Il personaggio

Dall'Ucraina a Vladimir Putin: le parole di Angela Merkel

L'ex cancelliera tedesca, giorni fa, ha rotto il silenzio condannando la guerra ma difendendo la sua politica dell'epoca nei confronti della Russia
Sara Mauri
10.06.2022 10:30

Molti si chiedevano cosa avrebbe detto Angela Merkel sulla guerra in Ucraina e sulle posizioni da lei tenute negli anni nei riguardi della Russia di Putin.

Del resto, l’ex cancelliera tedesca era una delle poche figure femminili di potere con cui Putin ha avuto a che fare da quando è salito ai vertici. Leader solida, per 16 anni alla guida della Germania, se si potesse trovare qualcuno a cui accostare la sua figura, sarebbe Margaret Thatcher. La nuova ex leader di ferro ha lasciato la politica l'anno scorso dopo i suoi quattro mandati. Riservata, riservatissima sulla vita privata, sulla sua vita pubblica si sa quasi tutto, sulla guerra in Ucraina non si era mai espressa in maniera così chiara. Anche perché quando è scoppiata la guerra, Merkel aveva già lasciato la politica attiva. Durante il suo incarico di governo è stata spesso vista come una figura stabilizzatrice in Europa, ma la guerra in Ucraina ha anche messo in luce alcuni potenziali difetti nella sua leadership. Prima di Olaf Scholz ci si chiedeva anche cosa sarebbe successo all’Europa post Merkel. Spaventava quasi ciò che poteva accadere al passaggio di testimone di una leader che, bene o male, ha fatto la storia d’Europa. Diversi hanno auspicato di farle prendere le redini della situazione, come strumento di dialogo tra Ucraina e Russia. Anche Matteo Renzi aveva pensato a lei come interlocutore chiave per dialogare con Vladimir Putin.

Di lingua russa fluente dopo essere cresciuta nell'ex Germania dell'Est comunista, Merkel ha anche attirato critiche per la sua vicinanza e non ostilità verso la Russia di Vladimir Putin durante i suoi incarichi da cancelliera.

Putin e le critiche

Nel 2002 Angela Merkel era a capo del principale partito di opposizione tedesco, l'Unione Cristiano Democratica (CDU). Putin, invece, era il presidente di una Russia nuova. Allora Putin già aveva stretto amicizia con Gerhard Schröder, il predecessore della Merkel.

L’operato di Merkel, negli ultimi mesi, è stato oggetto di un attento esame per le relazioni con il presidente russo Vladimir Putin e per i precedenti legami economici tra Russia e Germania. Merkel aveva mantenuto le comunicazioni con Putin anche dopo la sua annessione della penisola di Crimea nel 2014, annessione che aveva innescato sanzioni dell'UE contro la Russia.

I malumori riguardano anche una politica di distensione nei confronti di Mosca che, secondo alcuni pensatori, ha lasciato la Germania e l'Europa vulnerabili. Il governo Merkel, infatti, è anche stato criticato per aver guidato la Germania nella sua considerevole dipendenza dal petrolio e dal gas russi. La costruzione di Nord Stream 2 era stata completata prima del blocco deciso dall’attuale cancelliere Olaf Scholz.

Ad aprile, Angela Merkel era stata criticata per aver visitato l'Italia poco dopo le notizie su Bucha, invece di visitare l'Ucraina, tanto che il quotidiano tedesco Bild aveva titolato così: «Invitata a Bucha, portata a Firenze».  Sempre ad aprile, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo che a Bucha erano emerse violazioni dei diritti umani ad opera delle forze russe, aveva lanciato una frecciata ad Angela Merkel e all'ex presidente francese Nicolas Sarkozy, suggerendo che il loro veto all’ingresso dell'Ucraina nella NATO nel 2008 fosse stato un chiaro «errore di calcolo». Le uscite di Zelensky avevano gettato un’ombra sull’operato di Merkel. «Invito la signora Merkel e il signor Sarkozy a visitare Bucha e vedere cosa ha portato la politica di concessioni alla Russia in 14 anni», aveva detto ad aprile il presidente ucraino.

Anche Mateusz Morawiecki, il primo ministro polacco, aveva definito la Germania come il «più grande freno» alle ulteriori sanzioni dell'Unione Europea alla Russia. 

© AP
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L’Ucraina e la NATO

L'Ucraina aveva stretto una partnership con la NATO sin dagli anni Novanta, inviando truppe a lavorare con l'alleanza in Iraq e Afghanistan. Il Paese, nel 2008, vedeva l'adesione alla NATO come una via futura per l’indipendenza totale,  radicale e definitiva da Mosca.

