Il risvolto

Gisele, Tom e Steph Curry: che ne sarà ora dei testimonial-cripto?

L'ex coppia d'oro Bündchen-Brady, la leggenda della NBA e altri sportivi avevano prestato il loro volto in cambio di partecipazioni azionarie in FTX
© AP
Marcello Pelizzari
11.11.2022 17:00

Sì, Sam Bankman-Fried (per tutti SBF) era considerato l’enfant prodige delle criptovalute. L’oramai ex amministratore delegato di FTX, nel tempo, aveva guadagnato 15,6 miliardi di dollari grazie alla sua verve. Attirando, di riflesso, l’interesse di molte celebrità (e della politica). E adesso? Quanti e quali sono i danni collaterali, se così vogliamo chiamarli, per i VIP che avevano prestato volto e talento alla piattaforma?

«Non ci credo»

Nel frattempo, è vero, hanno annunciato il divorzio. Ma fino ieri l’altro Gisele Bündchen e Tom Brady erano una coppia da sogno. I due, beh, avevano pure recitato in uno spot pubblicitario di FTX, costato la bellezza di 20 milioni di dollari. La coppia, in cambio, si era garantita una partecipazione in società e aveva ricevuto criptovalute. E ancora: Steph Curry, la leggenda della NBA, era stata nominata ambasciatore globale dell’azienda. Pure lui in cambio di una partecipazione azionaria. Di più, il fenomeno dei Golden State Warriors aveva perfino coinvolto la sua associazione di beneficenza Eat.Learn.Play. E adesso?

Fra gli sportivi che hanno beneficiato di una partecipazione azionaria anche la star del tennis Naomi Osaka, il giocatore di baseball Shohei Ohtani e quello di football Aaron Jones.

Non finisce qui, perché le società cripto avevano dominato gli spot (costosissimi) trasmessi durante il Super Bowl 2022. In uno di questi, il comico Larry David aveva recitato proprio per FTX. Spot costosissimi, già: quello con David era costato circa 30 milioni di dollari. Il comico, nella clip, ascoltava un dirigente di FTX che lo implorava di investire in modo «semplice e sicuro», tramite la piattaforma ovviamente. A distanza di mesi, la risposta di David a quell’appello è tristemente attuale: «Non ci credo. E non mi sbaglio mai su queste cose, mai». Con il senno di poi, Bankman-Fried e i suoi collaboratori avrebbero dovuto ascoltarlo.

Da 10 mila dollari a 1 miliardo

Oggi, venerdì, Bankman-Fried si è dimesso dal ruolo di amministratore delegato di FTX mentre la società ha presentato istanza di fallimento secondo il famoso Chapter 11. FTX si è ritrovata confrontata a una crisi di liquidità senza precedenti. Parliamo di 8 miliardi di dollari, circa. Una crisi che ha impedito agli investitori di reclamare i propri fondi.

D’accordo, ma Gisele, Tom, Steph e gli altri? Mettiamola così: le loro partecipazioni, oggi, sono prive di valore. Non finisce qui, visto che l’impero (anzi, ex impero) di Bankman-Fried sta pure affrontando un’indagine federale sulle modalità con cui è stato gestito il denaro dei clienti.

La caduta, per SBF, è rovinosissima. E sta prestando il fianco altresì a speculazioni politiche, dal momento che l’ex enfant prodige è stato fra i maggiori donatori del Partito Democratico in vista delle presidenziali per il 2024. «Ho fatto una cazzata e avrei dovuto fare di meglio» le sue parole, affidate a Twitter. SBF, nel tonfo, ha perso a titolo personale almeno 13 miliardi di dollari.

La sua carriera, anni fa, attorno al 2017, iniziò in maniera ultra-nerd: approfittò infatti di una discrepanza di prezzo che gli permise di acquistare Bitcoin a basso costo in Giappone per rivenderli a prezzi altissimi in altri Paesi. In 18 mesi, trasformò 10 mila dollari in un miliardo. Urca.

La creazione di FTX risale al 2019. La piattaforma si prefiggeva, come recita lo spot, di acquistare le criptovalute in modo migliore e, soprattutto, sicuro.

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