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Il piano in 21 punti prevede l'immediato rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e il ritiro delle armi in mano al gruppo palestinese: in cambio il ritiro israeliano dalla Striscia e la non annessione della Cisgiordania - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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23:52
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L'ambasciatore USA in Israele andrà al Cairo per i colloqui su Gaza
L'ambasciatore degli Usa in Israele, Mike Huckabee, dovrebbe recarsi al Cairo per colloqui con alti funzionari egiziani sulla guerra a Gaza nei prossimi giorni. Lo ha dichiarato un portavoce dell'ambasciata americana a Gerusalemme al NEw York Times.
Si tratta della prima visita ufficiale in Egitto di un ambasciatore americano in Israele da decenni e dovrebbe includere un incontro con il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, secondo tre funzionari Usa. Non è ancora chiaro quale ruolo avrà nei colloqui l'attuale ambasciatore in Egitto, Herro Mustafa Garg, nominato durante l'amministrazione Biden.
22:48
22:48
Migliaia di israeliani in piazza a Tel Aviv per la pace a Gaza
Migliaia di israeliani si sono radunati stasera a Tel Aviv come ogni sabato, chiedendo un accordo per porre fine alla guerra di Gaza.
I manifestanti hanno srotolato un grande striscione nella Piazza degli ostaggi con la scritta: "Tutti gli ostaggi, riportateli a casa subito". "L'unica cosa che può fermare la discesa nell'abisso è un accordo completo e globale che ponga fine alla guerra e riporti a casa tutti gli ostaggi e i soldati", ha dichiarato Lishay Miran-Lavi, moglie di Omri Miran, ancora prigioniero a Gaza. E rivolgendosi direttamente a Trump, ha esortato: "Usate la vostra influenza sul primo ministro Netanyahu. Prolungare questa guerra non fa che mettere Omri e gli altri ostaggi in pericolo ancora maggiore". Il fratello di un altro ostaggio ha definito "vuoto" il discorso del premier all'Assemblea dell'Onu, incolpandolo anche della strage del 7 otttobre.
Netanyahu e Trump si incontreranno alla Casa Bianca lunedì.
20:40
20:40
Almeno 91 i palestinesi uccisi a Gaza dall'alba
Sale il bilancio delle vittime a Gaza. Almeno 91 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi israeliani in tutta l'enclave assediata dall'alba. Tra i morti, almeno 48 sono stati uccisi a Gaza City, secondo al Jazeera.
18:58
18:58
La Flotilla sta ripartendo da Creta
La Flotilla sta ripartendo da Creta diretta a Gaza. Lo riferiscono gli attivisti. «Ieri abbiamo avuto un altro problema con una barca e abbiamo dovuto ricollocare circa 30 persone - racconta un attivista della delegazione italiana che si trova a bordo - ma ora è il momento di ripartire. Andremo a sud per evitare una tormenta a est di Creta»
18:36
18:36
Lavrov: «Israele vuole far saltare in aria il Medio Oriente»
Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, parlando all'Assemblea Generale Onu ha accusato Israele di voler «far saltare in aria» il Medio Oriente, condannando «il suo uso illegale della forza contro i palestinesi».
«La Russia viene accusata di aver quasi pianificato un attacco contro i Paesi della Nato e dell'Unione Europea. Il presidente Putin ha ripetutamente smentito queste provocazioni. La Russia non ha mai avuto e non ha tali intenzioni. Tuttavia, qualsiasi aggressione contro il mio Paese incontrerà una risposta decisa», ha invece affermato Lavrov sulla guerra in Ucraina.
«Nutriamo qualche speranza per la continuazione del dialogo russo-americano, soprattutto dopo il vertice in Alaska. Vediamo il desiderio non solo di contribuire a trovare soluzioni realistiche per la crisi ucraina, ma anche di sviluppare una cooperazione pragmatica senza adottare posizioni ideologiche», ha aggiunto il ministro degli Esteri.
«Russia e Usa hanno una responsabilità speciale per la situazione mondiale e, per evitare rischi che potrebbero far precipitare l'umanità in una nuova guerra, il mantenimento della stabilità strategica è l'obiettivo di una nuova iniziativa di Mosca, presentata dal presidente Putin il 22 settembre. Riteniamo che l'attuazione della nostra proposta creerebbe le condizioni necessarie per mantenere un livello accettabile di prevedibilità nel settore dei missili nucleari e per migliorare il clima generale nelle relazioni tra Russia e Stati Uniti».
