Il catalogo per «ordinare con un clic» i bambini ucraini: la denuncia

«Le autorità russe nella regione ucraina occupata di Lugansk hanno creato un "catalogo" online di bambini ucraini, offrendoli per "adozioni" forzate attraverso il Ministero dell'istruzione». La denuncia arriva dall'Ong Save Ukraine, secondo la quale il database comprende 294 bambini, ordinati e classificati in modo che gli utenti possano «filtrarli» per età, sesso e caratteristiche fisiche. Gli occhi sono azzurri, verdi o marroni, i capelli biondi o neri, le schede specificano l'età e parlano di caratteri «calmi», «socievoli», «rispettosi degli adulti». Accanto, immagini di minori che fissano l’obiettivo con timidezza. Il database pubblico è ospitato sul sito del ministero dell’Istruzione e della Scienza dell’autoproclamata «Repubblica popolare di Lugansk».

La denuncia di Save Ukraine
A svelare il catalogo è stato il filantropo ucraino Mykola Kuleba, co-fondatore di Save Ukraine, impegnata nel «sostegno di donne e bambini provenienti dai territori occupati dalla Russia». Per Kuleba il traffico di minori nell'ambito della guerra non è una novità: «È dal 2014 che i bambini ucraini compaiono nei database russi per le adozioni». Ma dal 2022, «questa pratica si è diffusa ed è diventata sistematica. Inizialmente, le autorità russe hanno cercato di coprire le loro tracce, chiudendo i registri e cancellando i riferimenti. Ora, la finzione è finita». Il sito web del Ministero dell'istruzione dell’autoproclamata «Repubblica popolare di Lugansk» «mostra i volti» dei minori «in foto chiare e senza coperture, senza alcuna prova che sia stato ottenuto il consenso dei tutori legali per condividere queste informazioni sensibili».
«Non è adozione, ma un traffico di minori»
I 294 bambini presenti nel database «non sono "orfani di guerra". Avevano nomi, famiglie e cittadinanza ucraina», scrive Kuleba. Che spiega: «Molti hanno perso i genitori a causa dei bombardamenti. Altri sono stati portati via con la forza e registrati con nuovi documenti. Ora vengono abbinati a famiglie russe e trattati in un database di adozione di animali domestici».
Il presidente di Save Ukraine non usa giri di parole: «Questa non è adozione. Questa non è assistenza. Questo è traffico digitale di minori, mascherato con la burocrazia». Il presidente Putin «ha semplificato il processo di adozione in modo così drastico che ora un bambino ucraino può essere di fatto "ordinato" online. Con un solo clic, un bambino viene privato della sua identità, gli viene rilasciato un passaporto russo e viene sottoposto a controllo ideologico». E i bambini sono esposti a molteplici pericoli: dal traffico di organi allo sfruttamento sessuale.

Il 2 giugno 2025, durante il secondo round di colloqui tra Ucraina e Russia a Istanbul, il capo gabinetto ucraino, Andriy Yermak, ha affermato di avere consegnato alla Russia un elenco di bambini che «devono essere rimpatriati», sottolineando che il loro ritorno è «parte integrante» del processo di pace a lungo termine. Da febbraio 2022, sono state oltre 19 mila le segnalazioni di bambini deportati e sfollati forzatamente. Il capo della delegazione russa Medinsky aveva risposto in modo sprezzante, invitando i negoziatori ucraini a non imbastire uno «spettacolo per vecchie signore europee senza figli e dalla lacrima facile», con la Russia che continua ad affermare di non aver rapito alcun bambino.
Alla fine di giugno l’Inviata speciale del Segretario generale del Consiglio d’Europa sulla situazione dei bambini dell’Ucraina, Thórdís Kolbrún Reykfjord Gylfadóttir, prendendo la parola durante l’evento di alto livello «Giustizia e responsabilità: proteggere i bambini nella guerra di aggressione contro l’Ucraina», ha sottolineato l’importanza fondamentale di sforzi internazionali concertati per assicurare la responsabilità del trasferimento forzato e della deportazione dei bambini ucraini: «Non ci sarà giustizia se le difficoltà del popolo ucraino, tra cui le persone più vulnerabili, i bambini, non saranno affrontate in modo efficace. E senza una prospettiva di giustizia, qualsiasi promessa di ricostruzione dell’Ucraina sarà vana».