Francia, ma chi paga per i danni a commerci e negozi?

Da giorni, oramai, la Francia è attraversata da continue proteste e disordini. Il motivo, lo sappiamo, è legato a doppio filo all’uccisione del giovane Nael da parte di un poliziotto. Diversi commerci, nei centri urbani del Paese, sono stati danneggiati. Di qui la domanda, anche provocatoria, posta al ministro dell’Economia Bruno Le Maire: chi paga?
La questione non è di poco conto, se consideriamo che – sabato – le cifre ufficiali parlavano di oltre 200 insegne della grande distribuzione prese di mira, cui bisogna aggiungere più di 250 tabaccherie, 250 filiali bancarie, negozi di ogni dimensione e fast-food. I danni potrebbero, anzi dovrebbero essere elevati. Più elevati, sicuramente, rispetto ai 249 milioni di euro spesi per risollevare i commerci dopo l’ondata dei gilets jaunes fra il 2018 e il 2019.
France Assureurs, l’organizzazione che raggruppa le assicurazioni all’interno dell’Esagono, ha provato a calmare le acque ribadendo che gli associati «risponderanno presente». Ma di mezzo, spiegano i media transalpini, ci sarebbero non pochi problemi burocratici. Alain Di Crescenzo, presidente della Camera di Commercio e dell’Industria francese, ha chiesto di dare priorità massima ai commercianti nelle stazioni di polizia, di modo che possano denunciare facilmente i loro sinistri, ma anche di fornire aiuti concreti come il pagamento di guardie di sicurezza.
Le franchigie
Al centro del dibattito, poi, c’è pure un abbassamento delle franchigie. Proprio per aiutare chi, in queste ore, ha visto andare in fumo il lavoro di una vita. Un appello, in questo senso, è stato lanciato sabato da Le Maire. Ma di risposte, nello specifico, ne sono arrivate poche. O nessuna, se è vero che France Assureurs non ha toccato il tema nella sua comunicazione. Ribadendo solo che «l’accelerazione dei risarcimenti è particolarmente cruciale per consentire ai professionisti, i cui strumenti di lavoro sono stati danneggiati o addirittura distrutti, di riprendere rapidamente la loro attività».
Le Maire ha sottolineato altresì la necessità di risarcimenti rapidi, «in tempi che dovrebbero essere misurati in giorni e non in settimane». Nessun problema su questo fronte, ha garantito il fondatore di Assurland Olivier Moustacakis. La piattaforma di comparazione assicurativa, infatti, ritiene che i risarcimenti non richiederanno tempistiche mostruose.
Il ministro dell’Economia, in ogni caso, ha invitato le vittime di danneggiamenti e saccheggi a denunciare rapidamente quanto accaduto, ribadendo comunque che il governo ha in agenda anche una possibile estensione dei termini di denuncia, al momento «fermi» a cinque giorni dopo un incidente.
Che cosa è coperto?
Altro giro, altra domanda: ma i danni causati da disordini o tumulti, volendo ricorrere a un’espressione forse antica, sono generalmente coperti dalle assicurazioni standard? Di base no: stando al Codice delle assicurazioni francese, gli assicuratori non sarebbero obbligati a coprire perdite di questo tipo. Tuttavia, citiamo France Assureurs, gli edifici residenziali, gli edifici commerciali e gli edifici appartenenti alle autorità locali sono di solito coperti contro gli incendi e le esplosioni da qualsiasi polizza assicurativa globale o antincendio eventualmente stipulata a loro copertura. Quanto ai danni intenzionali, poi, la copertura contro quelli vandalici fornisce un risarcimento, laddove i saccheggi sono coperti da una polizza antifurto sebbene quest’ultima non copra gli oggetti rubati all’esterno degli edifici.
E se il negozio resta chiuso?
Decisamente più complicata, andando avanti, la questione riguardante l’indennizzazione di chi, per forza di cose, ha dovuto chiudere l’attività durante le proteste o, peggio, deve ritardare la riapertura proprio a causa dei danni subiti. Se le polizze multirischio professionali, di solito, comprendono furto e incendio, spesso non includono le cosiddette perdite di guadagno. Secondo France Assureurs, non a caso, soltanto un’azienda su due in Francia sarebbe coperta. Un problema, dato che molte imprese si sono ritrovate con vetrate distrutte, serrande sfasciate, insegne o facciate annerite o bruciate e, di riflesso, potranno riaprire soltanto fra un po’.
I danni alla cosa pubblica
Nel bailamme generale, evidentemente, è stata toccata e colpita anche la cosa pubblica. Le assicurazioni deputate a coprire gli enti locali, come i Comuni o i Consigli dipartimentali, sabato hanno dichiarato di aver attivato un sistema speciale per facilitare le richieste di risarcimento dei propri assicurati. Solo venerdì notte, a livello di istituzioni, sono stati incendiati o presi di mira 26 municipi e 24 scuole.
Murielle Bourreau, vicepresidente della Federazione francese dei commercianti al dettaglio, a BFMTV ha parlato di misure «non sufficienti», a maggior ragione dopo quanto successo con la pandemia e dopo la riforma delle pensioni. La stessa Bourreau ha denunciato la macchinosità dell’apparato burocratico in termini di risarcimento. E così, il rischio che la domanda, quella domanda, rimanga inevasa esiste: chi paga?