Dalle sanzioni USA alla solidarietà: «Francesca Albanese merita il Nobel per la Pace»

Non sono mancate le reazioni di sdegno alla decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi, accusata, tra le altre cose, di antisemitismo. Proprio mentre l'Amministrazione Trump colpiva la giurista italiana, l'europarlamentare sloveno Matjaž Nemec proponeva la sua candidatura a Premio Nobel per la Pace 2026. In una lettera inoltrata ai membri del Parlamento europeo, il socialdemocratico ha spiegato: «Francesca Albanese è la prima voce degli orrori contro il popolo palestinese, che soffre atti di terrore e disumanizzazione di proporzioni inimmaginabili a Gaza e in Cisgiordania da un anno e mezzo. Albanese è un contrappeso all'ipocrisia della politica, anche e soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, da cui ci si aspetterebbe sforzi per porre fine al massacro dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, invece di una maggioranza di politici che sostiene, tollera e guarda dall'altra parte».
Secondo Matjaž Nemec: «Francesca Albanese con i suoi messaggi inequivocabili sulla situazione a Gaza e in Cisgiordania, e i rapporti che pubblica come relatrice speciale delle Nazioni Unite, sta diventando la voce di milioni di persone in tutto il mondo che, sulla base di fatti e argomenti comprovati, chiedono sanzioni immediate contro il governo genocida israeliano». L'eurodeputato sloveno ha quindi invitato i suoi colleghi a esprimere il loro voto a sostegno all'attivista per i diritti umani, in quanto ogni sottoscrizione sarà di aiuto anche «all'intero popolo palestinese e milioni di persone in tutto il mondo che chiedono instancabilmente pace, giustizia e rispetto dei diritti umani» . Nemec ha poi chiesto ai membri dell'eurocamera di invitare i propri colleghi dei parlamenti nazionali a sostenere Albanese.
Raggiunta da Al Jazeera, la giurista non ha dato troppo peso alle sanzioni che congelano i beni negli USA e vietano l'ingresso nel Paese. «No comment sulle tecniche di intimidazione di stampo mafioso», ha scritto l'esperta delle Nazioni Unite in un messaggio all'emittente, aggiungendo: «Rimango impegnata a ricordare agli Stati membri i loro obblighi di fermare e punire il genocidio. E coloro che ne traggono profitto».
Intanto sembra che l'appello di Matjaž Nemec abbia raccolto i primi consensi. Nelle scorse ore, un utente italiano ha lanciato una petizione su change.org per candidare la giurista a Premio Nobel per la Pace. Nel testo si legge: «Francesca Albanese, una prestigiosa e stimata giurista a livello globale e una orgogliosa rappresentante della nostra amata Italia, è in prima linea nella lotta contro le ingiustizie. Attraverso i suoi rapporti come Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, ha gettato luce su una delle più grandi atrocità nella storia dell'umanità. Tuttavia, le recenti sanzioni imposte dagli Stati Uniti su Francesca e la campagna mediatica diffamatoria, anche attraverso inserzioni a pagamento per mano del governo israeliano per le sue attività umanitarie a Gaza, rappresentano un inseguimento intimidatorio e di minacce palese. Queste azioni sono un segnale d'allarme che richiede la nostra attenzione e una risposta decisa. Francesca Albanese è in pericolo ed è vostro obbligo e dovere difenderla! Per tutto questo, vi chiediamo di prendervi carico della nomina di Francesca Albanese al Premio Nobel per la Pace. Riconoscere il suo impegno nei territori palestinesi occupati e la sua lotta per la giustizia rappresenta un passo fondamentale per contrastare condotte infamanti e per sostenere i valori umanitari. Chiediamo solennemente alle istituzioni italiane di agire con decisione e risolutezza a sostegno della nostra compatriota. L'Italia non sta a guardare e le istituzioni italiane hanno l'obbligo di rispondere a chi cerca di mettere a tacere una voce coraggiosa. Perché non è tollerabile che venga sanzionato e punito chi denuncia un genocidio che sta avvenendo in diretta streaming e non chi, quel genocidio, lo sta commettendo!».
Quest'oggi il presidente del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC) ha criticato la decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni a Francesca Albanese. In una dichiarazione, Jürg Lauber ha sottolineato l'importanza dei relatori speciali nel portare avanti il mandato del Consiglio e ha esortato tutti gli Stati membri dell'ONU a collaborare con loro ed evitare qualsiasi forma di intimidazione o ritorsione. «Deploro la decisione del governo degli Stati Uniti di imporre sanzioni alla signora Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967», ha affermato Lauber.