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Zakharova: Russia pronta a continuare i contatti diretti con l'Ucraina per la pace, ora «tocca a Kiev, servono azioni e passi concreti» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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22:57
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Rubio: «Ci aspettiamo a giorni le condizioni di Mosca»
Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato di aspettarsi che la Russia presenti entro pochi giorni le linee generali di un cessate il fuoco con l'Ucraina, che consentirebbero agli Stati Uniti di valutare se Mosca fa sul serio. «Tra non molto, forse tra qualche giorno, magari questa settimana, la parte russa presenterà i termini», ha detto Rubio durante un'audizione al Senato.
22:25
22:25
Trump: «Nuove sanzioni a Mosca? Vediamo come si comporta»
Donald Trump è tornato a parlare dell'eventualità di imporre nuove sanzioni contro la Russia. «Vediamo come si comporta», ha dichiarato il presidente americano rispondendo alle domande dei reporter nello Studio Ovale sottolineando che ieri «ha avuto buone conversazioni» con Vladimir Putin, Volodymyr Zelensky e i leader europei.
22:21
22:21
Meloni sente Zelensky
«Nel corso della giornata di oggi, oltre al colloquio con il Santo Padre, il Presidente del Consiglio si è confrontato telefonicamente con il Presidente Zelensky, il Presidente Macron, il Presidente Stubb, il Primo Ministro Starmer, il Cancelliere Merz e la Presidente della Commissione Europea von der Leyen. È stato concordato di mantenere uno stretto coordinamento tra i partner in vista di un nuovo round di negoziati finalizzato a un cessate il fuoco e a un accordo di pace in Ucraina».
Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi.
22:09
22:09
«Un gruppo armato attacca una base russa in Siria»
Un gruppo armato legato al governo siriano ha attaccato oggi la base aerea russa di Hmeimim, nella parte occidentale del Paese. Lo ha riferito oggi l'Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH) una ONG siriana.
Situata nella provincia costiera di Latakia, la base ha servito da rifugio a migliaia di persone in fuga dalla violenza settaria che ha causato più di 1'700 morti a marzo, principalmente membri della minoranza alawita.
Proveniente da questa comunità musulmana, il presidente siriano Bashar al-Assad, rovesciato lo scorso dicembre da una coalizione di ribelli islamici radicali, è fuggito in Russia, un Paese alleato.
Secondo l'Osservatorio siriano, «un gruppo armato affiliato alle nuove autorità ha lanciato un attacco alla base e alcuni membri sono riusciti a infiltrarsi». L'Osservatorio, che non ha fornito ulteriori dettagli su questo gruppo, ha segnalato «scontri con armi pesanti» e «il suono di sirene d'allarme all'interno della base». La ONG con sede a Londra non ha menzionato alcuna vittima e nessuno ha rivendicato la responsabilità dell'attacco.
22:08
22:08
La scure di UE e UK, le nuove sanzioni a Putin
La parola d'ordine in Europa ora: è sanzioni più dure per spingere Vladimir Putin alla pace. Con un rinnovato accento sul coordinamento. Ecco perché fioccano i contatti sulla rotta Bruxelles-Londra-Washington, arrivando poi ad allargare il campo al G7. Ecco cosa bolle al momento in pentola.
UNIONE EUROPEA
I 27 hanno dato il via libera oggi al 17esimo pacchetto sanzioni. Le misure includono l'aggiunta alla lista nera dell'Ue di ulteriori 189 navi della flotta ombra, entità di Emirati Arabi Uniti, Turchia e Hong Kong complici del trasporto via mare di greggio e prodotti petroliferi russi nonché della Surgutneftegaz, grande compagnia petrolifera russa che garantisce entrate consistenti al governo russo. Inoltre sono state approvate altre misure per limitare il trasferimento di beni dual use a Mosca. Ma non basta. L'Ue è già al lavoro sul 18esimo pacchetto, «con ulteriori sanzioni incisive» (stando alla presidente Ursula von der Leyen). L'Ue potrebbe prossimamente includere misure restrittive sui gasdotti Nord Stream 1 e 2, l'aggiunta di ulteriori navi della flotta ombra russa alla lista nera, un abbassamento del tetto massimo del prezzo del petrolio (l'obiettivo è scendere sotto i 60 dollari) e sanzioni sul settore finanziario russo. Ma c'è anche chi chiede una versione blustellata del disegno di legge di Lindsay Graham, ottenendo così un bazooka europeo.