14:22
14:22
Il piano USA per Gaza: rilascio ostaggi e amnistia a Hamas
La proposta statunitense per porre fine alla guerra a Gaza incoraggia i palestinesi a rimanere nella Striscia e prevede la creazione di un percorso verso un futuro Stato palestinese. Lo rivela il quotidiano israeliano Times of Israel, che ha ottenuto una copia del piano.
Il documento, in 21 punti, è stato condiviso dagli Stati Uniti con una manciata di paesi arabi e musulmani all'inizio di questa settimana a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e contiene anche clausole che sono state alla base di varie proposte elaborate da diverse parti interessate negli ultimi mesi, dal rilascio di tutti gli ostaggi alla rimozione di Hamas dal potere.
Tra i primi punti, il piano prevede che "1) Gaza sarà una zona deradicalizzata e libera dal terrorismo che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini. 2) Gaza sarà riqualificata a beneficio della sua popolazione. 3) Se entrambe le parti accetteranno la proposta, la guerra terminerà immediatamente, con le forze israeliane che interromperanno tutte le operazioni e si ritireranno gradualmente dalla Striscia. 4) Entro 48 ore dall'accettazione pubblica dell'accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, saranno restituiti. 5) Una volta restituiti gli ostaggi, Israele libererà diverse centinaia di prigionieri palestinesi che scontano l'ergastolo e oltre mille abitanti di Gaza arrestati dall'inizio della guerra. 6) Una volta restituiti gli ostaggi, ai membri di Hamas che si impegnano per la coesistenza pacifica verrà concessa l'amnistia, mentre ai membri che desiderano lasciare la Striscia verrà concesso un passaggio sicuro verso i paesi di accoglienza".
"Gaza - si legge in un altro punto del piano, così come sintetizzato dal Times of Israel - sarà governata da un governo temporaneo e transitorio di tecnocrati palestinesi, responsabili della fornitura di servizi quotidiani alla popolazione della Striscia. Il comitato sarà supervisionato da un nuovo organismo internazionale istituito dagli Stati Uniti in consultazione con i partner arabi ed europei".
"Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, ma coloro che sceglieranno di andarsene potranno farvi ritorno. Inoltre, i cittadini di Gaza saranno incoraggiati a rimanere nella Striscia e verrà loro offerta l'opportunità di costruire un futuro migliore", si legge in un altro punto.
"Hamas non avrà alcun ruolo nella governance di Gaza. Ci sarà l'impegno a distruggere e interrompere la costruzione di qualsiasi infrastruttura militare offensiva, compresi i tunnel. I nuovi leader di Gaza si impegneranno a una coesistenza pacifica con i loro vicini" e "Israele non occuperà né annetterà Gaza e le IDF cederanno gradualmente il territorio attualmente occupato, man mano che le forze di sicurezza sostitutive stabiliranno il controllo e la stabilità nella Striscia", riporta il piano Usa.
"Una volta che la riqualificazione di Gaza sarà stata portata avanti e il programma di riforma dell'Autorità Nazionale Palestinese sarà stato implementato - si legge al punto 20 -, potrebbero esserci le condizioni per un percorso credibile verso la creazione di uno Stato palestinese, che è riconosciuta come l'aspirazione del popolo palestinese", mentre all'ultimo punto il piano prevede che "gli Stati Uniti avvieranno un dialogo tra Israele e i palestinesi per concordare un orizzonte politico di coesistenza pacifica".
La decisione di incoraggiare esplicitamente i palestinesi a rimanere a Gaza - chiosa il Times of Israel - segnato un'importante evoluzione per l'amministrazione Trump sulla questione, dato che a febbraio Trump aveva scioccato gran parte del mondo con le voci sulla presa di Gaza da parte degli Stati Uniti e sul trasferimento permanente dell'intera popolazione di circa due milioni di persone.
Inoltre, la previsione di un potenziale percorso verso un futuro Stato palestinese dopo l'avanzamento della ricostruzione di Gaza e il completamento della riforma dell'Autorità Nazionale Palestinese sembra anch'essa un netto allontanamento dalla politica finora seguita dall'amministrazione Trump, dato che quest'ultima ha evitato di esprimere il proprio sostegno alla soluzione dei due Stati.
12:21
12:21
Flotilla pronta a ripartire, alcuni membri rinunciano
La Sumud Flotilla è pronta a partire in giornata, nelle prossime ore, mantenendo - almeno al momento - la rotta verso Gaza. È quanto si apprende dai membri degli equipaggi, secondo cui le notizie fornite sulle condizioni meteo permetterebbero la navigazione.
Alcuni membri degli equipaggi avrebbero deciso di non ripartire e per i naviganti sono comunque in corso interlocuzioni riguardo all'ipotesi di una mediazione, affinché si possano scongiurare tensioni con le autorità israeliane.
11:09
11:09
«Hamas ha accettato, in linea di principio, il piano di Trump per Gaza»
«Hamas ha accettato in linea di principio il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump» per porre fine alla guerra a Gaza, che prevede anche l'immediato rilascio di tutti gli ostaggi israeliani. Lo scrive il quotidiano israeliano Haaretz citando proprie fonti.
Il piano Trump in 21 punti è stato illustrato dal presidente americano nel corso dell'incontro con i leader arabi a margine dell'Assemblea Onu.
Tra i punti del piano Trump per Gaza c'è anche il ritiro graduale delle truppe israeliane dalla Striscia, preceduto dal rilascio di tutti gli ostaggi entro 48 ore dalla sigla dell'intesa. Lo riferisce la Cnn citando fonti informate.
Il canale saudita Al-Hadath ha pubblicato i dettagli del piano in 21 punti di Trump per Gaza, riportando che include anche «il rilascio di migliaia di prigionieri palestinesi, tra cui 100-200 detenuti all'ergastolo».
Il piano del presidente statunitense include inoltre «l'immediato invio di aiuti illimitati attraverso le Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali, la chiusura del fondo umanitario a Gaza (Ghf), la raccolta delle armi di Hamas da parte di una forza araba e internazionale, l'impegno americano a non permettere a Israele di annettere la Cisgiordania, un graduale ritiro israeliano dalla Striscia, la creazione di un corridoio di sicurezza non presidiato intorno a Gaza e un'offerta di amnistia ai leader di Hamas in cambio del loro ritiro da Gaza».
Anche il Times of Israel ha pubblicato i punti salienti del piano, confermando le anticipazioni di Hadath. Tra gli altri, il punto 15 che recita: «Gli Stati Uniti collaboreranno con i partner arabi e internazionali per sviluppare una forza di stabilizzazione internazionale temporanea che verrà immediatamente dispiegata a Gaza per supervisionare la sicurezza nella Striscia. La forza svilupperà e addestrerà una forza di polizia palestinese, che fungerà da organo di sicurezza interna a lungo termine».
«Gaza sarà governata da un governo temporaneo e transitorio composto da tecnocrati palestinesi, che saranno responsabili della fornitura di servizi quotidiani alla popolazione della Striscia», si legge infine tra i 21 punti del piano Trump per la fine della guerra a Gaza pubblicato dai media israeliani e arabi.
«Il comitato sarà supervisionato da un nuovo organismo internazionale istituito dagli Stati Uniti in consultazione con i partner arabi ed europei. Definirà un quadro per il finanziamento della riqualificazione di Gaza fino al completamento del programma di riforme dell'Autorità Nazionale Palestinese».
08:35
08:35
Dalla Flotilla: «Aperti a trattative concrete, ma serve un corridoio umanitario permanente»
«Non c'è la volontà di andare a farsi male per forza. Noi chiediamo ai governi: è possibile dire ad Israele guardate che se attaccherete quelle barche in acque internazionali noi vi daremo delle sanzioni? Possiamo ragionare sulla possibilità che l'Italia metta un embargo sulle armi o rinunci ad alcuni accordi commerciali. Non c'è una chiusura cieca. Siamo assolutamente aperti a trattative concrete». Lo afferma in un'intervista al Corriere della Sera, Maria Elena Delia, portavoce della delegazione italiana di Global Movement to Gaza.
«Il direttivo - aggiunge - ha deciso di mandarmi a Roma per portare avanti di persona il dialogo con le istituzioni. Sono in questo progetto dall'inizio ma il nostro è un lavoro collettivo. Ognuno di noi deve essere al posto giusto al momento giusto. La parte più visibile del movimento è sulle barche ma ora dobbiamo evitare che qualcuno si faccia male, questa è una fase delicata, si sta rischiando moltissimo, a Creta eravamo lontanissimi da Gaza e ci hanno attaccato».
Perché avete detto no all'appello del presidente italiano Sergio Mattarella? «Abbiamo apprezzato le parole del capo dello Stato - prosegue Delia - e ne abbiamo colto l'emotività. Ma ci è sembrato che accettare spostasse l'attenzione dal punto centrale. Noi siamo dispostissimi a trovare un corridoio umanitario, che vorremmo fosse permanente, però questo non può essere un'alternativa a poter percorrere liberamente delle acque internazionali. Stiamo cercando di mettere in evidenza una stortura».
Per esempio? «Israele - va avanti la portavoce della delegazione italiana di Global Movement to Gaza - potrebbe garantire che una volta al mese si apra un corridoio navale affinché le navi dell'Onu, non quelle della Flotilla, possano portare via mare degli aiuti. Ci sono tante possibilità ma bisogna fare qualcosa in più rispetto a chiedere a noi di non andare a Gaza».
Cosa chiedete al Governo italiano? «Vorremo che ci ascoltassero un po' di più, magari così capirebbero che non siamo dei provocatori ma stiamo cercando di puntare un faro sul genocidio che è in atto da due anni a questa parte. Noi nasciamo da questo».
08:30
08:30
Gli USA revocano il visto al presidente colombiano Petro
Il Dipartimento di Stato americano ha annunciato su X di voler revocare il visto al presidente colombiano Gustavo Petro che ieri ha preso parte a una manifestazione a favore di Gaza a New York. «Oggi il presidente colombiano Gustavo Petro si è fermato in una strada di New York e ha chiesto ai militari americani di disobbedire agli ordini incitando alla violenza - si legge nel post -. Revocheremo il visto a Petro a causa delle sue azioni sconsiderate e provocatorie».
Di fronte all'ONU, Petro ha argomentato per la necessità di un intervento forte a Gaza e nei territori palestinesi occupati per fermare le azioni dell'esercito israeliano.
08:26
08:26
«Non cederemo mai alle pressioni sul programma nucleare»
Gli ispettori dell'Aiea sono «in questo momento in Iran e stanno svolgendo il loro lavoro». Lo ha detto a dichiarato venerdì il Ministro degli Esteri di Teheran Abbas Araghchi al Consiglio di Sicurezza Onu, contraddicendo l'affermazione della Francia secondo cui non erano presenti. «Ho firmato un accordo con l'agenzia al Cairo e il direttore generale dell'Aiea è molto soddisfatto e felice», ha aggiunto.
L'Iran «non cederà mai» alle pressioni sul programma nucleare, ha aggiunto Abbas Araghchi all'Onu. Dopo che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha respinto la risoluzione di Russia e Cina che avrebbe rinviato il ripristino delle sanzioni, Araghchi ha detto ai giornalisti che «l'Iran non cederà mai alle pressioni. Rispondiamo solo con rispetto. La scelta è chiara: escalation o diplomazia».
08:23
08:23
Il punto alle 8.00
«Stiamo avendo discussioni molto stimolanti e produttive con la comunità mediorientale riguardo a Gaza. Sono in corso intensi negoziati (...) e continueranno finché sarà necessario per raggiungere un accordo concluso con successo». Lo ha scritto Donald Trump su Truth.
«Tutti i Paesi della regione sono coinvolti - ha aggiunto il presidente Usa - Hamas è consapevole di queste discussioni e Israele è stato informato a tutti i livelli, incluso Netanyahu. C'è più buona volontà ed entusiasmo per il raggiungimento di un accordo, dopo così tanti decenni, di quanto abbia mai visto prima. Dobbiamo liberare gli ostaggi e ottenere una pace permanente e duratura!».
Trump riceverà lunedì Netanyahu alla Casa Bianca.
Dal canto suo, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, il cui governo ha sostenuto Hamas, ha dichiarato di supportare qualsiasi cessate il fuoco a Gaza dopo che Donald Trump ha espresso ottimismo per un accordo. «Sosterremo con tutto il cuore qualsiasi accordo che possa fermare questa tragedia, che possa salvare vite umane e impedire che donne e bambini soffrano la fame», ha detto Pezeshkian ai giornalisti a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.