovviamente, ironia.

Eppure, proprio il treno è diventato partner strategico di parecchi club in Europa. A cominciare da quelli italiani. Trenitalia, ad esempio, ha riferito che nella stagione 2021-22 i viaggi in treno delle squadre sono aumentati del 10%. Il concorrente Italo ha visto addirittura un aumento del 30% rispetto al 2019. In Spagna, è il Betis Siviglia il club faro in questo senso, grazie a un partenariato con Renfe.

Le resistenze, tuttavia, sono ancora forti, se non fortissime. C’è chi dice che il treno sia una «falsa» buona idea, poiché diverse partite finiscono troppo tardi per poter rientrare su rotaia.

Per tacere di chi, per mere questioni di denaro, sposta competizioni altrove. Il prossimo 5 agosto, per dirne una, la Supercoppa francese che opporrà il vincitore della Ligue 1 a quello della Coppa di Francia si disputerà a Bangkok, in Thailandia. A 9.500 chilometri da Parigi, con tutte le conseguenze in termini di spostamenti ed emissioni. Era proprio il caso?