Droni da intercettazione: così Kiev spera di abbassare i costi della difesa anti-aerea

Quella fra Ucraina e Russia - ne abbiamo già parlato - è, sempre più, una guerra dei droni. Negli ultimi mesi, in particolare, i cieli sopra Kiev (ma anche su Mosca) si sono fatti sempre più pieni di UAV (veicoli aerei senza pilota). Secondo dati forniti dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nell’arco di una sola settimana a inizio luglio, la Russia ha scagliato qualcosa come 1.800 droni su infrastrutture civili e militari ucraine. Numeri che rendono la difesa un compito sempre più arduo.
Fino a marzo, l’Ucraina riusciva ad abbattere oltre il 95-98% dei droni in arrivo, sottolinea un articolo recentemente comparso sull'Economist. Oggi, invece, circa il 15% riesce a passare. Complice dello sviluppo, una drastica crescita produttiva russa. Con il sostegno di componenti importati dalla Cina, segnala il settimanale britannico, Mosca realizza ogni mese circa 2.700 droni kamikaze Geran-2 (noti anche come Shahed, gli UAV di progettazione iraniana) e 2.500 droni multiuso Gerbera. Molti sono stati aggiornati e dotati di guida video, intelligenza artificiale e resistenza ai disturbi elettronici.
I costi
Abbattere droni da guerra, spesso, può costare caro, più di quanto non costi produrli. Il prezzo per un Geran-2 dotato degli ultimi ritrovati tecnologici in termini di guida AI e resistenza al cosiddetto jamming, secondo quanto calcolato dall'Economist, è di circa 200 mila dollari. Un missile a corto raggio IRIS-T usato per la difesa anti-aerea può arrivare a costare un milione di dollari. Ecco perché Kiev, negli ultimi mesi, ha spinto per accelerare lo sviluppo di interceptor drones, droni da intercettazione: UAV piccoli ed economici progettati per essere inviati contro i Geran in arrivo, facendoli esplodere prima di colpire.
Già schierati, questi particolari droni hanno già un’efficacia del 70%. Kiev spera di arrivare a produrne almeno 1.000 al giorno, con un costo per unità sotto i 5.000 dollari. Decisamente più vantaggiosi di altri sistemi di difesa anti-aerea. Almeno quattro aziende ucraine (tra cui Wild Hornets e Besomar), insieme a imprese tedesche e baltiche, sono in corsa per soddisfare la richiesta.
Squadre femminili
Un’altra recente e significativa trasformazione al fronte, riporta il giornale britannico, riguarda il ruolo delle donne ucraine nelle forze armate. Sono circa 100.000, tutte volontarie, le donne impiegate attualmente dall'esercito di Kiev, e molte ricoprono ruoli operativi proprio nelle unità droni. «Il miglior killer ora può essere una pilota di mini-droni con dita agili», ha spiegato Olha Bihar, comandante d’artiglieria, all'Economist.