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Diversi esperti nominati dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite hanno chiesto l'esclusione dello Stato ebraico dal calcio internazionale – Erdogan: «A Gaza toccato il punto più basso dell'umanità» –TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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19:44
19:44
«L'attacco di Israele al Qatar? Una palese violazione alla nostra sovranità»
L'emiro del Qatar Sheikh Tamin bin Hamad al Tahni parlando al dibattito generale dell'80° Assemblea Generale Onu ha ribadito la condanna all'attacco di Israele al Qatar, definendola una «palese violazione alla nostra sovranità».
«Al contrario di quanto dice il premier israeliano Benjamin Netanyahu l'attacco non è un'azione legittima, ma un atto che mina qualsiasi tentativo diplomatico» di mettere fine alla guerra a Gaza, ha proseguito. Netanyahu - ha sottolineato - vuole «continuare la guerra», che per lui è un'opportunità di espandere gli insediamenti: «Israele non è un paese democratico circondato da nemici» ma un nemico per i vicini.
19:40
19:40
Macron: «Lo stato di Palestina sarà creato il giorno in cui Israele lo riconoscerà»
Il presidente francese, Emmanuel Macron, parlando alla tv BFM da New York, ha affermato che lo stato di Palestina sarà «realmente creato» il «giorno in cui lo stato di Israele lo riconoscerà».
«Vedo un presidente americano che è mobilitato, che afferma 'voglio il premio Nobel per la pace'. Il premio Nobel della pace è possibile soltanto se lui ferma questa guerra», ha detto il presidente francese, all'indomani del suo riconoscimento della Palestina davanti alle Nazioni Unite.
18:15
18:15
Chiesta l'esclusione di Israele dagli eventi sportivi FIFA e UEFA
Diversi esperti nominati dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite hanno chiesto l'esclusione di Israele dagli eventi calcistici internazionali in una dichiarazione pubblicata oggi. Il Consiglio ha invitato la FIFA e la UEFA, gli organi di governo del calcio mondiale ed europeo, ad adottare le misure appropriate come risposta necessaria per affrontare il conflitto in corso a Gaza.
«Lo sport deve respingere la percezione che tutto proceda come se niente fosse», hanno affermato gli esperti. «Gli organismi sportivi non devono chiudere un occhio sulle gravi violazioni dei diritti umani, soprattutto quando le loro piattaforme vengono utilizzate per normalizzare le ingiustizie».
Israele respinge costantemente tutte le accuse mosse nell'ambito del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Il Paese accusa il Consiglio e i suoi relatori di essere prevenuti nei confronti di Israele. Il gruppo di esperti include relatori sui diritti culturali, sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati e sul razzismo. Hanno fatto riferimento al rapporto della scorsa settimana della commissione d'inchiesta indipendente del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, che ha affermato che Israele sta commettendo un genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza.
Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha recentemente respinto le sanzioni contro Israele, affermando che non vi è stata alcuna violazione della Carta Olimpica. Nel caso delle sanzioni contro atleti russi e bielorussi a causa della guerra in Ucraina, il CIO ha citato come motivo le violazioni della Carta Olimpica. Agli atleti russi e bielorussi è stato consentito di partecipare a eventi sportivi internazionali solo come atleti neutrali.
18:13
18:13
Erdogan: «A Gaza toccato il punto più basso dell'umanità»
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parlando all'80esima Assemblea Generale Onu ha mostrato una foto di palestinesi a Gaza con in mano contenitori in attesa di cibo. «Possiamo avere una ragione per questa brutalità nel 2025? - si chiede - E questa fotografia vergognosa si ripete ogni giorno da 23 mesi».
Erdogan ha poi mostrato la foto delle gambe di un bambino piccolissimo ridotte a pelle e ossa. «Come si può stare in silenzio davanti a questo?», ha aggiunto: «Questo rappresenta il punto più basso dell'umanità. E il genocidio a Gaza viene trasmesso live su media e social media».
16:00
16:00
Harris: «La risposta di Biden alla guerra a Gaza è stata inadeguata»
Per Kamala Harris Joe Biden non è stato in grado di mostrare maggiore empatia verso i civili di Gaza uccisi da Israele come invece aveva fatto per gli ucraini. «Le sue osservazioni sui palestinesi innocenti sono sembrate inadeguate e forzate», ha scritto nel suo libro «107 Days», uscito oggi e citato da Axios.
