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Dagli USA voci contro la carestia causata da Israele a Gaza: «Washington intervenga»

Agli opposti dello spettro politico, il senatore Bernie Sanders e la trumpiana di ferro Marjorie Taylor Greene hanno lanciato, nelle scorse ore, appelli simili: «Basta con i soldi dei contribuenti alla macchina da guerra di Netanyahu» - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Dagli USA voci contro la carestia causata da Israele a Gaza: «Washington intervenga»
Red. Online
24.08.2025 07:59
21:18
21:18
Oltre 10.000 persone alla manifestazione pro-palestinese a Copenaghen

Oltre 10.000 persone hanno preso parte a una manifestazione pro-palestinese a Copenaghen, chiedendo la fine della guerra a Gaza e sollecitando la Danimarca a riconoscere lo Stato di Palestina. Circa 100 organizzazioni, tra cui Oxfam, Greenpeace e Amnesty International, hanno preso parte alla marcia, oltre a sindacati, partiti politici, collettivi di artisti e attivisti, tra i quali Greta Thunberg.

La polizia non ha fornito una stima del numero dei manifestanti. Tra i dimostranti, molte famiglie con bambini piccoli, bandiere e striscioni con scritto "Stop alla vendita di armi", "Liberate la Palestina" e "La Danimarca dice no al genocidio".

Tradizionale sostenitrice di Israele, la Danimarca ha dichiarato di voler usare la sua attuale presidenza dell'Unione europea per aumentare la pressione sul governo israeliano affinché ponga fine alla guerra a Gaza, che la premier Mette Frederiksen ha recentemente definito "troppo oltre". Ma la Danimarca ha dichiarato di non avere intenzione di riconoscere uno Stato palestinese nel prossimo futuro.

"Chi è al potere non sta fermando il genocidio, quindi è ancora più importante uscire a protestare e dimostrare a tutti i leader che non siamo d'accordo", ha dichiarato all'AFP una manifestante.

20:41
20:41
«Prossimi negoziati negli Emirati Arabi Uniti o in Europa»

C'è la possibilità che il prossimo round di colloqui indiretti tra Israele e Hamas su un accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi si svolga negli Emirati Arabi Uniti. Lo riporta Channel 12 rilanciato dal «Times of Israel». C'è anche la possibilità che, se i negoziati dovessero avere luogo, si svolgano in Europa, secondo il canale israeliano. Durante la guerra, colloqui indiretti si sono svolti in Qatar ed Egitto.

19:26
19:26
Israele porta gli influencer nella Striscia per smentire la «campagna della fame»

Il governo israeliano ha permesso a 10 influencer americani e israeliani di entrare brevemente nella Striscia di Gaza nell'ambito di una campagna per «rivelare la verità» sulle condizioni umanitarie dei palestinesi, mentre cresce l'indignazione internazionale per la carestia e il numero sempre più alto di morti per fame e di uccisioni da parte del fuoco israeliano di coloro che cercano aiuti.

Come raccontato da «Haaretz», il tour organizzato dal ministero israeliano per gli affari della diaspora è stato un raro caso in cui ai civili è stato permesso di entrare a Gaza. L'iniziativa è stata presentata come una dimostrazione del «meccanismo di distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza» per «confutare le menzogne di Hamas diffuse dai media stranieri», si legge in una nota del ministero.

«Il tour si è svolto nell'ambito della lotta contro la campagna di Hamas per screditare Israele - la 'campagna della fame' - che mira a danneggiare l'immagine del paese sulla scena internazionale», ha aggiunto.

Tra i partecipanti al tour c'era anche Xaviaer DuRousseau, influencer repubblicano conservatore Gen Z con centinaia di migliaia di follower su Instagram, Facebook e TikTok, che ha pubblicato un video in cui mostrava bancali di cibo e altri aiuti in attesa di consegna: «potete odiarmi quanto volete per aver voluto vedere la verità, ma non cambierà i fatti. Israele NON è la ragione per cui molti palestinesi muoiono di fame», ha dichiarato.

«Prima dell'arrivo del GHF, il cibo veniva consegnato dall'UNRWA direttamente nelle mani dei terroristi di Hamas», ha dichiarato Brooke Goldstein, influencer residente a Miami, che vanta 150.000 follower su Facebook, X e Instagram, pubblicando una foto della visita al sito di Khan Yunis della Gaza Humanitarian Foundation (GHF) sostenuta dagli USA e scrivendo che ciò che ha visto a Gaza dimostra «che ciò che i media riportano è assolutamente falso».

Marwan Jaber, sedicenne israeliano druso con quasi 250.000 follower su Instagram, ha pubblicato un video in cui critica i membri dell'ONU a Gaza. «Vergognatevi per non aver fatto nulla», urla agli operatori mentre passa in auto.

All'inizio di questo mese «Haaretz» ha riferito che il ministero degli esteri israeliano ha stanziato decine di migliaia di dollari per portare influencer dagli USA in Israele.