GRAN BRETAGNA
Il governo di Keir Starmer ha approvato sanzioni contro oltre un centinaio di nuove entità e individui e mirano a colpire i settori dell'industria militare, dell'energia e della finanza nonché «la guerra dell'informazione contro l'Ucraina» attribuita al Cremlino. Le azioni annunciate da Londra puntano a indebolire, fra l'altro, «la catena di rifornimenti» per la produzione di armi russe tra cui «i missili Iskander» e - sostiene il ministero degli Esteri - stanno avendo un impatto pesante «sull'economia» di Mosca e sul suo Pil.
STATI UNITI
Washington tergiversa ma ha in canna il pacchetto Graham, appunto. La parte più dura prevede «il divieto di investimenti nel settore energetico russo; sanzioni a chi supporta la produzione russa di petrolio, uranio o gas; il divieto totale d'importazione di uranio dalla Russia (gli Usa ne acquistano ancora); l'aumento dei dazi al 500% su beni e servizi russi (inclusi petrolio e gas); dazi del 500% anche sui Paesi che acquistano petrolio, uranio o prodotti russi». A chiudere, il blocco delle transazioni e congelamento dei beni «di istituzioni finanziarie russe» (ad esempio Banca Centrale Russa, Sberbank, VTB Bank) e «le sanzioni ai fornitori di servizi finanziari globali» (come SWIFT) che collaborano con istituzioni russe sanzionate. «È stato firmato da quasi 80 senatori», ha ricordato il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski, arrivando al Consiglio Difesa-Esteri a Bruxelles.
22:05
22:05
Trump prende tempo, «shock UE per la deferenza allo zar»
Doveva essere la telefonata per mettere lo zar con le spalle al muro, costringendolo al cessate il fuoco. Invece, il colloquio tra Donald Trump e Vladimir Putin non ha portato alla «tregua immediata» evocata dal tycoon, ma a uno stallo dal quale Mosca sembra uscire ancora in vantaggio, indicando che «ora tocca a Kiev» fare la sua parte.
E ha aperto una nuova crepa nell'asse transatlantico, con i leader europei che - stando ad Axios che cita fonti informate - si sono detti «sorpresi o scioccati» dalla «deferenza» del presidente americano verso il leader del Cremlino: per The Donald ora imporre sanzioni alla Russia non sarebbe infatti una «buona idea», perché Putin vuole davvero un accordo.
Ma le parole non bastano più agli europei: «Ora vogliamo vedere le reazioni forti» promesse da Washington, ha affermato l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas. Dando voce al fatto che finora non si sono viste «serie pressioni» su Mosca nell'ambito delle discussioni avute da Trump, mentre Bruxelles ha varato il suo diciassettesimo pacchetto di misure contro la Russia, in coordinamento con Londra che a sua volta ha approvato nuove misure. Ed «è in preparazione un diciottesimo con ulteriori sanzioni incisive», ha annunciato Ursula von der Leyen dopo aver parlato con Volodymyr Zelensky. Ribadendo che «è ora di intensificare la pressione sulla Russia per ottenere il cessate il fuoco».
Secondo il segretario di Stato Marco Rubio, gli Stati Uniti non stanno facendo alcuna «concessione» al presidente russo. Ma che stiano prendendo tempo sulle misure contro la Russia è ormai un fatto inequivocabile: Trump ha riferito di avere una «linea rossa», quale sia resta un mistero. Per il tycoon «potrebbe esserci un momento» per le sanzioni a Mosca, «stiamo guardando a molte cose, vedremo». Ma per ora resta solo un'ipotesi: così, cresce la voce di chi pensa, soprattutto in Europa, che il Cremlino stia sfruttando l'indecisione americana a suo vantaggio: «È ovvio che la Russia sta cercando di prendere tempo per continuare la guerra e l'occupazione», ha accusato per l'ennesima volta Zelensky che intanto ha ringraziato l'Ue per le nuove sanzioni, che prendono di mira quasi 200 navi della flotta ombra russa e anche tre entità russe coinvolte nello sviluppo e nell'uso di armi chimiche. Chiaramente diversa la lettura da Mosca, che plaude alla «ragionevolezza» dell'amministrazione americana: «Siamo certi che Washington capisce perfettamente che la pressione, in particolare le minacce palesi contro la Russia, è uno strumento inutile e controproducente», le parole lusinghiere della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova.
