Aviazione

Ecco perché l’Airbus A380 di Global Airlines non vola

La compagnia, tramite il suo CEO, ha fatto chiarezza dopo mesi e mesi di silenzio: ma i dubbi, anche pensando ai piani di espansione futuri, permangono
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Marcello Pelizzari
03.12.2025 15:22

Global Airlines ci aveva provato: lanciare una nuova compagnia puntando tutto su un Airbus A380, il gigante dei cieli. Un progetto ambizioso, forse visionario, sicuramente esagerato. Un progetto che, dopo poche settimane di vita, ha incontrato un ostacolo ben più grande del velivolo stesso: la realtà. Il superjumbo registrato 9H-GLOBL è infatti stato parcheggiato a Tarbes, nel sud-ovest della Francia, dopo appena due voli commerciali transatlantici. Tarbes, per intenderci, è conosciuto nel settore come il cimitero degli aeroplani. 

La decisione, evidentemente, a suo tempo aveva sorpreso i passeggeri e incuriosito gli addetti ai lavori. Il silenzio da parte del management, inoltre, aveva scatenato commenti fra il catastrofico e il disfattista. A distanza di mesi, quel silenzio è stato rotto. E, almeno in parte, è stata pure fatta chiarezza. 

Heavy maintenance e prudenza: le ragioni del CEO

In un’intervista rilasciata a Simple Flying, l’amministratore delegato della compagnia, James Asquith, ha spiegato che lo stop non deriva da un guasto improvviso né da problemi economici. L’A380 – già reduce da un lungo periodo di inattività prima dell’impiego – necessitava infatti di un nuovo ciclo di heavy maintenance, nonostante avesse appena concluso una manutenzione a Dresda. Per heavy maintenance si intende un’ispezione profonda, alla quale gli aerei commerciali vengono sottoposti dopo un periodo più o meno lungo. 

Asquith, nell’intervista. ha insistito sulla volontà di «non forzare i tempi»: il ritorno in cielo non è affatto escluso, anzi, ma avverrà solo dopo aver completato ogni passaggio tecnico richiesto. Un messaggio, quello dell’amministratore delegato, che punta a rassicurare. E che, al contempo, rivela la complessità di operare un velivolo di queste dimensioni con una flotta, peraltro, composta da un’unica unità. Di proposte concrete, leggi rotte o date, in ogni caso nemmeno l’ombra. 

Un aereo vecchio in un mercato difficile

Il 9H-GLOBL non è un A380 nuovo di fabbrica: proviene da un’altra compagnia (in passato fu di China Southern) e ha alle spalle anni di inattività. Secondo diversi osservatori internazionali, questo ne aumenta i costi operativi e i rischi, soprattutto se inserito in un modello di business ancora fragile. E in un mercato, quello delle rotte transatlantiche, altamente competitivo.

Il contesto attuale, d’altro canto, non aiuta. La domanda transatlantica non è più quella del periodo pre-COVID, le politiche di Donald Trump, come ammesso ad esempio dal CEO di Swiss Jens Fehlinger, hanno creato più di un grattacapo, mentre i costi astronomici dell’A380 — carburante, manutenzione, equipaggi, infrastrutture aeroportuali — sono rimasti tali. Per una start-up, improntata (almeno sulla carta) sul lusso, reggere questo equilibrio era e rimane complicato.

Solo due voli commerciali: un esperimento interrotto

Sono stati appena due, come detto, i voli operati dal superjumbo: una parentesi più simbolica che operativa, per certi versi. Avere un unico aereo comporta infatti un rischio strutturale: qualsiasi problema tecnico, ritardo o variazione nella domanda può paralizzare l’intero servizio.

Il trasferimento a Tarbes, aeroporto noto per essere uno dei principali centri europei di stoccaggio e manutenzione, agli occhi di Asquith è stato dunque un gesto prudente. E a suo modo significativo: Global Airlines non è nelle condizioni di far volare regolarmente il suo gigante.

Trasparenza sì, ma modello da ripensare

Un elemento positivo, a ben vedere, c’è: dopo mesi di silenzio e attività social quantomeno enigmatiche, Asquith ha scelto di parlare apertamente, cercando di spiegare difficoltà e prospettive. Un atteggiamento non scontato per una compagnia che punta su glamour e unicità del prodotto. Ha pure fatto capire che la flotta verrà allargata, verosimilmente con un A340. Un altro velivolo dai costi operativi alti, che non a caso le compagnie nel mondo stanno ritirando. 

Resta, a monte, la domanda più grande: Global Airlines potrà davvero decollare, di nuovo, con un velivolo così impegnativo? Oppure l’A380 resterà un’operazione di marketing più che un progetto industriale? E ancora: l’A340 è una scelta veramente strategica o un tentativo di distogliere l’attenzione e guadagnare tempo?

La compagnia ha assicurato che «tornerà a volare» e lo farà anche con l’A380. Ma tra manutenzioni cicliche, mercato incerto e un modello operativo che richiede stabilità, per tacere della pessima stampa ricevuta sin qui, il percorso è tutt’altro che semplice. Per ora il superjumbo resta a terra, anche perché gli slot per una manutenzione del genere sono stracolmi. E con lui rimangono a terra le ambizioni — enormi quanto le sue ali — di un vettore che voleva riportare l’A380 al centro del cielo.

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