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Gaza: fuoco sulle file per gli aiuti, è un'altra strage

Sono almeno 84 le persone uccise oggi dagli attacchi israeliani nella Striscia, e più di 200 sono rimaste ferite – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Gaza: fuoco sulle file per gli aiuti, è un'altra strage
Red. Online
20.07.2025 07:31
20:14
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Gaza: fuoco sulle file per gli aiuti, è un'altra strage

Non passano nemmeno 24 ore e a Gaza è un'altra strage tra la gente affamata in fila: sono almeno 84 le persone uccise oggi dagli attacchi israeliani nella Striscia, e più di 200 sono rimaste ferite, secondo fonti mediche ad al Jazeera.

E il ministero della Salute palestinese precisa che tra le vittime almeno 73 erano in attesa degli aiuti. Un copione che si ripete, al punto che da maggio secondo fonti della Striscia sono almeno 900 i civili rimasti uccisi mentre erano in cerca di cibo.

La replica dell'esercito israeliano ricalca quanto già sottolineato in precedenti simili episodi, anche nei giorni scorsi: l'esercito conferma di aver sparato «colpi di avvertimento» nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti nel nord di Gaza per disperdere «una minaccia».

L'esercito (Idf) ha quindi sottolineato di essere «a conoscenza delle segnalazioni di vittime nella zona», ma che «un esame preliminare mostra che il numero riportato di vittime non corrisponde alle informazioni esistenti» e che l'episodio è in fase di ulteriori indagini.

I numeri e le immagini però scorrono senza sosta: all'Angelus, il pontefice ha rinnovato il suo appello affinché si fermi subito la barbarie della guerra al fine di raggiungere una risoluzione pacifica del conflitto. Israele invece ha deciso di allargare le sue operazioni di terra a Gaza.

Per la prima volta dall'inizio della guerra l'esercito ha emesso un ordine di evacuazione per i residenti nella zona sud-occidentale di Deir al-Balah, nel centro della Striscia, per espandere «le sue attività in un'area in cui non ha mai operato prima». Le truppe hanno allargato le operazioni anche nell'area di Jabalya, nel nord, ha fatto sapere l'Idf sottolineando che i soldati «operano contro le organizzazioni terroristiche della zona» e che «finora sono stati smantellati centinaia di siti di infrastrutture terroristiche, sono state localizzate numerose armi e decine di terroristi sono stati eliminati», si legge in un comunicato stampa pubblicato su Telegram.

Mentre continua l'attesa per una svolta sull'accordo con Hamas sul cessate il fuoco, fonti vicine alla fazione palestinese hanno affermato che «i punti di contrasto sono stati significativamente ridotti», e hanno parlato di «terreno fertile» per un annuncio a breve, riconoscendo che «la pressione americana sta funzionando».

Anche in Israele monta l'impazienza nell'opinione pubblica, con decine di migliaia di israeliani che hanno protestato sabato sera nel centro di Tel Aviv e in altre città, per chiedere un accordo che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi, con appelli diretti ai leader israeliani e al presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Segnali di impazienza sembrano emergere anche a Washington dove, secondo indiscrezioni di stampa, monta la frustrazione dell'amministrazione Trump contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu dopo gli attacchi in Siria. «Bibi si è comportato come un pazzo. Bombarda tutto in continuazione», ha detto un funzionario della Casa Bianca ad Axios, osservando come le azioni di Netanyahu potrebbero «indebolire quello che Trump sta cercando di fare». Secondo un altro funzionario, il premier «è fuori controllo e ha il grilletto facile». «A volte è come un bambino che non si comporta bene», ha aggiunto.

Intanto, il primo ministro israeliano ha saltato la riunione settimanale di governo a causa di un'intossicazione alimentare: il suo ufficio ha fatto sapere che lavorerà da casa per i prossimi tre giorni su consiglio medico. Saltano così anche le udienze del processo a suo carico che erano previste per la prossima settimana, scrive Ynet. Riprenderanno dopo la pausa estiva, ovvero a settembre.

17:16
17:16
Papa, no alle punizioni collettive, basta guerra

Stamane all'Angelus, recitato dalla residenza di Castel Gandolfo, papa Leone XIV ha chiesto con forza alla comunità internazionale di fermare la barbarie della guerra, che si osservi il diritto umanitario e si rispetti il divieto di punizione collettiva.