Nel volume l'ex vice presidente si dilunga sulla crisi in Medio Oriente e sulla rabbia dell'ala sinistra del partito democratico per la deferenza di Biden nei confronti della leadership israeliana.
Harris sottolinea che l'impopolarità di Biden l'ha danneggiata nella corsa presidenziale 2024, e che uno dei motivi dell'insofferenza degli americani è stata «la percezione che Biden avesse firmato un assegno in bianco a Netanyahu».
15:59
15:59
Israele ribadisce: «Impediremo violazioni del blocco navale a Gaza»
Se la «Flotilla di Hamas» continua a «respingere la proposta pacifica di Israele, adotteremo le misure necessarie per impedirne l'ingresso nella zona di combattimento e per porre fine a qualsiasi violazione di un legittimo blocco navale, compiendo al contempo ogni sforzo possibile per garantire la sicurezza dei suoi passeggeri».
Lo scrive su X il ministero degli Esteri israeliano, rivelando di aver avuto una risposta negativa dagli attivisti circa la proposta di portare gli aiuti per i palestinesi al porto di Ashkelon per farli poi trasferire a Gaza. «Questa risposta mette ancora una volta in luce la mancanza di sincerità dei membri della flottiglia e la loro missione di servire Hamas, piuttosto che la popolazione di Gaza».
«Ripetiamo: se le vostre intenzioni sono sincere, trasferite qualsiasi aiuto di questo tipo alla Marina di Ashkelon, in modo che possa essere inoltrato tempestivamente alla Striscia di Gaza in modo pacifico e non violento», ribadisce il governo di Israele.
15:57
15:57
Israele non partecipa alla riunione del Consiglio di Sicurezza su Gaza
Israele non parteciperà alla riunione di alto livello del Consiglio di Sicurezza su Gaza, in programma alle 13 locali, le 19 svizzere, a margine dell'Assemblea Generale Onu.
«Ho ribadito al presidente del Consiglio di Sicurezza che Israele non parteciperà alla sessione del Consiglio. Nonostante la nostra precedente comunicazione che la sessione cadeva nel giorno della festività di Rosh Hashanah, il Consiglio ha scelto di tenere il dibattito proprio in questo giorno. Una discussione unilaterale che si tiene in una festività ebraica è l'ennesima prova dell'ipocrisia delle Nazioni Unite», ha detto l'ambasciatore israeliano all'Onu Danny Danon.
14:50
14:50
Trump presenterà ai leader arabi il suo piano per porre fine guerra a Gaza
Il presidente americano Donald Trump presenterà domani ai leader arabi e musulmani una proposta per un accordo di pace e la governance postbellica nella Striscia di Gaza. Lo hanno detto al sito Axios due funzionari americani e due funzionari arabi.
Domani Trump incontrerà i rappresentanti di Arabia Saudita, Emirati arabi uniti, Qatar, Egitto, Giordania, Turchia, Indonesia e Pakistan.
Secondo Axios, il presidente americano non discuterà solo della liberazione degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas e del cessate il fuoco, ma dovrebbe parlare anche dei principi riguardanti il ritiro israeliano da Gaza e la governance postbellica, che prevede l'esclusione di Hamas.
Gli Stati Uniti vogliono anche che i paesi arabi e musulmani accettino di inviare forze militari a Gaza per consentire il ritiro israeliano e garantire finanziamenti arabi e musulmani per il periodo di transizione e per la ricostruzione. Il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha ribadito oggi la disponibilità del suo paese a inviare una forza di peacekeeping a Gaza.
«L'incontro di domani potrebbe essere piuttosto importante - ha detto un funzionario americano - abbiamo un'idea abbastanza precisa dei contorni per mettere fine alla guerra. Vogliamo presentare quella che riteniamo essere l'unica strada percorribile e vogliamo l'adesione e il sostegno della regione perchè abbia successo».
Mentre una fonte araba ha dichiarato che «a quanto pare, Trump vuole il nostro feedback e il nostro sostegno al piano statunitense per porre fine alla guerra e poi per portarlo avanti».
Dal canto suo un funzionario israeliano ha fatto sapere che il premier Benyamin Netanyahu è al corrente delle linee generali del piano e sa anche che ci saranno aspetti che non piaceranno al governo israeliano, soprattutto per quanto riguarda il futuro coinvolgimento dell'Autorità nazionale palestinese. «Ci saranno pillole amare che dovremo ingoiare», ha affermato.