19:21
19:21
L'inviato speciale USA Thomas Barrack incontra Netanyahu

L'inviato speciale degli Stati Uniti Thomas Barrack è arrivato oggi in Israele e ha incontrato il premier Benyamin Netanyahu per discutere di Siria e Libano. Lo scrive il «Times of Israel» citando da tre funzionari israeliani.

L'incontro era già stato riportato in precedenza da Axios, citando tre fonti israeliane e statunitensi, e ha fatto seguito ai colloqui tra Barrack e il ministro israeliano per gli affari strategici Ron Dermer e il ministro della difesa Israel Katz. Anche l'ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee avrebbe preso parte agli incontri. Gli inviati dovrebbero recarsi in Libano domani, con il senatore repubblicano Lindsey Graham che li raggiungerà a Beirut.

Dermer ha incontrato martedì a Parigi il ministro degli esteri siriano Asaad al-Shibani per discutere di accordi di sicurezza nella Siria meridionale, secondo quanto riferito da due fonti siriane a conoscenza dell'incontro.

Funzionari siriani e israeliani stanno conducendo colloqui con la mediazione degli Stati Uniti per la de-escalation del conflitto nella Siria meridionale. Un precedente ciclo di colloqui si è tenuto a Parigi a fine luglio, ma si è concluso senza un accordo finale.

Lunedì Barrack ha dichiarato in Libano che Israele dovrebbe rispettare un piano in base al quale Hezbollah verrà disarmata entro la fine dell'anno in cambio della sospensione delle operazioni militari israeliane in Libano.

19:19
19:19
Gli yemeniti hanno utilizzato per la prima volta un proiettile con testata a grappolo

Nell'attacco missilistico lanciato venerdì sera dagli Huthi contro Israele, i ribelli yemeniti hanno utilizzato per la prima volta un proiettile con testata a grappolo. È quanto emerge da un'indagine dell'aeronautica militare israeliana, secondo cui una delle munizioni ha colpito il cortile di un'abitazione nella città centrale di Ginaton, causando lievi danni. Lo riporta il «Times of Israel».

L'esercito afferma che la mancata intercettazione del proiettile è sotto inchiesta e non è correlata al tipo di testata trasportata dal missile. «I sistemi di difesa aerea, con particolare attenzione allo strato superiore, sono in grado di gestire e intercettare tali missili, come avvenuto in passato», afferma l'IDF.

15:39
15:39
Le forze israeliane hanno bombardato la capitale yemenita Sanaa

Le forze israeliane hanno bombardato la capitale yemenita Sanaa, colpendo l'area nei pressi del complesso presidenziale e alcune basi missilistiche. Lo riferisce la tv degli Houthi, al Masirah.

13:36
13:36
Khamenei torna in pubblico: «Non ci metteranno in ginocchio»

«I nemici hanno subito gravi sconfitte nei loro attacchi militari e hanno capito che il sistema islamico e gli iraniani non possono essere messi in ginocchio e costretti a obbedire attraverso la guerra»: lo ha detto oggi il leader iraniano Ali Khamenei, dopo una lunga assenza dagli eventi pubblici.

«La ragione dell'ostilità degli Stati Uniti contro l'Iran è complessa», ha dichiarato Khamenei: «In passato hanno semplicemente accusato l'Iran di terrorismo e violazione dei diritti umani, in nome del sostegno alla democrazia e ai diritti delle donne, per cambiare il comportamento dell'Iran. Ma oggi la persona al potere (il presidente Donald Trump) ha rivelato il vero obiettivo degli americani, affermando - forse in modo diverso - che affrontano l'Iran per costringerlo a eseguire gli ordini degli Stati Uniti o a far sì che il Paese vi obbedisca».

12:18
12:18
L'IDF prepara la grande offensiva nella periferia di Gaza City

L'IDF afferma di aver avviato operazioni militari alla periferia di Gaza City «in vista di una grande offensiva per conquistare l'intera città». Lo riferiscono i media di Tel Aviv.

«Decine di migliaia di riservisti dovrebbero presentarsi in servizio il 2 settembre per l'offensiva, che probabilmente inizierà nelle prossime settimane», si sottolinea.

10:27
10:27
Le famiglie degli ostaggi manifestano davanti alle case dei ministri

Il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi israeliani si sta radunando per manifestare davanti alle abitazioni di alcuni ministri, chiedendo un cessate il fuoco.

I dimostranti manifesteranno davanti alle case del ministro della Difesa Israel Katz, del ministro degli Affari Strategici Ron Dermer, del ministro degli Esteri Gideon Saar, nonché dei ministri Eli Cohen, Miri Regev e Avi Dichter. Lo riferiscono i media di Tel Aviv.

10:26
10:26
Israele ha ucciso un altro giornalista palestinese a Gaza

Il giornalista palestinese Khaled Al-Madhoun, cameraman di Palestine Tv, è stato ucciso ieri sera sera dopo essere stato colpito dalle forze israeliane nel nord di Gaza. Secondo il corrispondente della Wafa, Al-Madhoun è stato preso di mira nella zona di Zikim.

