Il blitz

Finanziamenti ad Hamas, la ricostruzione della Polizia italiana

Raccoglievano fondi apparentemente destinati alla popolazione civile di Gaza, in realtà finanziavano la strategia terroristica (e anche esponenti dell’organizzazione) – In manette Mohammed Hannoun, personaggio controverso al centro da mesi del dibattito
© Polizia di Stato italiana
Red. Online
27.12.2025 16:58

Ha portato all’arresto di nove persone e al sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per oltre otto milioni di euro. Stiamo parlando dell'operazione «Domino» di Polizia italiana e Guardia di Finanza, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova. Un blitz che «segue i soldi» con l'obiettivo di ricostruire i finanziamenti in favore di Hamas.

L’indagine è nata in seguito dell’analisi di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette, ed è stata poi sviluppata attraverso intercettazioni, monitoraggi di flussi di denaro, acquisizione di documentali anche sotto copertura e un’intensa cooperazione giudiziaria internazionale, in particolare con i Paesi Bassi e altre autorità europee. Sono stati inoltre acquisiti atti e documenti trasmessi dalle autorità israeliane.

E, tra gli arrestati, ce n'è uno che ha già fatto scoppiare un polverone (anche politico): Mohammad Hannoun, il presidente dell'associazione dei palestinesi in Italia. Architetto di origine giordana, vive a Genova, dove ha sede l'«Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese» (A.B.S.P.P.). Nell'inchiesta che ha portato alle misure cautelari di oggi, si legge nel comunicato della Polizia di Stato, «numerose e significative appaiono le conversazioni telefoniche e i contatti tra Hannoun e quanti rivestono analoghi ruoli in Olanda, Austria, Francia e Inghilterra». Tali comunicazioni dimostrano «l'esistenza di una estesa rete organizzata a livello internazionale di soggetti/istituzioni impegnati nella raccolta fondi, apparentemente da destinare a scopi benefici e a sostegno della popolazione e della causa palestinesi». Ma, secondo le indagini della procura nazionale antiterrorismo, avrebbe inviato più di dieci milioni di euro ad Hamas e creato una cellula in Italia.

Denaro che sarebbe servito ai civili a Gaza

Hannoun è definito dagli inquirenti «componente di vertice della organizzazione terroristica Hamas», che avrebbe destinato, nella raccolta di fondi indicata come avente fini umanitari per la popolazione palestinese, una parte rilevante (più del 71%) al finanziamento diretto di Hamas o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di altre articolazioni dell'organizzazione terroristica, concorrendo a versare, direttamente o indirettamente, all'organizzazione terroristica, a partire dal 18 ottobre 2001 e fino a oggi, ma soprattutto a seguito degli eventi del 7 ottobre 2023, ingenti somme di denaro, pari a 7.288.248,15 euro, sottraendo tali fondi alle finalità dichiarate e alle reali necessità della popolazione civile di Gaza.

© Polizia di Stato italiana
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Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe operato per anni attraverso l’A.B.S.P.P., la sua articolazione come organizzazione di volontariato e altre associazioni create successivamente, raccogliendo fondi apparentemente destinati alla popolazione civile di Gaza. In realtà, le somme sarebbero state inviate, anche mediante triangolazioni internazionali, ad associazioni dichiarate illegali dallo Stato di Israele perché ritenute sotto il controllo di Hamas, nonché direttamente a esponenti dell’organizzazione. Parte dei fondi sarebbe stata destinata al sostentamento dei familiari di attentatori suicidi o di detenuti per reati di terrorismo, rafforzando il consenso e l’adesione alla strategia terroristica. L’indagine ha infine delineato l’esistenza di una rete europea strutturata di raccolta fondi, di cui l’articolazione italiana rappresentata dagli arrestati costituirebbe una componente stabile, inserita in un progetto strategico della leadership di Hamas. La strategia era sempre la stessa: sostenere finanziariamente l’organizzazione attraverso attività formalmente caritative.

8 milioni di euro

L’indagine Domino «ha consentito di valorizzare l’imponente attività informativa e gli sviluppi investigativi portati avanti dagli organismi di sicurezza italiani nell’ambito del comitato di analisi strategica antiterrorismo e di porre a disposizione della procura nazionale antiterrorismo e della procura distrettuale di Genova rilevanti elementi», ha dichiarato il direttore centrale della Polizia di prevenzione, Lucio Pifferi. Sulla base degli elementi acquisiti nell’inchiesta è possibile – ha aggiunto – «sostenere l’ipotesi di attività di finanziamento di organizzazioni terroristiche da parte di una serie di associazioni operanti in Europa e in Italia, ma in realtà diretta emanazione dell’organizzazione Hamas che nel corso delle loro attività hanno raccolto una rilevante somma di denaro ipotizzabile intorno agli 8 milioni di euro destinata per la gran parte al finanziamento di Hamas stessa».

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