Colpo al Louvre: che cosa sappiamo delle due persone fermate

(Aggiornato alle 13.14) Svolta nelle indagini sul colpo al Louvre. A una settimana dal clamoroso furto nel museo parigino, un'operazione di polizia scattata ieri sera ha portato al fermo di due persone. Secondo informazioni raccolte da Le Parisien, le due persone fermate farebbero parte della banda di 4 persone che ha rubato i 9 preziosi gioielli napoleonici dalla Galleria di Apollo, utilizzando un montacarichi.
L'operazione
Secondo le informazioni raccolte e diffuse dal giornale parigino, i due sospetti sono stati arrestati sabato sera e presi in custodia nell'ambito dell'indagine su «furto organizzato di gruppo» e «associazione a delinquere», condotta dalla Brigade de répression du banditisme de Paris (BRB) e dall'Office central de lutte contre le trafic des biens culturels (OCBC).
Le autorità non hanno ancora chiarito quale parte abbiano giocato i due uomini, provenienti da Seine-Saint-Denis - uno dei tre dipartimenti che costituiscono l'area periferica di Parigi -, nel furto al Louvre. L'operazione di sabato sera è stata «avviata in fretta e furia», riporta Le Parisien, dopo che gli investigatori hanno appreso che uno dei sospetti si stava preparando a fuggire all'estero, «probabilmente in Algeria». L'uomo è stato arrestato all'aeroporto di Roissy (Val-d'Oise) e un secondo sospetto è stato arrestato la sera stessa nella regione di Parigi. Secondo informazioni del settimanale Paris Match, l'altra persona fermata era diretta invece in Mali.
Identità
Ma chi sono i due fermati? Sempre secondo le informazioni raccolte dal giornale francese, i due erano già noti alla polizia per furti con scasso, e avrebbero il profilo di «ladri esperti, che potrebbero aver agito su ordine» di terzi. Non è ancora chiaro, del resto, se gli autori del colpo facciano parte di un gruppo di criminalità organizzata tradizionale che ha agito con l'obiettivo di rivendere i gioielli rubati dopo averli tagliati - ne abbiamo parlato qui - , o di una rete specializzata nel traffico di opere d'arte.
I due, nel frattempo, sono stati trasferiti alla BRB e possono essere tenuti in custodia di polizia fino a 96 ore. Le indagini proseguono per identificare gli altri complici.
La procuratrice furiosa
Da parte sua, la procuratrice incaricata, Laure Beccuau, sarebbe furiosa per la divulgazione delle informazioni sul fermo. «Condanno con forza la divulgazione affrettata di questo elemento da parte di persone informate, senza alcun riguardo per l'inchiesta», ha sottolineato Beccuau esprimendo rammarico per la diffusione della notizia.
«Questa rivelazione - fa sapere la Beccuau in un comunicato - può soltanto nuocere agli sforzi investigativi di un centinaio di inquirenti mobilitati sia nella ricerca dei gioielli rubati, sia dei malfattori. È troppo presto per fornire qualsiasi tipo di particolare». La procuratrice ha aggiunto che comunicherà su «elementi complementari solo al termine di questa fase di fermo» dei due sospetti.
Decisamente più soddisfatto il ministro dell'Interno francese, Laurent Nuñez, che su X ha commentato: «Invio le mie più vive congratulazioni agli inquirenti che hanno lavorato senza sosta, come avevo loro chiesto, e che hanno sempre avuto la mia completa fiducia. Le indagini devono proseguire nel rispetto del segreto istruttorio sotto l'autorità della giurisdizione della procura di Parigi. Avanti con la stessa determinazione, continuiamo!».
«Determinante il DNA»
Il lavoro della polizia scientifica ha svolto un ruolo determinante nell'identificazione dei sospetti ladri del Louvre, secondo una fonte degli inquirenti che ha parlato a BFM TV. Dopo il furto al museo, sono stati circa 150 i prelievi di DNA compiuti sul luogo in cui hanno operato i malviventi e subito spediti in laboratorio per le analisi. I ladri avevano abbandonato, nella fuga, oggetti fra i quali un casco da moto, un gilet giallo, una fiamma ossidrica e una sega circolare. Alcuni di questi oggetti erano già stati cosparsi di benzina ma i ladri non avevano fatto a tempo ad appiccare il fuoco per distruggerli.
