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Elon Musk è un eroe di guerra?

È la domanda che si pongono molti dopo il suo contributo al conflitto tramite Starlink e il suo tweet «misterioso»
Marcello Pelizzari
09.05.2022 11:00

Mettiamola così: Elon Musk è un uomo del fare. Quantomeno, finora ha (quasi) sempre tenuto fede alle sue ambizioni. Non è esagerato, ad esempio, affermare che grazie a Starlink, il servizio per l’accesso a Internet satellitare globale in banda larga di SpaceX, ha ridato luce e di riflesso speranza all’Ucraina.

Già, perché l’invasione russa – pur non distruggendo la rete nel suo insieme – ha provocato blackout e, parallelamente, messo fuori uso il web in alcune regioni. Ci sono stati anche attacchi (e ciberattacchi) specifici. E qui, appunto, è entrato in gioco il patron di Tesla e SpaceX. Con i primi kit per collegarsi ai satelliti (di fatto delle parabole dal diametro di 59 centimetri) arrivati, non senza difficoltà, a inizio aprile. Così, un po’ come ai tempi nei villaggi ci si riuniva di fronte all’unico televisore presente in paese, spesso di proprietà del parroco o del bar, le varie comunità si sono radunate attorno a questi oggetti arrivati «da fuori». Ritrovando una piccola, grande fetta di normalità. Come la lettura di un quotidiano online o una videochiamata ai parenti.

L’arrivo di Starlink, detto di Musk, è stato provocato dal ministro della trasformazione digitale Mykhailo Fedorov. Via Twitter, vera e propria arma delle autorità ucraine. I toni, a febbraio, erano più o meno questi: Elon, d’accordo la colonizzazione di Marte ma intanto la Russia sta cercando di occupare l’Ucraina. Dieci ore dopo, il miliardario si è attivato per inviare al fronte i citati kit.

Diecimila terminali

Consegna dopo consegna, giorno dopo giorno, in Ucraina ad oggi sono giunti 10 mila terminali per collegarsi a Starlink. L’apposita app è subito balzata in testa nella classifica delle più scaricate mentre 150 mila ucraini, oramai, utilizzano attivamente il servizio.

Di più, Starlink si è rivelato essenziale per strutture civili e militari, ospedali, agenzie governative e via discorrendo.

A beneficiarne, leggiamo, è stata anche la concorrenza. Vodafone, il secondo operatore telefonico ucraino, si è appoggiato all’invenzione di Musk per ristabilire le sue connessioni a Irpin.

Il primo utente

Oleg Kutkov, invece, può fregiarsi del titolo di primo utilizzatore di Starlink in Ucraina. Aveva comandato il kit mesi e mesi prima, affidando (indovinate un po’?) a Twitter le sue impressioni una volta testato il prodotto. Si è collegato ben prima che le autorità di Kiev ne approvassero l’utilizzo. Anticipando la legislazione, insomma.

Una cosa da nerd, già. E infatti, prima che il servizio diventasse popolare a causa del conflitto, come ancora di salvezza, fra ingegneri, cosiddetti geek e amanti delle «cose strane» c’era parecchio fermento riguardo a Starlink.

E questo perché la promessa di Musk, beh, è potente: offrire una connessione al web da qualsiasi angolo del mondo. Dai poli alle zone più rurali del pianeta, passando per gli aeroplani.

Da qui al 2025, Starlink potrà contare su una rete di 12 mila satelliti in orbita bassa (550 chilometri di altitudine). Al momento, tuttavia, il servizio appare ancora instabile. Anche perché di satelliti, lassù, ce ne sono «solo» duemila. Per tacere del prezzo: 500 euro per il kit, 100 per l’abbonamento mensile.

Fra narrazione, minacce e pubblicità

La narrazione attorno a Starlink, ad ogni modo, rimane positiva. Il primo sponsor del servizio, ovviamente, è il ministro Fedorov. Sul suo canale Telegram, di fatto fa pubblicità a Musk. Parlando di esperienza unica e, soprattutto, mai vista.

Fedorov, d’altronde, è un personaggio. Dall’invasione in poi, è stato bravissimo ad alimentare tanto la grandeur tecnologica dell’Ucraina quanto il culto della sua personalità. Di recente, ha pure messo in vendita un’opera NFT piuttosto attuale ancorché kitsch: un Musk a grandezza quasi naturale accanto al tweet in cui il miliardario annunciava l’arrivo di Starlink in Ucraina.  

Musk, allargando il campo, è considerato un eroe di guerra. Perché, oltre ad aver ridato la connessione a molti ucraini, di fatto ha reso vani gli sforzi dei russi che, dall’inizio del conflitto, come detto hanno cercato a più riprese di far saltare le comunicazioni di Kiev.

Se è per questo, il miliardario ha preso posizioni particolarmente nette e, senza giri di parole, ha fatto capire da che parte sta. Su Twitter, sul suo Twitter oramai, ha pure sfidato a duello nientepopodimeno che Vladimir Putin. «Con la presente sfido Vladimir Putin in un combattimento di arti marziali. In palio c'è l'Ucraina».  

In queste ore, invece, un altro cinguettio ha catturato l'attenzione del mondo. «Se muoio in circostanze misteriose è stato bello conoscervi». Ohibò, il nostro è finito nel mirino dei russi? Qualcosa, invero, è stato detto sul suo conto dalla controparte. Dmitry Rogozin, direttore di Roscosmos, l'Agenzia spaziale russa, aveva puntato il dito contro Starlink affermando che lo strumento – tramite il Pentagono – è stato adoperato dal battaglione Azov asserragliato a Mariupol. «Elon Musk è coinvolto nel supporto delle truppe fasciste in Ucraina. E per questo la pagherai, anche se giochi a fare lo scemo...» aveva scritto, per la precisione, Rogozin.

C'è chi frena

Eppure, molti esperti frenano. Chiedendo, fra le altre cose, di evitare gli eccessivi trionfalismi e le iperboli attorno a Musk e a Starlink. Si tratterebbe, proprio così, di narrazione. Anche in questo caso. Da una parte Putin che blocca i social network e l’informazione, puntando tutto sulla propaganda; dall’altra l’Ucraina che si prefigura come Paese high-tech.

In mezzo, concludendo, c’è Starlink. Che a marzo 2022, dopo un anno circa di spedizioni in tutto il mondo, vantava appena 250 mila abbonati al servizio e che, grazie all’aiuto offerto all’Ucraina, ora può contare su 150 mila sottoscrizioni «extra» nel Paese invaso. Fedorov, a tal proposito, ha chiarito che nessun abbonamento è stato pagato (se ne riparlerà dopo la guerra) e che i kit sono stati donati dal miliardario.

Ma dopo la guerra, chi vorrà collegarsi alle stelle? È opinione comune, infatti, che le connessioni terrestri avranno una vita ancora molto lunga, Ucraina compresa. Kutkov, il suo kit, molto probabilmente lo metterà in vendita su eBay o simili. E nei villaggi in cui, nel frattempo, è tornato Internet in fibra ottica la gente si è già staccata da Starlink.

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