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Hamas: «Pronti ad avviare subito i negoziati sull'attuazione della tregua»

L'organizzazione palestinese ha confermato su X la risposta positiva alla proposta di cessate il fuoco: da risolvere i punti più spinosi - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Hamas: «Pronti ad avviare subito i negoziati sull'attuazione della tregua»
Red. Online
04.07.2025 09:27
22:07
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Hamas: «Pronti ad avviare subito i negoziati sull'attuazione della tregua»

«Il movimento ha completato le consultazioni interne e con le fazioni e le forze palestinesi sull'ultima proposta dei mediatori per porre fine all'aggressione contro il nostro popolo a Gaza. Il movimento ha inviato una risposta positiva ai fratelli mediatori ed è pienamente pronto ad avviare immediatamente un ciclo di negoziati sul meccanismo per l'attuazione di questo quadro». Lo dichiara Hamas su X.

21:07
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«Da Hamas una risposta positiva alla proposta di cessate il fuoco, ma con piccole modifiche»

Nella girandola di speculazioni, analisi, dichiarazioni più o meno ufficiali, il sentimento comune si percepisce facilmente nei titoli dei media arabi e israeliani.

Il Medio Oriente aspetta la risposta di Hamas alla nuova proposta Usa, il cosiddetto piano 'Witkoff migliorato', per far partire 60 giorni di tregua a Gaza e avviare i negoziati che dovrebbero mettere la parola fine sul conflitto, sulla sofferenza dei venti ostaggi ancora vivi e della popolazione nella Striscia. Gerusalemme, così come Washington, si aspettano un messaggio imminente.

Fonti della tv del Qatar Al Araby hanno riferito che «Hamas ha risposto positivamente alla proposta Usa di cessate il fuoco chiedendo piccole modifiche».

La tv egiziana Al-Rad (l'Egitto è uno dei Paesi mediatori) cita fonti secondo cui l'organizzazione islamista che guida l'enclave potrebbe presentare una nuova formulazione dei punti che ritiene più spinosi. Secondo il report, Hamas non si oppone ad apportare «emendamenti minori» alle linee di ritiro dell'Idf dalla Striscia, chiederà che gli aiuti umanitari siano sufficienti per far funzionare forni e ospedali, e insisterà affinché la distribuzione avvenga attraverso le Nazioni Unite, la Mezzaluna Rossa e altre organizzazioni.

Inoltre, sembra che la leadership di Hamas ritenga che i negoziati debbano proseguire oltre il periodo di 60 giorni di cessate il fuoco previsto (con la garanzia Usa che i combattimenti non riprenderanno nel mentre) fino al raggiungimento di un'intesa finale tra le due parti.

Il governo israeliano si riunirà sabato, nonostante sia il giorno santo di riposo per gli ebrei. Questa volta, diversamente che in passato, anche il capo di stato maggiore e lo Shin Bet sostengono l'accordo guardando all'obiettivo prioritario di liberare gli ostaggi il più rapidamente possibile. Punto, questo, salito al primo posto fra i traguardi della guerra.

Il notiziario di Channel 12 in serata ha riferito di un pesante scontro tra i ministri messianici Itamar Ben Gvir , Bezalel Smotrich e il capo dell'esercito accusato di 'non eseguire le istruzioni'. Il primo ministro sarebbe intervenuto alzando la voce, chiedendo di preparare un piano esteso per l'evacuazione della popolazione di Gaza verso il sud e mettendo in chiaro: «Non scenderò a compromessi, Hamas non resterà in alcun modo a Gaza».

Secondo la ricostruzione, il capo di stato maggiore Eyal Zamir si sarebbe opposto al progetto di controllo sulla popolazione palestinese, avvertendo: «Volete un'amministrazione militare? Chi gestirà due milioni di persone?». «Non voglio un'amministrazione militare - avrebbe risposto Netanyahu - ma non sono disposto a lasciare lì Hamas in alcuna forma. Preparate un piano di evacuazione, voglio vederlo quando tornerò da Washington», avrebbe ordinato.

Secondo fonti israeliane, durante il cessate il fuoco l'Idf rimarrà dentro il perimetro della zona cuscinetto al confine tra Gaza e Israele, compresi altri 250 metri all'interno della Striscia. Quindi il nuovo perimetro si estenderà da 1,2 a 1,4 chilometri dentro Gaza. L'esercito, secondo le previsioni di Tsahal, non si muoverà dal Corridoio Filadelfia, tra l'enclave e l'Egitto.