E se il presidente George W. Bush appoggiava il piano di ingresso dell’Ucraina nella NATO, già allora la Russia era ostile. Durante il vertice della NATO del 2008 a Bucarest, in Romania, era stata discussa la questione dell’ingresso di Ucraina e Georgia. Tuttavia, dopo l'opposizione di Francia e Germania, è stata presa la decisione di offrire né all'Ucraina né alla Georgia un Piano d'azione per l'adesione alla NATO (MAP). Yushchenko era rimasto molto deluso. Le ambizioni dell'Ucraina di entrare a far parte dell’Alleanza Atlantica sono alla fine terminate nel 2010, quando Yushchenko perse le elezioni presidenziali a favore di Viktor Yanukovich, che ha poi definì irrealistiche le ambizioni ucraine.

Basso profilo

Da quando la Merkel si è dimessa dalla carica di cancelliera della Germania nel dicembre 2021, ha mantenuto un basso profilo. Il 25 febbraio, ha rilasciato una dichiarazione sull'invasione della Russia, condannando con forza l’invasione e dicendo che non c’era «nessuna giustificazione» per questa «palese violazione del diritto internazionale».

L’intervista

Ma ecco che Merkel riprende la parola. Martedì, durante la sua prima intervista pubblica dal suo ritiro dalla politica, ha condannato l’invasione dell’Ucraina: «Quello che è successo», ovvero la guerra in Ucraina, «è un grave errore da parte della Russia», viola «tutte le regole del diritto internazionale». Ma nella stessa lunga intervista la Merkel ha anche difeso la sua politica nei confronti della Russia dicendo di non poter incolpare sé stessa per non essersi sforzata abbastanza per cercare di impedire che la situazione in Ucraina si sviluppasse fino allo stato attuale: «Non posso rimproverarmi di non aver tentato abbastanza». In sintesi: Angela Merkel ha cercato di rispondere anche alle critiche degli ultimi mesi e alle accuse di chi considerava la sua politica troppo indulgente nei confronti della Russia. E sulla visita a Sochi, sulla caduta dell’URSS, Merkel ha raccontato di Putin: «Lui mi disse che la caduta dell’URSS era stata la più grande catastrofe del Ventesimo secolo. Io gli risposi che per me era stato fra gli eventi più belli della mia vita».

L'intervista è stata condotta da Alexander Osang, giornalista di Der Spiegel, durante un evento teatrale al teatro Berliner Ensemble. Qui, su Berliner, le impressioni di Alexander Osang dopo la sua conversazione con Angela Merkel.

Nell’intervista, la Merkel ha difeso la sua opposizione all’adesione di Ucraina e Georgia alla NATO, nel 2008.

All’epoca la NATO aveva promesso che in futuro i due Paesi si sarebbero potuti unire all’Alleanza Atlantica, ma aveva rifiutato di attivare il «piano di azione per l’adesione» che avrebbe permesso l’accesso nell’alleanza entro breve periodo (cinque o dieci anni). Qui un vecchio articolo di allora. Durante l’intervista la Merkel ha dichiarato che se la NATO avesse concesso l’adesione, Putin avrebbe potuto causare danni enormi in Ucraina. Inoltre, la Merkel ha anche citato problemi di corruzione sistemica presenti all’epoca in Ucraina. «Il presidente Zelensky sta combattendo coraggiosamente contro la corruzione, ma all'epoca l'Ucraina era davvero un Paese governato da oligarchi». E ancora: «Non era l'Ucraina che conosciamo oggi. Era un'Ucraina politicamente molto, molto divisa», ha detto Merkel. 

«Non puoi diventare un membro della NATO da un giorno all'altro», ha aggiunto la Merkel. «È un processo e durante questo processo sapevo che Putin avrebbe fatto qualcosa all'Ucraina».

La Merkel, in pratica, era contraria a un piano per far entrare l'Ucraina nella NATO perché voleva prevenire l'escalation con la Russia e l'Ucraina non era pronta. Qui, un’altra ragione: la Merkel si è detta «molto sicura» che Vladimir Putin «non avrebbe lasciato che accedesse. Dal suo punto di vista, sarebbe stata una dichiarazione di guerra».

La Merkel ha affermato che l'accordo di Minsk, ovvero l’accordo del 2014 che ha aiutato a mediare per alleviare il conflitto tra le forze governative e i separatisti sostenuti dalla Russia, sebbene non fosse del tutto appetibile per gli ucraini, abbia fatto guadagnare tempo al Paese. «All'epoca, ha portato calma e ha dato all'Ucraina, ad esempio, molto tempo, sette anni, per svilupparsi in quello che è oggi».

Oggi la situazione è differente. «L’Ucraina non può essere lasciata sola».

 

© EPA
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La reazione dell’ambasciatore ucraino

L'ambasciatore ucraino in Germania, Andrij Melnyk, sembra non aver affatto gradito le parole di Merkel, tanto da definire «assurde» le giustificazioni usate. «Nessun cenno di autocritica», ha dichiarato Melnyk. E ancora: «Le dichiarazioni dell’ex cancelliera sull'infallibilità della sua politica con la Russia e il suo trattamento troppo indulgente nei confronti del dittatore Putin sono sconcertanti».