Ufficio e pandemia

Da Meta il grande ritorno dei cubicoli

La necessità di effettuare più spesso chiamate con chi, ancora, è in telelavoro, ha spinto a un'inversione di marcia rispetto ai diffusissimi «open space» — E ora Menlo Park potrebbe segnare una nuova moda
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Red. Online
20.02.2023 16:10

A Meta è tempo di cambiamenti. Ne parlavamo un paio di giorni fa: il CEO e fondatore Mark Zuckerberg ha lanciato «l'anno dell'efficienza». Uno slogan che non fa certo rima con la felicità degli impiegati. Fra i pesanti tagli al personale già effettuati lo scorso novembre e quelli che, probabilmente, avverranno a breve, la notizia che il guru del social necessiterà di 4 milioni di dollari aggiuntivi (14 in totale) per la propria sicurezza personale nel 2023 — alla faccia del risparmio — ha portato sconforto fra i dipendenti della grande società. «Siamo demotivati e demoralizzati», rivelavano venerdì alcuni impiegati al Financial Times. 

Ecco, dunque, forse anche per risollevare il morale della "truppa", a Meta si è pensato di investire qualcosina nel rimodernare gli uffici. E in un'epoca dominata dall'open space, colpisce che a Menlo Park stia facendo un gran ritorno il cosiddetto cubicolo. Non il massimo della privacy, d'accordo. Ma decisamente un'inversione di marcia rispetto alle tendenze più recenti, che vedevano sempre più impiegati "gomito a gomito" in grandi, appunto, spazi aperti. Un ritorno in auge dovuto, in parte, anche alla pandemia, e che potrebbe presto diffondersi.

Questione di rumore

I dirigenti di Meta, rivela il Wall Street Journal, stanno introducendo nuovi cubicoli mobili dalle pareti curve, soprannominati internamente "The Cube". Il motivo? Il crescente numero di videochiamate rumorose effettuate per raggiungere chi lavora in remoto. La nuova configurazione, spiega il giornale statunitense, prevede tre schermi morbidi fatti di plastica PET riciclata simile al feltro, in grado di "avvolgere" la scrivania del lavoratore e bloccare il rumore. Di più: «Assorbe il suono anziché respingerlo», ha spiegato Gabor Nagy, un ricercatore specializzato nella progettazione degli ambienti di lavoro.

«Ci siamo resi conto che, a causa della pandemia e delle persone che lavorano da casa, la gente aveva bisogno di un ambiente per Zoom, per le videoconferenze, ed è molto difficile effettuare chiamate in un ufficio aperto senza interrompere gli altri», ha dichiarato John Tenanes, vicepresidente del settore immobiliare globale e delle strutture di Meta.

Dopo aver sperimentato i cubicoli più tradizionali — quelli che si vedono nei film anni '70 e '90, per intenderci —, e aver scoperto che non bloccavano davvero i rumori, a Meta si è pensato di progettare qualcosa di nuovo e più efficiente. Con risultati soddisfacenti, potremmo dire. "The Cube" è infatti in grado di ridurre di 20 decibel il rumore prodotto da una conversazione telefonica (una discussione con un tono normale di voce varia fra i 55 e i 60 decibel).

Un ritorno pandemico

Tutto ciò rappresenta, come detto, una rottura rispetto ai classici open space che, da anni, dominano gli uffici delle aziende moderne. Il ritorno dei divisori avviene mentre le società continuano a confrontarsi su come rendere produttivo il lavoro ibrido e a distanza dopo l'era COVID. È vero, molte grandi aziende sono tornate a imporre ai propri lavoratori un numero minimo di giorni a settimana da passare in presenza. Ma è probabile che i segni indelebili della pandemia spingano ad abbracciare soluzioni diverse da quelle sin qui adottate. E, perché no, ora Meta potrebbe aver lanciato una moda "rétro" in grado, davvero, di diffondersi.