Pandemia

Come mai la Cina prevede una nuova ondata di 65 milioni di casi COVID?

L'assenza di immunità potrebbe portare a un aumento dei contagi delle varianti XBB — Ma quanto preoccupa questa previsione?
©ALEX PLAVEVSKI
Red. Online
24.05.2023 21:15

Per molti, il COVID è ormai un problema risolto. Una faccenda archiviata. Una storia di un passato piuttosto recente, che ha però smesso di interferire con la nostra quotidianità e con le nostri abitudini. Ormai è risaputo: da mesi, diversi Paesi si sono lasciati alle spalle la pandemia. Basta mascherine. Basta tamponi. Basta isolamento e basta anche alla quarantena e alla distanza di sicurezza. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità lo scorso 12 maggio ha parlato di fine dell'emergenza. Pur specificando che il virus potrebbe continuare a minacciare la salute globale ancora a lungo, portando con sé nuove varianti e nuove ondate di casi e di morti. Un monito, quindi, per non abbassare la guardia. E tra i tanti Paesi colpiti dalla pandemia, ce n'è uno, in particolare, dove i timori sembrano più accesi che mai. Il posto «dove tutto è iniziato», di cui hanno parlato subito i notiziari, i giornali e i portali d'informazione. La Cina. Il Paese del Dragone si sta preparando a una nuova ondata di casi di varianti XBB. Ondata che, secondo le stime di Zhong Nanshan, considerato il massimo esperto cinese di malattie respiratorie, citato dal Global Times, potrebbe infettare fino a 65 milioni di persone a settimana. 

Grave, ma non troppo

Cina e COVID. COVID e Cina. In questi anni non si è parlato d'altro. Dalla scoperta del paziente 0 al mercato di Wuhan, passando per le rigidissime regole imposte ai cittadini, fino ad arrivare alla fine delle restrizioni alla fine dello scorso anno, con il termine della politica «zero COVID». Ora, di nuovo, i riflettori si stanno riaccendendo sul Paese. E, anche in questo caso, non sembrerebbero esserci buone notizie.

A spaventare è la previsione di un picco di nuovi contagiati, che raggiungerebbe — come detto — i 65 milioni di casi a settimana. Il motivo? La tanto discussa immunità. Che sembrerebbe non applicarsi ai pazienti infetti dalle nuove sottovarianti XBB, tra cui XBB. 1.9.1, XBB. 1.5., e XBB. 1.16. Motivo per cui le autorità cinesi si sarebbero già date da fare, distribuendo alla popolazione due nuovi vaccini, più adatti a combattere la nuova ondata. 

Dopotutto, le previsioni spaventano. Si parla di numeri grandi, grandissimi. Ma non più grandi di quelli registrati lo scorso inverno, al termine della politica «zero COVID». A quei tempi, la fine delle rigidissime restrizioni cinesi aveva causato l'infezione nell'85% della popolazione. Questa volta, secondo i funzionari cinesi, il numero di casi dovrebbe essere decisamente inferiore. Secondo gli epidemiologi del Paese, anche le infezioni gravi e i decessi saranno meno. Pur rimanendo, comunque, elevati e causando un impatto notevole sulla salute della comunità. 

Un'ondata invisibile

Anche se i numeri spaventano, quindi, non ci sarebbe motivo di allarmarsi. Almeno così sembra, a detta di Pechino. Al momento, il Paese starebbe infatti proseguendo la sua routine, senza interferenze dettate dalla pandemia. L'idea di rimettere in vigore le severissime regole dell'epoca «Zero COVID» non sembrano ancora essere balenate nella mente dei funzionari della sanità. Che anzi, si sono apprestati a rassicurare la popolazione, ricordando come le reinfezioni portino generalmente a sviluppare sintomi più lievi. L'unico avvertimento, per ora, sembrerebbe essere arrivato da alcuni ospedali cinesi, in cui è stato consigliato ai pazienti di indossare le mascherine e agli anziani e agli immunodepressi di evitare i luoghi affollati. Nel resto della Cina, la vita sembra andare avanti come un tempo. 

Inoltre, seppur si parli di grandi numeri, in realtà, secondo gli esperti, quella che colpirà la Cina sarà per lo più «un'ondata invisibile». Un'etichetta conferitagli dal basso interesse a farsi testare. Molti di quei 65 milioni di infetti, quindi, potrebbero potenzialmente non sapere nemmeno di essere infetti. Andando, va da sé, ad alimentare la comparsa di nuovi casi, con varianti «per lo più innocue».

Il pensiero, però, va anche al resto del mondo. Quanto saranno colpiti gli altri Paesi, nel momento in cui l'assenza di restrizioni potrebbe portare a contagi molto più veloci? In realtà, a detta degli esperti, anche in questo caso non ci sarebbe nulla da temere. Il resto del mondo, infatti, ha già avuto a che fare con le varianti XBB, e ne è uscito senza troppi graffi. Sebbene il virus sia in grado di trasformarsi in qualunque momento, evolvendo in una versione più letale, il fatto che fino ad oggi ancora non sia accaduto incoraggia gli esperti a credere che, anche in questo caso, i rischi dovrebbero rimanere contenuti. E soprattutto, la possibilità che questo accada in Cina, piuttosto che nel resto del globo, rimane esattamente la stessa. 

In questo articolo: