Social e non solo

I piani di Elon Musk per il mondo tra visioni, appelli e esagerazioni

In questi ultimi giorni si è presentato come costruttore di robot, ideatore di progetti di pace fra Russia e Ucraina e aspirante padrone di Twitter - Le sue dichiarazioni a volte lasciano perplessi (chiedere a Zelensky) ma l’eco che ottengono è globale
Stefano Olivari
05.10.2022 19:30

Ogni giorno l’imprenditore-influencer è al centro dell’attenzione fra acquisizione di Twitter, applicazioni definitive e robot umanoidi. E sulla questione ucraina è intervenuto come se fosse un capo di Stato. Sì, Elon Musk è il più grande influncer del mondo ed il suo futuro sarà soltanto quello del tuttologo da social network: lo ha affermato più volte lui stesso, indossando la più sincera delle sue mille maschere. Per limitarci agli ultimi giorni: costruttore di robot, ideatore di un piano di pace fra Russia e Ucraina, a minuti alterni aspirante padrone di Twitter e adesso anche creatore della più grande app del mondo, chiamata X.

La WeChat dell’Occidente

Cos’è X? Mercoledì lo ha spiegato a modo suo lo stesso Musk: «Comprare Twitter accelererà la creazione di X, la app di tutto». Parole criptiche ma non troppo, visto che da mesi non perde occasione per elogiare il modello WeChat, cioè la app della cinese Tencent che integra servizi di messaggistica con altri più da social network classico. Insomma, un misto di WhatsApp, Twitter e Facebook, che si allarga anche ai pagamenti, alle prenotazioni di vario tipo e a tanto altro. In sintesi: l’unico luogo usato per comunicare, in privato e in pubblico. Che poi in Occidente funzioni il modello cinese è un altro discorso, ma la «everything app» di Musk questo sarà, dopo l’acquisto di Twitter. Di cinese ci sono gli obiettivi numerici di X, non a caso sintetizzati in un piano quinquennale: 9 milioni di abbonati il primo anno, 104 il quinto.

Twitter Blue

Il primo passo dell’operazione è quindi Twitter, con Musk che lunedì sera è tornato indietro di 6 mesi offrendo la stessa cifra di aprile: 54,20 dollari ad azione, un investimento totale di 44 miliardi di dollari. Adesso, dopo mesi di battaglie mediatiche e giudiziarie, con Musk ad accusare Twitter di avere gonfiato i dati degli utenti, si è tornati al punto di partenza, con la possibile sospensione di ogni contenzioso. Ma perché Musk ha cambiato idea? Prima di tutto perché temeva che il tribunale del Delaware gli desse torto. In secondo luogo perché l’impegno di Musk era ed è subordinato all’ottenimento dei finanziamenti bancari, al momento fermi a 12,5 miliardi ma con il coinvolgimento di pesi massimi come Morgan Stanley: e poco conta che Musk fra Tesla, Space X e tutto il resto ne valga 236, da uomo più ricco del mondo quale è. Se questi finanziamenti dovessero mancare, alla fine lui si potrebbe sganciare dall’operazione Twitter pagando una multa di soltanto un miliardo. Ma al di là di X, come sarà l’eventuale Twitter versione Musk? Intanto una macchina da soldi: entro il 2028 dovrà fatturare 26,4 miliardi all’anno, il quintuplo di adesso. Poi un’azienda che dovrà gradualmente sganciarsi dalla pubblicità, che conterà per i ricavi il 50% contro il 90% attuale. Traduzione: la creazione di un Twitter premium, definito Twitter Blue, pagato da chi lo usa 3 dollari al mese. Il tutto senza perdere utenti, anzi: da 217 milioni attuali si dovrà arrivare a 931 milioni entro il 2028, dei quali 159 per Twitter Blue.

Crimea russa

Mercoledì X, come abbiamo visto. Il lunedì era stato dedicato al cambio di rotta per Twitter, mentre il martedì è stata la volta della pace fra Russia e Ucraina con proposta di un piano che prevede la Crimea russa in via definitiva e un nuovo referendum nel Donbass, questa volta sotto la supervisione dell’ONU. Immediata la replica di Zelensky, ovviamente su Twitter: «Quale Elon Musk preferite? Quello che sostiene l’Ucraina o quello che sostiene la Russia?». Musk ha controreplicato al presidente ucraino, come se fosse un dialogo fra capi di Stato: «Sono a favore dell’Ucraina, ma anche convinto che il proseguire della guerra porterà enormi danni sia all’Ucraina sia al resto del mondo». Da ricordare, anzi lo ha fatto lui stesso, che Musk è tutt’altro che filo-russo visto che subito dopo l’invasione la sua SpaceX ha messo a disposzione dell’Ucraina i suoi satelliti, con costi sugli 80 milioni di dollari. Per lui briciole, ma non vengono in mente altri miliardari che abbiano aiutato l’Ucraina in queste proporzioni. Il punto non è comunque la via d’uscita dalla guerra, anzi le proposte di Musk sono in teoria anche sensate, ma il fatto che le dichiarazioni di Mister Tesla siano considerate da tutti come quelle di un leader politico di primo piano. Di sicuro l’ultima uscita gli ha portato antipatie da parte dei media mainstream, di solito pronti a prendere sul serio qualsiasi sua iniziativa.

Male Optimus

È quello che è accaduto una settimana fa con il Musk «buono», quello a cui si perdonano esagerazioni e bugie, con la presentazione dell’ultima versione del robot Optimus. A dirla tutta i due prototipi di umanoide creati da Tesla fanno al momento sorridere, visto che nemmeno sono riusciti da soli a salire sul palco e hanno avuto bisogno di essere portati a braccia da tre umani. Da soli hanno giusto salutato con la mano, ma al di là delle ironie e del vero motivo dello show, cioè raccogliere finanziamenti, nell’occasione si è rivisto il Musk migliore, il visionario, quello amato dai nerd ma anche dal cittadino medio che vuole sognare. «Siamo di fronte a un futuro di abbondanza, senza povertà, in cui si può avere tutto. Non è soltanto tecnologia, ma una trasformazione fondamentale della civiltà». Un mondo che purtroppo non è dietro l’angolo, anche se l’idea di Tesla è quella di mettere sul mercato i robot umanoidi entro 5 anni, con un prezzo al pubblico iniziale di 20.000 dollari. Ha lasciato perplessi l’uso del sistema Autopilot, quello delle auto Tesla, e in generale, di Optimus, hanno deluso l’aspetto fisico e i movimenti, più impacciati rispetto a quello di concorrenti come Boston Dynamics (cioè Hyundai) e Agility. Non siamo al robot domestico di Alberto Sordi in «Io e Caterina», ma siamo ben lontani dall’uso quotidiano. Uno degli ostacoli principali, sostengono gli esperti di robotica, è quello di far stare il robot in equilibrio stabile su due gambe: in teoria non sarebbe nemmeno decisivo per le sue funzioni, ma Musk per motivi di marketing si è impuntato sull’aspetto umanoide e così non si sono visti grandi progressi rispetto all’annuncio del 2021. Optimus non camminerà agilmente, però potrà chattare su X: un futuro del resto simile al nostro.

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