Hamas intanto, ha raccontato il media saudita Asharq citando fonti interne all'organizzazione, sembrerebbe disposto a smettere con il contrabbando, la produzione di armi e lo scavo di nuovi tunnel, lasciando il suo arsenale nei magazzini. Poi verranno le decisioni più difficili per Israele: come verrà stilata la lista dei rapiti che devono essere rilasciati? Chi farà parte dei primi dieci, chi resterà ancora - dopo 637 giorni e oltre - per mesi nell'incubo della prigionia?

I mediatori avrebbero chiesto che Hamas consenta agli ostaggi ancora in vita di essere sottoposti a visita per verificare le condizioni fisiche e psichiche, e in base a questo si decida il rilascio di alcuni prima di altri. Secondo diverse fonti, Netanyahu e il presidente Donald Trump avrebbero l'intenzione di annunciare congiuntamente l'accordo durante il loro incontro di lunedì alla Casa Bianca.

20:31
20:31
IDF: controllo operativo sul 65% della Striscia di Gaza

Secondo il portavoce dell'Idf, attualmente l'esercito israeliano mantiene un controllo operativo su circa il 65% del territorio della Striscia di Gaza. Nell'ultima settimana le forze israeliane hanno eliminato oltre 100 membri di Hamas, tra cui Hakam Issa, capo dello staff di supporto operativo del braccio militare, Mohammed al-Sheikh, responsabile operativo della brigata di Khan Yunis, Issa Abbas, comandante di compagnia del battaglione Zaytoun, e Mohammed Jarousha, comandante di compagnia del battaglione Sabra.

I soldati hanno inoltre colpito membri della brigata di Gaza di Hamas nel nord della Striscia. Dall'inizio dell'operazione 'Oz veHerev' ('Forza e spada'), l'aviazione ha attaccato oltre 7.500 infrastrutture terroristiche.

19:05
19:05
Haddad, l'ultimo leader di Hamas

Nonostante sia stato l'unico alto comandante di Hamas a farsi intervistare con nome e cognome da una tv internazionale, nella Striscia continuano a chiamarlo 'il fantasma di Gaza city'.

Ectoplasma come diversi altri leader dell'organizzazione terroristica che per anni hanno dribblato gli omicidi mirati dell'Idf, soccombendo alla fine nella guerra scatenata dal massacro del 7 ottobre.

Ma non lui, Izz ad-Din Haddad che, dopo l'uccisione di Muhammad Sinwar a maggio, è diventato il capo militare di Hamas nella Striscia e leader di fatto dell'organizzazione fondamentalista. Come ha confermato a mezza bocca giovedì sera il portavoce dell'esercito israeliano.

Secondo fonti di intelligence, Haddad si trova ancora nella sua città natale, Gaza city, sopravvissuto a ben sei tentativi di assassinio da parte dell'esercito israeliano. Considerato da anni come uno dei più importanti leader delle brigate Qassam, l'ala militare di Hamas, sarà lui a dare filo da torcere ai mediatori (ma soprattutto a Israele e Usa) per arrivare a un accordo che metta fine alla guerra a Gaza e alla liberazione di tutti gli ostaggi: 50 di cui forse 20 ancora in vita.

Haddad, dicono le fonti più informate, è il più accanito oppositore dell'obiettivo di Benyamin Netanyahu di cacciare Hamas dal governo dell'enclave. All'inizio del 2025 si è presentato davanti ai microfoni dell'emittente al Jazeera, di proprietà del Qatar (Paese che da anni finanzia Hamas anche con il consenso del governo Netanyahu), unica tv straniera presente a Gaza durante la guerra.

A volto coperto, ha spiegato che «Israele, sostenuto dagli Stati Uniti e dall'Occidente, dovrà sottomettersi alle giuste richieste di Hamas». Ossia, il ritiro completo dell'Idf dalla Striscia, la fine totale del conflitto, il rilascio dei terroristi detenuti in Israele, il passaggio di merci dall'Egitto e la ricostruzione di Gaza. Ora, nonostante diverse fonti anonime dell'organizzazione islamista abbiano fatto trapelare sui media arabi maggiore disponibilità delle fazioni palestinesi per la ripresa dei negoziati, non sfugge il peso della dichiarazione del nuovo leader riportata dal New York Times: «Vogliamo un accordo onorevole. L'alternativa è trasformare la campagna in una guerra di martirio».

Haddad, che appare nelle poche foto a disposizione in tuta mimetica, corpulento (e per questo oggetto del sarcasmo degli oppositori sui social che gli contestano di essere in sovrappeso nonostante la sbandierata 'carestia'), capelli e barba bianca, sulla cinquantina, parla bene l'ebraico e si è occupato personalmente degli ostaggi nel nord di Gaza. Che lo hanno incontrato diverse volte.

