Il caso

Cosa sta succedendo alla centrale idroelettrica di Kakhovka?

L'impianto, nel sud dell'Ucraina, recentemente si è trovato al centro di pesanti combattimenti – I russi accusano gli ucraini di essere colpevoli degli attacchi, mentre Kiev punta il dito contro Mosca
Federica Serrao
21.10.2022 13:30

Da mesi, in Ucraina, preoccupano i bombardamenti della centrale atomica di Zaporizhzhia. Ma nelle ultime ore un'altra infrastruttura energetica si trova al centro di pesanti combattimenti: la centrale idroelettrica di Kakhovka. Siamo nel sud del Paese, nella città di Nova Kakhovka, vicino a Kherson. Territorio strategico e importante per il conflitto. Qui, sul fiume Dnepr, a poco più di due ore di distanza da Enerhodar e dalla centrale di Zaporizhzhia, sorge l'impianto di Kakhovka, fondamentale per la regione meridionale dell'Ucraina. Gli scopi principali della sua diga, oltre chiaramente alla produzione di energia idroelettrica, sono anche l'irrigazione e la navigazione. Ma perché se ne parla proprio ora?

La centrale - conquistata dalle forze russe fin dal primo giorno del conflitto - per molto tempo è stata lontano dai riflettori. A preoccupare maggiormente è sempre stata la centrale nucleare di Zaporizhzhia, costantemente minacciata dai bombardamenti attorno all'area. Ora, però, a spaventare il Paese, devastato dalla guerra, c'è anche Kakhovka. Recentemente, tra agosto e settembre, alcuni attacchi di artiglieria hanno compromesso la capacità dell'impianto di trasportare veicoli. Fino a quel momento, infatti, le bombe avevano raggiunto solamente la città di Nova Kakhovka, senza mai danneggiarne la centrale. Ma qualcosa è cambiato. I bombardamenti nella zona sembrerebbero diventare sempre più minacciosi e frequenti. Neanche a dirlo, i russi accusano gli ucraini di essere colpevoli degli attacchi, mentre Kiev punta il dito contro Mosca. Cosa sta davvero succedendo? 

«Un attacco russo causerebbe una catastrofe»

I primi a spostare l'attenzione sulla centrale idroelettrica di Kakhovka sono stati gli ucraini. Ieri, il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell'Ucraina, Oleksiy Danivol, ha messo in guarda da un eventuale attacco delle forze russe a Kakhovka, che causerebbe «una catastrofe con un numero enorme di vittime». Non solo. Se l'impianto venisse colpito, la Crimea rimarrebbe senza acqua per molto tempo. Si parla di anni, addirittura. L'alto funzionario Danivol ha quindi dichiarato che il Consiglio nazionale di sicurezza e difesa starebbe già valutando le opzioni, qualora Mosca decidesse di attaccare. «Un attacco del genere non comporterebbe solamente la distruzione delle infrastrutture. Sarebbe una catastrofe di proporzioni enormi, con un numero altrettanto alto di vittime». Ma, come già anticipato, a restare senza forniture d'acqua, sarebbe proprio la Crimea. E come evidenziato dallo stesso Danivol, si tratta quindi di una questione rilevante anche per la Russia. La centrale sorge infatti nella regione di Kherson, territorio bellico molto importante. E i conseguenti danni sulla vicina Crimea, allo stato attuale dei fatti, interesserebbero maggiormente il Cremlino.

© Twitter
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«Gli ucraini colpiscono di proposito»

«L'esercito ucraino continua a bombardare la centrale idroelettrica di Kakhovka, creando il rischio di gravi danni che potrebbero causare un disastro». Dall'altra parte, questa è la versione di Mosca, riportata dal rappresentante dell'amministrazione militare-civile di Nova Kakhovka, Ruslan Agayev, all'emittente televisiva russa Channel One. «Questi bombardamenti si verificano più o meno intensamente ogni giorno, e la gente non ricorda nessun caso in cui non ci siano stati bombardamenti quotidiani sulla centrale idroelettrica», ha dichiarato Agayev, smentendo quindi che nel corso degli scorsi mesi sia stata colpita solamente la città di Nova Kakhovka. «Naturalmente c'è sempre il rischio di distruzione, perché non si limitano a lanciare pietre. Colpiscono di proposito con sistemi missilistici HIMARS per distruggere la nostra diga e provocare un disastro», ha aggiunto Agayev. 