Papa Prevost ha espressamente citato gli attacchi «militari» dell'esercito israeliano di questi giorni, non solo alla chiesa latina della Sacra Famiglia, ma anche agli altri attacchi militari contro la popolazione civile e i luoghi di culto.

Leone XIV ha espresso inoltre preoccupazione per i paventati piani di deportazione o concentramento della popolazione palestinese, proprio nel giorno in cui l'esercito israeliano inizia una operazione di terra con ordini di evacuazione ai gazawi verso Sud. Ai cristiani del Medio Oriente, in particolare, Leone ha rivolto parole accorate e di vicinanza.

Con un fuori programma, il Papa si è lasciato anche intervistare brevemente da alcuni giornalisti presenti sul posto, un gesto che dà la misura di quanto reputi straordinari e gravi gli sviluppi a Gaza, tali da aver coinvolto un luogo sacro che doveva essere protetto, in un attacco che ha costretto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a una telefonata di scuse allo stesso Leone.

«Dobbiamo dialogare e lasciare le armi», ha ribadito il Pontefice, «il mondo non sopporta più la guerra». Su Gaza, ha aggiunto proprio riferendosi della telefonata con Netanyahu, «abbiamo insistito sulla necessità di proteggere i luoghi sacri e lavorare insieme in questo senso, lasciare tanta violenza e tanto odio».

La telefonata del primo ministro israeliano difficilmente comunque placherà gli animi in Vaticano. Alle dichiarazioni di ieri di Parolin («legittimo dubitare sia stato un errore»), si è aggiunto oggi anche il cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del dicastero delle Chiese orientali, secondo cui si è trattato di «un gesto disumano, tra tanti altri», «che viola l'antico diritto d'asilo, riconosciuto come progresso della civiltà» e si chiede se mai sia stato «voluto e programmato».

15:46
15:46
Iran: riparata con successo la difesa anti-aerea

«L'Iran ha riparato con successo la propria difesa anti-aerea, sostituendo i sistemi che erano stati danneggiati durante la guerra dei 12 giorni con Israele, e garantendo così la sicurezza dello spazio aereo del paese». Lo ha detto Mahmoud Mousavi, il vicecomandante per le operazioni dell'esercito.

«Il regime criminale sionista ha lanciato un attacco vigliacco sul suolo iraniano con obiettivi specialifici, ma non è riuscito ad ottenerli - ha proseguito Mousavi, citato dall'agenzia Mehr, aggiungendo che »il regime ha cercato di distruggere i nostri sisemi di difesa, e ne ha danneggiati alcuni. Israele non era solo nei suoi attacchi, e gli Stati Uniti e la Nato lo hanno aiutato per mesi, raccogliendo informazioni di intelligence. Noi consideriamo gli Stati Uniti complici dei crimini del reegime sionista«.

15:26
15:26
Sale a 73 il numero di palestinesi uccisi oggi in attesa aiuti a Gaza

Almeno 84 persone, tra cui 73 richiedenti aiuti, sono state uccise dagli attacchi israeliani a Gaza. Più di 200 sono rimaste ferite, secondo l'ultimo aggiornamento di al Jazeera.

In particolare, l'emittente cita il ministero della Salute palestinese, che adesso riferisce di almeno 73 persone in attesa di aiuti uccise a Gaza dagli attacchi israeliani.

Da maggio, più di 900 persone in cerca di aiuti alimentari sono state uccise a Gaza.

13:43
13:43
Hamas: «L'accordo per un cessate il fuoco a Gaza è pronto, ridotti i punti di contrasto»

«L'accordo (su Gaza) è già pronto, (siamo) in attesa dell'annuncio»: lo hanno dichiarato a Ynet fonti vicine ad Hamas, aggiungendo che «i punti di contrasto sono stati significativamente ridotti».

«La pressione americana sta funzionando - secondo queste fonti -. C'è terreno fertile per raggiungere un accordo e stiamo già parlando di divergenze di pochi chilometri nella zona cuscinetto al confine orientale di Gaza, di fronte alle comunità circostanti. Questo non costituisce più un ostacolo sostanziale».

Le fonti hanno anche affrontato i punti chiave per lo scambio di prigionieri con Israele, affermando che «la formula è già stata concordata nei colloqui precedenti: 50 detenuti per ogni ostaggio».

13:17
13:17
Fuoco israeliano sui palestinesi in attesa di cibo: oggi 51 morti

Almeno 51 palestinesi in attesa di cibo a Gaza sono stati uccisi dall'alba di oggi dal fuco israeliano, oltre 30 dei quali stavano aspettando i camion umanitari vicino al valico di Zikim, nel nord della Striscia: lo riportano i media palestinesi e arabi.

