Ambiente

I «negazionisti» della tragedia della Marmolada: «Il cambiamento climatico non c'entra nulla»

Su Twitter, diversi profili si rifiutano di credere che la causa della catastrofe di domenica possa essere attribuita al riscaldamento globale – Per qualcuno è colpa della stagione estiva, per altri si tratta di un complotto del governo
Federica Serrao
06.07.2022 06:00

Domenica pomeriggio la natura si è - ancora una volta - ribellata. La gigantesca e spaventosa valanga di ghiaccio e roccia - che ha travolto decine e decine di escursionisti sulla Marmolada - è già entrata nella classifica delle peggiori tragedie che hanno colpito le montagne italiane. Un disastro che ha spaventato anche i soccorritori più esperti, che si sono oltretutto visti costretti a interrompere le ricerche dei dispersi a causa del maltempo che si è abbattutto sull'area nelle ore successive alla catastrofe. Come se non fosse abbastanza, a distanza di due giorni, la superficie da cui è crollata l'enorme massa che ha colpito gli escursionisti rimane ancora tremendamente insidiosa e soggetta a ulteriori movimenti e crolli. Eppure, mentre l'Italia sotto shock piange le sue vittime e si moltiplicano a vista d'occhio gli appelli a prestare maggiore attenzione al cambiamento climatico, sui social sono numerosi i profili che chiudono gli occhi di fronte a quanto accaduto nel weekend in Trentino. I cosiddetti «negazionisti» si rifiutano infatti di credere che il principale colpevole della disgrazia sia proprio il cambiamento climatico, nonostante gli evidenti segnali. In cima alla Marmolada domenica si sono registrati 10 gradi. A 3.300 metri. Ma per alcune persone questo dato non è abbastanza. 

«Faceva così caldo anche nel 2003»

Su Twitter, fin dai primi istanti, è esplosa la polemica. Un utente scrive: «Viene giù un pezzo di ghiacciaio a luglio e Draghi invece che chiedersi che cosa ci facessero delle persone là sotto alle 13.00 urla al cambiamento climatico. Però, quando muore un 25.enne con il cuore spaccato da mRNA non grida "colpa del vaccino"». Chiude la sua argomentazione definendo la situazione «UNO SCHIFO». Su un altro profilo leggiamo invece: «Nel 1916 il ghiacciaio della Marmolada crollò uccidendo 300 soldati austriaci. Chi approfitta della tragedia di ieri per dare impulso alla demenziale narrativa del cambiamento climatico causato dai combustibili fossili è un volgare sciacallo che non rispetta i morti». Sotto questo tweet ci sono centinaia di commenti in risposta. Qualcuno dice che la notizia del 1916 potrebbe essere falsa e non ci sono reperti storici accurati che ne verifichino l'accuratezza. C'è anche però chi dà corda all'utente, dando la colpa - ancora una volta - ai politici «che ne approfittano per dare fiato alla propaganda di governo sui cambiamenti climatici». E chi concorda e dice, più o meno velatamente, che la colpa è di chi nel primo pomeriggio faceva un'escursione sotto a un ghiacciaio, a luglio. Senza menzionare le temperature record registrate quasi in tutta Europa nelle scorse settimane: semplicemente, perché è estate. E in estate, secondi alcuni di Twitter, fa caldo. Niente di eccezionale, ribadisce un utente, che ci tiene a ricordare come anche nel maggio del 2003 si toccarono punte di oltre 30 gradi a Milano. «Questi eventi si ripetono ciclicamente da milioni di anni. Studiate um pochino, che mica vi fa male», incalza un profilo in risposta.

Un altro utente esprime il suo disappunto ponendosi «delle domande retoriche». «Il cambiamento climatico esiste? Può essere. È colpa dell'uomo? No. Possiamo fare qualcosa? No. Problema risolto». Un'utente commenta, ironizzando: «L'acqua finisce? Amen, usiamo il succo di frutta». A piacere particolarmente ai negazionisti del cambiamento climatico sembra però essere proprio il paragone con le vaccinazioni per la COVID. «Migliaia di infarti tra giovani e giovanissimi (dopo il vaccino, ndr)? Tutto normale, sempre successo. Slavina estiva sulla Marmolada? AH! Il cambiamento climatico, il riscaldamento globale, moriremo tutti!!». E c'è anche chi insiste sul rispetto negato alle vittime della tragedia, attribuendo le colpe al riscaldamento globale. «Fa schifo lo sfruttamento del dramma della Marmolada nello scopo della promozione del cambiamento climatico», sottolinea un utente. E per concludere, non mancano all'appello i commenti di chi addirittura sostiene che il crollo del ghiacciaio sia stato architettato di proposito. «È stato fatto saltare con una mina di domenica, quando c'era molta gente, per alimentare la psicosi climatica». 

#RubinettiAperti e i negazionisti della siccità

A preoccupare ulteriormente è un movimento che sta prendendo piede su Twitter: quello di #RubinettiAperti. Di fronte al problema della siccità che sta mettendo alla prova diverse regioni della Penisola, i negazionisti - ancora una volta - puntano i piedi e rimangono della loro opinione - ovviamente contraria - nonostante le ordinanze emanate nelle scorse settimane e i numerosi inviti a risparmiare sul consumo dell'acqua. La ricerca di #RubinettiAperti su Twitter porta a due risultati diversi, opposti tra loro. Da un lato, ci sono tweet di utenti preoccupati dalla tendenza che sta spopolando online. Dall'altro, decine e decine di persone rimangono convinte che l'emergenza siccità, anche in questo caso, sia solamente una bugia del governo. «Le piscine nei centri estivi sono piene e io dovrei risparmiare sull'acqua? Credeteci», dice un'utente. «Il Po non è secco, le foto che circolano sono vecchie». E ancora: «Chi ci vuole far creder che l'acqua è un bene scarso è perché vuole farcela pagare a peso d'oro». Molti gli utenti che pubblicano fieri gli scatti dei propri rubinetti lasciati aperti, o di piscine casalinghe riempite fino all'orlo. Sono toni di sfida e di protesta quelli usati per negare il problema e per convincere il resto della popolazione che quella della siccità sia solamente «l'ennesima invenzione dei politici». 

© EPA / Pierpaolo Ferreri
© EPA / Pierpaolo Ferreri

Vano l'intervento di politici ed esperti

Che si tratti del ghiacciaio della Marmolada o dell'emergenza siccità, a niente o a ben poco sono serviti gli interventi di politici ed esperti in materia, che hanno nuovamente acceso i riflettori sull'emergenza climatica. Parlando in particolare della disgrazia della Marmolada, il premier Mario Draghi ha dichiarato che si tratta di «un dramma che ha certamente dell'imprevedibilità, ma altrettanto dipende dal deterioramento dell'ambiente e della situazione climatica», ribadendo quanto sia fondamentale l'impegno del Governo che deve ora riflettere su quanto accaduto e prendere provvedimenti affinché tragedie simili possano essere evitate in futuro. Anche il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha sottolineato come con queste temperature «ci voglia un livello di prudenza superiore». Al tempo stesso,  ricorda il ministro, «la sostenibilità non è una moda, ma una necessità». Eppure, non c'è stato verso. Persino di fronte a queste affermazioni, il popolo online si è scatenato, ribadendo che si tratta di frasi di circostanza. Ma nel frattempo, la natura continua a ribellarsi, i ghiacciai si sciolgono e le persone rimangono vittime di disastri ambientali sempre più frequenti.