Aviazione

I piloti russi, ora, devono risparmiare anche sui freni

La carenza di pezzi di ricambio comincia a farsi sentire: secondo Aviatorshina, le compagnie della Federazione hanno chiesto ai piloti un uso più moderato delle risorse – E la sicurezza?
Marcello Pelizzari
04.08.2022 18:00

Quella degli aerei occidentali «rubati» dalla Russia e dell’assenza di componenti di ricambio e assistenza, complici le sanzioni nei confronti di Mosca, è stata una telenovela a suo modo appassionante, soprattutto nei primi mesi di guerra in Ucraina. Ne avevamo parlato già a marzo, con varie puntate successive.

Il succo, beh, non è cambiato. Per rimanere in piedi, anzi in aria, le compagnie russe hanno dovuto adattarsi e arrangiarsi. Cannibalizzando alcuni aerei per ottenere parti di ricambio extra e, ancora, emanando nuove direttive per i piloti. Ora, secondo il canale Telegram specializzato Aviatorshina, agli equipaggi di quattro vettori russi è stato chiesto di risparmiare i freni tanto all’atterraggio quanto nelle fasi di rullaggio. E questo, va da sé, per evitare che si consumino troppo in fretta.

La compagnia S7, ad esempio, ha consigliato ai propri piloti di prediligere gli inversori di spinta, posizionati sui motori, e di evitare di ricorrere al sistema di frenaggio automatico se lo spazio a disposizione è sufficiente.

Misure anche per i controllori

Aeroflot, la compagnia di bandiera, non avrebbe inviato raccomandazioni per iscritto ai piloti. Aviatorshina, tuttavia, cita proprio un pilota di Aeroflot. Il quale afferma di aver ricevuto istruzioni affinché i freni vengano adoperati con attenzione e parsimonia. Allo scopo, dicevamo, di ritardarne la sostituzione.

Il settore dell’aviazione, dopo l’invasione e le relative, logiche sanzioni occidentali, è stato particolarmente e duramente colpito. La Russia, è vero, ha nazionalizzato in maniera quantomeno creativa oltre 400 aerei di fabbricazione occidentale, nello specifico Airbus e Boeing. Ma non può più richiedere l’invio di pezzi di ricambio ai costruttori. Immaginate il disagio e, ancora, le possibili conseguenze in merito alla sicurezza.

Anche i controllori del traffico avrebbero, stando alle informazioni condivise dal canale, ricevuto un ordine preciso: concedere più tempo (e spazio) agli aerei per atterrare.

Ural, Rossiya e Pobeda, detto dei freni, hanno ribadito l’importanza di gestire al meglio il cherosene a disposizione. Il mantra, insomma, è no soltanto: risparmiare, risparmiare, risparmiare.

Cinque anni? Troppo ottimismo

Misure di risparmio o meno, i freni prima o poi dovranno essere sostituiti. E qui casca l’asino. Alcuni media russi affermano, a tal proposito, che le prime carenze emergeranno entro la fine dell’estate. A quel punto, ai vettori non resterà altro che cannibalizzare altri aerei per ottenere pezzi di ricambio.

Yuri Borissov, fresco di nomina quale nuovo direttore di Roscosmos, ma fino al 15 luglio vice primo ministro russo e responsabile dell’aviazione civile, a inizio anno aveva ipotizzato, con parecchio ottimismo oseremmo dire, che gli aerei di fabbricazione occidentale presenti in Russia avrebbero potuto volare per altri cinque anni.

Oleg Prikhodko, dal canto suo, il vicepresidente del sindacato russo del personale di volo, ha spiegato che la sicurezza dei passeggeri, anche con questi accorgimenti, non è influenzata in alcun modo. Verità o narrazione?

A suo dire, un atterraggio può avvenire senza problemi con gli aerofreni, i citati inversori di spinta e altri elementi. Lo spirito di iniziativa, a differenza delle parti di ricambio, in questo caso non manca.