Netanyahu sarà alla Casa Bianca lunedì prossimo per il suo quarto incontro con Trump da gennaio.
12:55
12:55
Tank israeliani a circa 3 chilometri dal centro di Gaza City
Media nella Striscia riferiscono della presenza dei carri armati israeliani lungo la strada Shifa nel quartiere Rimal di Gaza City, a circa 3 chilometri dal centro. Lo riferisce Ynet.
12:02
12:02
640 mila palestinesi hanno lasciato Gaza City finora
L'esercito israeliano (IDF) stima che circa 640'000 palestinesi hanno finora lasciato Gaza City, dirigendosi verso il sud della Striscia. Lo riporta il «Times of Israel». Si ritiene che circa un milione di palestinesi risiedessero nella maggiore città dell'enclave prima che l'IDF lanciasse la nuova massiccia offensiva contro Hamas.
10:22
10:22
Abu Mazen: «Hamas non avrà alcun ruolo nel futuro governo»
Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (ANP) Abu Mazen ha dichiarato che Hamas «non avrà alcun ruolo nel futuro governo» dello Stato palestinese, sottolineando che l'organizzazione palestinese che controlla la Striscia di Gaza «e le altre fazioni dovranno consegnare le loro armi all'Autorità nazionale palestinese».
Nel suo intervento in videoconferenza - dopo che gli USA gli hanno negato il visto - alla Conferenza sulla soluzione ai due Stati alle Nazione Unite al Palazzo di vetro, Abu Mazen ha espresso «profondo apprezzamento» per la «storica» dichiarazione di New York, che segna «l'inizio di un percorso irreversibile» che metta fine all'occupazione e porti alla creazione di uno Stato palestinese.
«Ribadiamo la nostra condanna dei crimini dell'occupazione e condanniamo anche l'uccisione e la cattura di civili, compresi quelli commessi da Hamas il 7 ottobre 2023», ha aggiunto il leader dell'ANP.
09:22
09:22
La Svizzera si unisce a una dichiarazione congiunta su Israele
Israele deve revocare le restrizioni sui farmaci e sulle apparecchiature mediche a Gaza. È quanto chiede la Svizzera in una dichiarazione congiunta con altri Stati. Il testo è stato firmato a New York dal ministro degli esteri Ignazio Cassis, durante la conferenza dell'ONU sul Medio Oriente e la soluzione dei due Stati. Il corridoio di evacuazione medica da Gaza alla Cisgiordania deve inoltre essere riaperto.
Questo corridoio dovrebbe includere Gerusalemme Est, affinché i pazienti possano ricevere le cure di cui hanno urgentemente bisogno, ha indicato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza ha raggiunto un livello insostenibile.
Già alla fine di luglio, in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sull'attuazione della soluzione dei due Stati, la Svizzera aveva ribadito che quest'ultima rimaneva l'unica possibilità per israeliani e palestinesi di «vivere fianco a fianco in pace, sicurezza e dignità all'interno di confini sicuri e riconosciuti, in conformità con il diritto internazionale».
Il riconoscimento bilaterale della Palestina deve essere parte integrante di una pace duratura basata sulla soluzione dei due Stati, si legge nel comunicato. Tale riconoscimento potrà essere preso in considerazione quando saranno state avviate misure concrete che garantiscano sia l'autodeterminazione del popolo palestinese sia la sicurezza di Israele.
La Svizzera respinge con fermezza l'occupazione israeliana del territorio palestinese, gli insediamenti, le annessioni e le espulsioni, e invita tutte le parti a rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario.
Ignazio Cassis ha rappresentato ieri la Svizzera a New York a una conferenza sul tema organizzata dalla Francia e dall'Arabia Saudita. Secondo il DFAE, Berna sostiene la dichiarazione di New York che invita a compiere passi concreti per porre fine alla guerra a Gaza, attuare la soluzione dei due Stati e raggiungere l'integrazione regionale.
07:59
07:59
Anche il Principato di Monaco riconosce lo Stato palestinese
Anche il Principato di Monaco ha riconosciuto la Palestina come Stato. Durante l'Assemblea generale dell'ONU il principe Alberto II si è unito ad oltre 145 leader di altrettanti nazioni.
Il principe ha affermato che fin dall'inizio il suo paese ha difeso il diritto di Israele «a vivere entro confini sicuri e riconosciuti e a godere della sicurezza al loro interno», nonché «il diritto del popolo palestinese ad avere uno Stato sovrano, vitale e democratico».