La preoccupazione di Zelensky

La situazione è preoccupante. E lo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha voluto prendere posizione. «La Russia sta preparando coscientemente un disastro di grande portata nell'Ucraina meridionale. Ci risulta che i terroristi russi abbiano minato la diga e le unità della centrale idroelettrica di Kakhovka. Si tratta di una delle più grandi centrali elettriche dell'Ucraina, e la sua diga contiene circa 18 milioni di metri cubi d'acqua. Centinaia di migliaia di persone potrebbero essere colpite». E non è tutto. Mentre la Crimea rimarrebbe senz'acqua, la regione di Kherson potrebbe invece essere sommersa. «Se i russi dovessero far saltare la diga, più di 80 insediamenti si troverebbero nella zona di rapida inondazione». E la città di Kherson non verrebbe risparmiata. Come se non fosse abbastanza, la riduzione delle forniture - avverte Zelensky - potrebbe avere un impatto anche sui sistemi di raffreddamento della città nucleare di Zaporizhzhia. Maria Avdeeva, direttrice della ricerca presso l'Associazione europea degli esperti, ha commentato le parole del presidente allegando un grafico che mostra cosa accadrebbe al sud dell'Ucraina se la diga dovesse essere colpita. «I russi stanno pianificando un attacco storico. Faranno saltare in aria la diga per incolpare l'Ucraina». 

Per Mosca «non accadrà nulla di critico»

Nonostante le precedenti dichiarazioni del russo Agayev, in cui accusava gli ucraini di colpire intenzionalmente la diga, provocando - potenzialmente - «un disastro», sul suo sito, invece, la Tass ha smorzato i toni. «Non accadrà nulla di critico anche se la diga di Kakhovka dovesse venire colpita o danneggiata a causa di un sabotaggio da parte delle forze ucraine». A sostenerlo e a comunicarlo è stato il funzionario locale di Kherson Kirill Stremousov, poi ripreso proprio dalla Tass. «Non drammatizzerei troppo la situazione. Se anche l'acqua cominciasse a riversarsi, ci sono dei canali in grado di deviare il flusso. Il livello dell'acqua si alzerà di un metro, un metro e mezzo al massimo. Questo è il limite. È esclusa una situazione critica». Il vice governatore della regione di Kherson ha poi dichiarato che Mosca è pronta ad affrontare «qualunque atto di sabotaggio». «Stiamo rafforzando le nostre difese aree. Alcuni dicono che l'esercito ucraino potrebbe usare mine vaganti per far saltare la diga. Ma questo è troppo complesso e poco realistico. Prendiamo il ponte di Antonovka. L'esercito ucraino sta cercando di distruggerlo da circa un mese. Ma è ancora lì, anche se rimane chiuso al traffico. Non è crollato perché in epoca sovietica era stato costruito per durare». 

Tra chi rassicura e chi mette in guardia

Qual è la situazione, dunque alla centrale idroelettrica di Kakhovka? Quali le conseguenze di un attacco massiccio e l'eventuale compromissione della diga? Al momento, sulla questione, permane un alone di mistero, tanta confusione ma anche tanta paura. Mosca e Kiev continuano a incolparsi a vicenda. Da un lato la Russia sembra (parzialmente) rassicurare, dall'altro l'Ucraina mette in guardia. Nel frattempo, però, alcuni funzionari filorussi nella regione di Kherson hanno iniziato a trasferire i civili in Russia, temendo una controffensiva ucraina nell'area. Secondo quanto dichiarato dal capo della città Vladimir Saldo, sono in corso dei piani per lo spostamento di fino a 60.000 persone, proprio attraverso il fiume Dnepr. E il Guardian conferma che le immagini trasmesse dalla televisione di Stato russa mostrano centinaia di persone scappare dalla città a bordo di barche.

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