Secondo fonti mediche citate da Al Jazeera, inoltre, il bilancio complessivo delle vittime degli attacchi israeliani di oggi a Gaza è di 54 palestinesi.

11:37
11:37
Accordo Iran-E3 per la ripresa dei colloqui sul nucleare

Teheran ha raggiunto un accordo con Gran Bretagna, Francia e Germania (la troika europea E3), per la ripresa dei colloqui sulla questione nucleare iraniana: lo riporta l'agenzia di stampa Tasmin, che cita una fonte informata sui fatti.

«Il principio dei negoziati è stato concordato, ma le consultazioni in merito al momento e al luogo dei negoziati sono in corso, e il Paese in cui si svolgeranno i futuri negoziati non è stato ancora definito», ha affermato la fonte.

Secondo Tasnim, i colloqui si terranno a livello dei viceministri degli Esteri dell'Iran e dei tre Paesi UE.

08:59
08:59
Un altro ordine di evacuazione nella Striscia

L'Esercito israeliano (IDF) ha emesso un avviso di evacuazione per i palestinesi residenti nella zona sud-occidentale di Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale, mentre si prepara ad iniziare le operazioni di terra nella città per la prima volta dall'inizio della guerra. Lo riporta il Times of Israel.

08:13
08:13
Tre camion con medicinali diretti a Gaza

Il ministero della salute palestinese gestito da Hamas ha annunciato che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) invierà oggi negli ospedali della Striscia tre camion carichi di medicinali e forniture mediche.

I camion non contengono generi alimentari, si legge in un comunicato stampa pubblicato su Telegram.

«Il ministero della salute invita i cittadini, tutte le autorità, le famiglie e le parti interessate a compiere ogni sforzo per proteggere il convoglio, impedire qualsiasi interferenza con i camion e consentire il loro arrivo sicuro negli ospedali per salvare la vita dei malati e dei feriti», sottolinea la nota.

07:31
07:31
Il punto alle 7.30

La protezione civile di Gaza ha detto che ieri il fuoco israeliano ha ucciso 39 persone e ne ha ferite più di 100 nei pressi di due centri di soccorso, tra i più recenti decessi di palestinesi in cerca di cibo.

Le morti di persone in attesa di aiuti in enormi folle vicino ai punti di ristoro a Gaza sono diventate un evento regolare, con le autorità del territorio che spesso attribuiscono la colpa al fuoco israeliano. Per contro, la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sostenuta da Stati Uniti e Israele, che ha sostituito le agenzie delle Nazioni Unite come principale distributore di aiuti nel territorio, ha accusato Hamas di fomentare disordini e di sparare contro i civili.

Il portavoce della difesa civile, Mahmud Bassal, ha affermato che le morti sono avvenute nei pressi di un sito a sud-ovest di Khan Yunis e di un altro centro a nord-ovest di Rafah, entrambi nella parte meridionale di Gaza, attribuendo le morti a «colpi d'arma da fuoco israeliani». Un testimone ha raccontato di essersi diretto verso la zona di Al-Tina a Khan Yunis prima dell'alba con cinque dei suoi parenti per cercare di procurarsi del cibo quando «i soldati israeliani» hanno iniziato a sparare. «Io e i miei parenti non siamo riusciti a ottenere nulla», ha detto Abdul Aziz Abed, 37 anni, all'Afp. «Ogni giorno vado lì e tutto ciò che otteniamo sono proiettili e stanchezza invece di cibo». Anche altri tre testimoni hanno accusato i soldati di aver aperto il fuoco.

Decine di migliaia di israeliani, nel frattempo, hanno protestato ieri sera nel centro di Tel Aviv per chiedere un accordo che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi nella Striscia di Gaza, secondo quanto riportato dai media israeliani.

Il quotidiano Yedioth Ahronoth ha riferito che i manifestanti hanno marciato nel centro di Tel Aviv portando striscioni e gridando slogan per la fine della guerra e l'immediato ritorno degli ostaggi.

Anche ex ostaggi rilasciati da Hamas avrebbero preso parte alla marcia. I partecipanti hanno lanciato appelli diretti ai leader israeliani e al presidente degli Stati Uniti Donald Trump affinché si adoperino per raggiungere un accordo globale. Il giornale ha affermato che centinaia di manifestanti hanno tenuto proteste simili in altre città di Israele.