«Oggi desideriamo riaffermare il nostro incrollabile sostegno all'esistenza di Israele e desideriamo anche riconoscere la Palestina come Stato di diritto internazionale», ha affermato sottolineando l'importanza di trovare una soluzione «equilibrata e sostenibile» per porre fine al conflitto, una volta «liberati tutti gli ostaggi e non appena Hamas sarà disarmato». «La soluzione a due Stati», ha concluso il principe Alberto, si «basa sull'esistenza di due entità nazionali».
07:19
07:19
Von der Leyen annuncia un gruppo di donatori per la Palestina
«Dall'inizio di questa guerra, l'Europa è stata la linfa vitale dell'Autorità azionale palestinese. Abbiamo messo insieme un pacchetto finanziario senza precedenti di 1,6 miliardi di euro. Ma poiché è in gioco la stessa sopravvivenza dell'Autorità palestinese, dobbiamo fare tutti di più. Ecco perché istituiremo un Gruppo di donatori per la Palestina» Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen alla conferenza di alto livello all'ONU per la soluzione dei due Stati.
«Qualsiasi futuro Stato palestinese - ha proseguito - deve essere sostenibile anche dal punto di vista economico. E questo può essere raggiunto solo con il sostegno dei vicini dei palestinesi. Noi europei istituiremo uno strumento dedicato alla ricostruzione di Gaza - in coordinamento con gli sforzi degli altri donatori. Gaza deve essere ricostruita. L'economia palestinese deve essere rilanciata. E invito tutti voi a unirvi allo sforzo per rendere possibile questo obiettivo. Naturalmente, alla fine, solo israeliani e palestinesi possono accordarsi sul cammino da seguire. Ma la comunità internazionale ha molto da offrire. Possiamo facilitare. Possiamo ricostruire. Ma soprattutto, possiamo mantenere viva la speranza».
«Quando la notte è più buia, dobbiamo aggrapparci alla nostra bussola. E la nostra bussola è la soluzione a due Stati», ha ancora affermato la von der Leyen. «Il 7 ottobre - ha proseguito - ha aperto uno dei capitoli più oscuri della Storia. Siamo tutti d'accordo che la tragedia a Gaza deve finire subito. E che gli ostaggi devono essere rilasciati. Ma porre fine alla guerra potrebbe non essere sufficiente, se non c'è un percorso verso la pace. Se la prospettiva dei due Stati non è più realizzabile».
«E mentre parliamo - ha aggiunto - la soluzione a due Stati viene messa in discussione. Questo non può essere. Perché l'unico piano di pace realistico si basa su due Stati: con un Israele sicuro, uno Stato palestinese vitale e la piaga di Hamas eliminata».
06:38
06:38
Raid israeliani nella Striscia, almeno 37 morti
Almeno 37 persone sono rimaste uccise la scorsa notte nella Striscia di Gaza durante un'operazione militare israeliana. Lo riferisce l'emittente libanese Al Mayadeen. Secondo quanto riportato, l'artiglieria israeliana ha colpito i quartieri orientali e meridionali di Gaza City, provocando 30 vittime. L'attacco si inserisce nell'ambito dell'offensiva di terra lanciata da Israele per prendere il pieno controllo della città.
06:09
06:09
Il punto alle 6
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato a Fox News che il suo Paese non considera Hamas un'organizzazione terroristica, ma un «gruppo di resistenza». Intervenendo in precedenza a una conferenza delle Nazioni Unite sulla Palestina, il leader turco ha accusato Israele di genocidio e di voler rendere impossibile la creazione di uno Stato palestinese. «L'obiettivo del governo di Netanyahu è quello di rendere impossibile la creazione di uno Stato palestinese e di spostare con la forza i palestinesi il più possibile» ha dichiarato Erdogan. «Il governo di Netanyahu, che proviene da una società un tempo vittima dell'Olocausto, ora commette un genocidio contro i vicini con cui ha condiviso terra e acqua per millenni».
Il Ministero della Sanità gestito da Hamas ha dichiarato che 61 gazesi sono stati uccisi nelle ultime 24 ore. Secondo i media locali, l'IDF ha bombardato la sede di un gruppo di difesa civile nei quartieri occidentali di Gaza City. L'IDF dal canto suo ha affermato di aver ucciso 15 militanti di Hamas a Gaza domenica.
Il Regno Unito ha avvertito Israele di non annettere la Cisgiordania come ritorsione per il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di Londra.