I droni russi, la Polonia e gli articoli 4 e 5 della NATO

Donald Tusk, oggi, è stato chiaro. Anzi, chiarissimo. Ha detto, fra le altre cose, di aver chiesto alla NATO di avviare consultazioni ai sensi dell'Articolo 4 del Patto Atlantico. Il motivo? L'abbattimento di droni russi nello spazio aereo di Varsavia, «una provocazione su larga scala» da parte di Mosca secondo il primo ministro.
Ma che cos'è successo?
Riavvolgiamo il nastro: la Polonia ha dichiarato di aver abbattuto una dozzina di droni, nel suo spazio aereo, in concomitanza con un vasto attacco russo contro l'Ucraina. Di fatto, per la prima volta uno Stato membro dell'Alleanza Atlantica, la NATO appunto, ha sparato nell'ambito del conflitto iniziato da Vladimir Putin. «La scorsa notte lo spazio aereo polacco è stato violato da un gran numero di droni russi» ha scritto Tusk su X. «I droni, che rappresentavano una minaccia diretta, sono stati abbattuti».
Il Ministero della Difesa russo, dal canto suo, ha dichiarato che i suoi droni sono stati impiegati per attaccare strutture militari nell'Ucraina occidentale. Non c'era, insomma, alcuna volontà di sconfinare e colpire obiettivi in Polonia. I droni russi che, citiamo, «avrebbero attraversato il confine con la Polonia» avevano un raggio d'azione non superiore ai 700 chilometri. Molti funzionari europei hanno definito «intenzionale» l'incursione: ai loro occhi, è un chiaro segnale di escalation da parte russa. Tusk, di nuovo, ha dichiarato che la Polonia non è mai stata così vicina a un conflitto aperto dalla Seconda guerra mondiale. Al contempo, il primo ministro polacco ha spiegato di non ritenere che il Paese sia sull'orlo di una guerra.
Che cosa significa invocare l'Articolo 4?
Tusk, dicevamo, ha invocato l'Articolo 4 del Trattato NATO. L'Articolo afferma: «Le Parti si consulteranno ogni qualvolta, a giudizio di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una qualsiasi delle Parti siano minacciate». Ai sensi dello stesso Articolo 4, leggiamo, le discussioni in seno al Consiglio, il principale organo politico della NATO, potrebbero portare a un'azione congiunta.
Dalla creazione della NATO, nel 1949, l'Articolo 4 è stato invocato sette volte. L'ultima, nel febbraio del 2022, quando Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, la stessa Polonia, Romania e Slovacchia hanno chiesto consultazioni in seguito all'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia. Gli ambasciatori della NATO, nel novembre 2022, avevano tenuto una riunione d'emergenza dopo che un attacco missilistico aveva ucciso due persone in Polonia facendo temere che la guerra potesse estendersi ai Paesi vicini.
Ma di solito non si parla dell'Articolo 5?
In queste ore, evidentemente, si parla anche dell'Articolo 5. Articolo che sancisce un principio cardine dell'Alleanza: gli alleati intervengono in difesa se un membro della NATO è attaccato in base al principio e al concetto dell'autodifesa collettiva. Uscendo dal linguaggio dei Trattati, un attacco armato contro uno o più Paesi membri, in Europa o in Nordamerica, viene considerato come un attacco diretto contro tutti gli Stati membri. Di conseguenza, ogni Stato membro si impegna ad assistere l'alleato aggredito con le misure che riterrà necessarie, che possono includere anche l'uso della forza militare.
Se ne parla proprio perché, a detta di alcuni leader europei, la Russia aveva tutta l'intenzione di portare i propri droni in Polonia. Essendo l'Ucraina al di fuori della NATO, l'invasione su larga scala da parte dell'esercito di Mosca non ha fatto scattare l'Articolo 5, sebbene molti Paesi membri, Stati Uniti in testa, si siano affrettati a fornire assistenza militare e diplomatica a Kiev. Da tempo, per contro, gli esperti mettono in guardia dal possibile allargamento del conflitto, che un domani potrebbe coinvolgere proprio il cosiddetto fianco orientale della NATO. Che fosse intenzionale o, per contro, casuale, l'azione russa ha aumentato questo rischio.
C'è qualcuno che ha invocato, negli anni, l'Articolo 5?
I venti di guerra che, in queste ore, soffiano forte sulla Polonia vanno in ogni caso contestualizzati. Detto del rischio che il conflitto si allarghi, un'eventuale azione «manifesta» da parte della Russia nei confronti di Varsavia non farebbe comunque scattare, in automatico, l'Articolo 5. Anche in questo caso, infatti, i Paesi membri avvierebbero delle consultazioni per stabilire se la situazione sia o meno «degna» da Articolo 5. Il linguaggio usato, d'altro canto, consente a ogni Paese una certa flessibilità.
L'Articolo 5, riferisce fra gli altri Reuters, è già stato attivato una volta, a nome degli Stati Uniti, in risposta agli attacchi dell'11 settembre 2001.