Guerra

Gli ucraini hanno utilizzato mine antiuomo?

Dopo i numerosi casi russi, secondo Human Rights Watch gli ucraini potrebbero aver utilizzo mine PFM a Izium, quando la città era occupata dalla truppe di Putin
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Michele Montanari
31.01.2023 21:00

Una guerra nella guerra. Più sporca, che racconta di armi terribili. Armi che non dovrebbero mai essere utilizzate, perché colpiscono soprattutto i civili. Le cronache degli scorsi mesi ci hanno fatto inorridire con le bombe a grappolo e le mine antiuomo POM-3 utilizzate dai russi, ma sembra che anche gli ucraini abbiano utilizzato ordigni proibiti. La denuncia arriva da Human Rights Watch (HRW), che ha chiesto a Kiev di indagare sul presunto uso da parte dei soldati di migliaia di mine terrestri antipersona. Queste sarebbero state lanciate nella città orientale di Izium quando le forze russe stavano occupando l'area e avrebbero ucciso almeno 11 civili. Human Rights Watch, si legge in un rapporto della ONG, ha documentato numerosi casi in cui razzi contenenti mine antiuomo PFM (i cosiddetti «pappagalli verdi» raccontati da Gino Strada in un celebre libro) sono stati lanciati in aree occupate dagli invasori vicino a strutture militari russe. L'Ucraina ha aderito al Trattato di messa al bando delle mine del 1997 (Convenzione di Ottawa), firmato da Kiev nel 1999 e ratificato nel 2005. Tra i Paesi membri della convenzione non figura la Russia (e neppure gli Stati Uniti e la Cina). L'uso di mine viola il diritto umanitario internazionale poiché non colpiscono solamente i soldati, ma rappresentano una trappola letale soprattutto per i civili. Le mine rendono interi territori invivibili, sono causa di sfollamenti, ostacolano la fornitura di aiuti umanitari e impediscono le attività agricole. «Sembra che le forze ucraine abbiano ampiamente disseminato di mine l'area di Izium, causando vittime civili e provocando rischi duraturi», ha dichiarato Steve Goose, direttore della Divisione armi di Human Rights Watch, ricordando che: «Le forze russe hanno ripetutamente utilizzato mine antipersona (HRW ha pubblicato tre rapporti da quando l'Ucraina è stata invasa) e commesso atrocità in tutto il Paese, ma questo non giustifica l'uso di queste armi proibite da parte degli ucraini».

L'esercito russo ha completato l’occupazione di Izium e delle aree circostanti lo scorso 1 aprile e ha mantenuto il pieno controllo della zona fino all'inizio di settembre, quando le forze ucraine hanno iniziato la loro controffensiva. Secondo HRW, durante l’occupazione, le forze russe hanno imprigionato, interrogato e torturato la popolazione locale, e in alcuni casi hanno ucciso civili. La ONG ha condotto una ricerca nel distretto di Izium dal 19 settembre al 9 ottobre, intervistando oltre 100 persone, tra cui testimoni, vittime di mine, soccorritori, medici e sminatori ucraini. Tutti gli intervistati hanno affermato di aver visto mine sul terreno, di conoscere qualcuno che ne è stato ferito o di essere stati avvisati sulla presenza di mine durante l'occupazione russa. Human Rights Watch ha documentato l'uso delle mine PFM in nove diverse aree dentro e intorno alla città di Izium e ha verificato almeno 11 vittime tra la popolazione civile. Non solo, gli operatori sanitari hanno affermato di aver curato quasi 50 civili, tra cui almeno cinque bambini, apparentemente feriti dalle mine antipersona nell'area durante o dopo l'occupazione militare russa. Circa la metà delle lesioni ha comportato amputazioni traumatiche del piede o della parte inferiore della gamba, lesioni compatibili con mine PFM. I ricercatori non sono stati in grado di determinare se il personale militare russo sia rimasto ferito o ucciso in attacchi che hanno disperso le mine sul terreno. Secondo gli sminatori interpellati, almeno 3 mila mine sarebbero già state distrutte, ma potrebbero volerci decenni per ripulire l'area da questo tipo di ordigni.

Le nove aree in cui sono state trovate le mine erano tutte vicine a postazioni in cui stazionavano le forze militari russe durante la loro occupazione e questo, secondo HRW, suggerirebbe che fossero proprio le truppe di Putin il bersaglio degli ordigni proibiti. L'Ucraina ha ereditato una grande quantità di mine antiuomo in seguito al crollo dell'Unione sovietica. Dopo aver aderito alla Convenzione di Ottawa, ha fatto sapere di aver distrutto più di 3,4 milioni di mine antiuomo, tra il 1999 e il 2020, comprese le PFM. Nel 2021, l'Ucraina ha riferito all'ONU di possedere ancora 3,3 milioni di mine, tra cui le PFM, destinate alla distruzione. Human Rights Watch, dopo aver chiesto spiegazioni, lo scorso 23 novembre, ha ricevuto una risposta dal Ministero della difesa ucraino, che ha fatto sapere che l'esercito sta rispettando i suoi obblighi internazionali, compreso il divieto dell'uso di mine. Il ministero non avrebbe però risposto a nessuna delle domande sull'uso di mine PFM a Izium e dintorni, sottolineando che «le informazioni sui tipi di armi usate dall'Ucraina non devono essere commentate prima della fine della guerra». Il viceministro alla Difesa Oleksandr Polishchuk ha poi accusato i russi di un «uso massiccio di mine antiuomo da contro i civili ucraini». HRW non ha potuto verificare l'uso di PFM da parte dei russi da quando è iniziata l'invasione, però ha documentato l'uso ripetuto di almeno altri otto tipi di mine vietate, tra cui MOB, MON-50, MON-100, OZM-72, PMN-4, POM-2 , POM-2R e le mine di ultima generazione POM-3.

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