Non si fida neppure delle sue guardie del corpo, considera la resistenza cecena nelle guerre contro la Russia un 'modello' da seguire, spinge per l'accordo ma non molla la presa. E forse la morte del figlio maggiore Suhaib durante la guerra è motivo per irrigidire ancor di più la sua posizione. L'ex ostaggio Keith Siegel, 484 giorni prigioniero di Hamas, ha raccontato l'ultimo atto prima di lasciare la Striscia: «La mattina della liberazione, camminavamo da soli sul lungomare della spiaggia di Gaza. Quando Haddad ha visto che ero teso, mi ha detto: 'Sii felice, stai tornando a casa».

19:04
19:04
Un altro operatore di Medici Senza Frontiere ucciso dalle forze israeliane a Gaza

Medici Senza Frontiere condanna l'uccisione di Abdullah Hammad, operatore che ha lavorato con l'organizzazione fino al 30 giugno scorso. L'organizzazione spiega in una nota che «è stato ucciso dalle forze israeliane il 3 luglio a Gaza, dopo che queste hanno deliberatamente preso di mira, senza alcun preavviso, un gruppo di persone che aspettavano i camion di aiuti, tra cui Abdullah».

Abdullah Hammad è il dodicesimo operatore di Msf ucciso dall'inizio del conflitto.

Secondo i team medici dell'ospedale Nasser, almeno 16 persone sono state uccise tra coloro che aspettavano di ricevere farina da un camion di aiuti a Khan Younis, nel sud di Gaza, vicino a un impianto di desalinizzazione della zona, dove il 17 giugno si era verificato un incidente simile.

Abdullah era un igienista che ha lavorato con Msf nella clinica di Al Mawasi per un anno e mezzo. Un altro operatore Msf che si trovava nello stesso luogo ed è sopravvissuto all'attacco ha raccontato che i cecchini israeliani sparavano alla testa a «chiunque prendesse un sacco di farina».

«Il 3 luglio le forze israeliane hanno compiuto l'ennesimo massacro colpendo un gruppo di persone che cercava disperatamente di recuperare sacchi di farina», ha detto Aitor Zabalgogeazkoa, responsabile dell'emergenza Msf a Gaza, secondo cui «il numero preciso di vittime è probabilmente molto più alto, ma difficile da determinare, poiché le forze israeliane hanno impedito il recupero dei corpi dal luogo dell'attacco».

16:10
16:10
Almeno 613 morti a Gaza vicino siti della GHF o convogli umanitari

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani afferma di aver registrato a Gaza almeno 613 omicidi, di cui 509 presso i punti gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) e il resto vicino ai convogli umanitari gestiti da altri gruppi di soccorso.

Da Ginevra Ravina Shamdasani, la portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Ohchr), ha affermato di non essere in grado di attribuire la responsabilità degli omicidi, ma aggiunge che «è chiaro che l'esercito israeliano ha bombardato e sparato contro i palestinesi che cercavano di raggiungere i punti di distribuzione» gestiti da Ghf.

15:02
15:02
Gli ispettori Aiea lasciano l'Iran dopo la fine della cooperazione

Gli ispettori dell'Aiea, l'organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite, hanno lasciato oggi l'Iran: lo ha dichiarato l'agenzia, dopo che la Repubblica islamica ha ufficialmente sospeso la sua collaborazione con l'agenzia.

«Una squadra di ispettori dell'Aiea è partita oggi in sicurezza dall'Iran per tornare alla sede centrale dell'agenzia a Vienna, dopo essere rimasta a Teheran durante il recente conflitto militare», ha dichiarato l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) in un post su X.

Il direttore generale dell'Agenzia Rafael Grossi, «ha ribadito l'importanza cruciale che l'Aiea discuta con l'Iran le modalità per riprendere il prima possibile le sue indispensabili attività di monitoraggio e verifica in Iran».

09:28
09:28
Il punto alle 9.15

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che, probabilmente, entro 24 ore si saprà come il gruppo militante palestinese Hamas risponderà alla proposta di un cessate il fuoco con Israele a Gaza. Hamas sta discutendo con altri gruppi palestinesi una proposta di cessate il fuoco a Gaza sostenuta dagli Stati Uniti.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha visitato il Kibbutz Nir Oz ieri, giovedì, 636 giorni dopo il massacro del 7 ottobre.

94 palestinesi sono stati uccisi a Gaza tra la fine di mercoledì e giovedì, secondo gli ospedali locali e il Ministero della Sanità gestito da Hamas.

I membri di una cellula terroristica che mercoledì ha lanciato razzi contro Israele dal nord della Striscia di Gaza sono stati uccisi in un attacco dell'aviazione, ha riferito l'IDF.