Il sindacato dei giornalisti palestinesi ha espresso cordoglio per la sua scomparsa condannandone l'uccisione e ha sottolineato che prendere di mira i giornalisti è un crimine commesso dalle forze israeliane nel tentativo di oscurare la verità.

10:18
10:18
«Katz ha ammesso crimini di guerra»

L'ex ministro della Difesa e capo di stato maggiore Moshe Ya'alon accusa il ministro della Difesa israeliano Israel Katz di aver ammesso di aver «commesso un crimine di guerra» nella Striscia di Gaza quando venerdì ha minacciato di trasformare Gaza City in «Rafah e Beit Hanoun», due città che sono state in gran parte ridotte in macerie dall'attività militare israeliana, durante la pianificata presa di controllo della città da parte delle Idf. Lo scrive il Times of Israel.

Venerdì Katz ha affermato che «le porte dell'inferno si apriranno presto sugli assassini e gli stupratori di Hamas a Gaza, a meno che non accettino le condizioni poste da Israele per porre fine alla guerra, in primo luogo il rilascio di tutti gli ostaggi e il loro disarmo».

Ora, Ya'alon sostiene che questi commenti sono «un'ammissione di aver commesso un crimine di guerra: l'evacuazione dei residenti e la distruzione delle loro case». «L'intenzione di portare a termine questo a Gaza City è chiaramente un ordine illegale», afferma l'ex funzionario della difesa, chiedendo alle autorità legali israeliane di intervenire e impedire che l'operazione a Gaza City prosegua, affermando che solo loro saranno in grado di impedire ai soldati di dover obbedire a «un ordine chiaramente illegale». «È in vostro potere fermare il deterioramento morale ed etico del nostro Paese, che ha promesso 'mai più!'», implora Ya'alon.

«È già chiaro a chiunque che il governo messianico, evasivo e corrotto non serve il Paese, ma piuttosto la sua presa sul potere, trascurando gli ostaggi, sacrificando i soldati e distruggendo il Paese e il suo futuro», aggiunge. Ya'alon, ex membro del partito al governo Likud, è stato un feroce critico del primo ministro Benjamin Netanyahu da quando è stato sostituito come ministro della Difesa nel 2016. Nel novembre dello scorso anno, aveva lanciato l'allarme: Israele stava percorrendo la strada della pulizia etnica nella Striscia di Gaza.

08:11
08:11
Ieri 70 palestinesi uccisi negli attacchi israeliani a Gaza

È di almeno 70 morti il bilancio dei palestinesi uccisi negli attacchi israeliani di ieri a Gaza. Lo scrive Al Jazeera citando fonti degli ospedali locali.

Sono stati segnalati diversi feriti in un bombardamento israeliano di una tenda che ospitava sfollati palestinesi ad al-Saraya, nel quartiere di Remal, nella parte occidentale di Gaza City, scrive l'emittente.

08:09
08:09
«In condizioni critiche almeno uno o 2 ostaggi»

Israele ha valutato che «almeno uno o due» degli ostaggi detenuti a Gaza versano in condizioni di pericolo di vita: lo riportano media ebraici citati dal Times of Israel, all'indomani della dichiarazione del presidente statunitense Donald Trump secondo cui sarebbero meno di 20 gli ostaggi ancora in vita.

Secondo il canale televisivo israeliano Channel 12, i funzionari israeliani temono che molti degli ostaggi ancora in vita siano in gravi condizioni di salute e abbiano un disperato bisogno di cure mediche. «Il rilascio degli ostaggi è una necessità urgente», ha dichiarato un alto funzionario a Channel 12.

I funzionari israeliani non sono sicuri di cosa abbia portato Trump a concludere, durante una conferenza stampa venerdì alla Casa Bianca, che «un paio di loro forse non ci sono più». Sulla scia delle dichiarazioni del presidente Usa, il coordinatore israeliano per gli ostaggi, Gal Hirsh, ha detto ieri alle famiglie che non vi è alcun cambiamento nel numero degli ostaggi vivi.

08:00
08:00
Il punto alle 8

Il senatore Bernie Sanders e la trumpiana di ferro Marjorie Taylor Greene sono agli opposti ma su un tema sembrano andare d'accordo: mettere fine alla carestia a Gaza.

«Il presidente Trump ha il potere di mettere fine alla carestia. Invece non fa nulla. Basta con i soldi dei contribuenti alla macchina da guerra di Netanyahu», ha detto Sanders.

«Gli innocenti di Gaza non hanno ucciso e rapito gli innocenti di Israele il 7 ottobre. Così come abbiamo provato compassione per le vittime e le famiglie del 7 ottobre, come non possiamo parlare e non provare compassione per gli innocenti e i bambini di Gaza?», ha sottolineato Greene, osservando come gli Stati Uniti danno sostegno finanziario e militare a Israele e questo «significa che ogni contribuente sta giocando un ruolo nelle azioni militari di Israele».