La Russia si dice pronta a continuare i contatti diretti con l'Ucraina per la pace. Ma per il momento non cede di un millimetro sulle sue richieste per porre fine alla guerra: cinque territori, la neutralità dell'Ucraina e l'assenza di truppe degli alleati di Kiev sul suo suolo. Mentre l'Ue continua a spingere per giocare il ruolo di mediatrice nella partita della pace - punto sul quale la premier italiana Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Friedrich Merz sono tornati a insistere al telefono con Trump, scrive Axios - la Russia infatti non perde occasione di screditare gli europei, in particolar modo la coalizione dei volenterosi capitanati dalla triade Macron-Merz-Starmer: «Se inviassero soldati in Ucraina, ciò sarebbe considerato dalla Russia come una minaccia militare con tutte le conseguenze del caso», ha ribadito il superfalco di Putin, Dmitry Medvedev, secondo cui il vero obiettivo dell'iniziativa è «attuare un'espansione e instaurare un regime di occupazione sul territorio dell'Ucraina rimanente». Secondo l'ex presidente russo, per l'Ucraina l'alternativa ai colloqui con la Russia sarebbe una «resa incondizionata». L'unica cosa che sembra mettere d'accordo tutti è il Vaticano come sempre più possibile sede dei negoziati. Per il resto, la strada per la pace resta lunga.
21:55
21:55
Rubio: «La minaccia delle sanzioni può spingere Mosca a non parlare»
Minacciare la Russia con ulteriori sanzioni potrebbe spingere Mosca a non parlare di una potenziale fine della guerra in Ucraina. Lo ha detto il segretario di stato Marco Rubio.
Donald Trump «crede che se si inizia a minacciare sanzioni i russi smetteranno» di dialogare, ha spiegato Rubio mettendo in evidenza che «c'è un valore nel fatto che noi possiamo parlare con loro e portarli al tavolo delle trattative».
20:23
20:23
Lo zar temporeggiatore frena Trump
Come spesso accade, si può scegliere tra il bicchiere mezzo pieno o quello mezzo vuoto. Bene che Russia ed Ucraina, in qualche modo, siano tornate ad incontrarsi. Male tutto il resto. Il futuro dei negoziati è avvolto nell'incertezza, non si parla più di cessate il fuoco in tempi brevi e sperare in una tregua in un futuro prossimo è ora davvero difficile.
Ma, soprattutto, c'è la netta sensazione, se non la certezza, che a dare le carte e a dettare i tempi di gioco sia stato ancora una volta Putin. Lo zar temporeggiatore va per la sua strada, concede frasi che sembrano un'apertura verso il dialogo, ma la sostanza rimane sempre la stessa come le inaccettabili (da Kiev) richieste russe. Trump non dà seguito alle minacce di qualche giorno fa di sanzioni americane - comprese quelle secondarie, molto temute da Mosca - e anzi riprende a dire di credere che Putin voglia davvero la pace. L'Europa assiste perplessa al girotondo di dichiarazioni e contatti ma tiene la barra dritta. Giù il cappello: la politica estera comune, tra tante difficoltà e posizioni diverse, forse comincia davvero a strutturarsi.
Questa è la sintesi degli ultimi giorni tra riunioni, telefonate e prese di contatto culminate nel colloquio tra il presidente americano e quello russo. Un colloquio di non facile lettura. I due protagonisti hanno detto di considerare la loro telefonata positiva e costruttiva, ma poi ognuno racconta una storia diversa. Se si leggono bene le dichiarazioni russe e americane, sorgono poi diversi dubbi. Quando Putin dice che la priorità russa è quella di «eliminare le cause profonde di questa crisi» riporta tutti alla casella di partenza come in un Gioco dell'Oca dove è lui a tirare i dadi.
Tradotto vuol dire che le richieste russe sono sempre quelle e non cambiano: riconoscimento della Crimea russa, possesso totale delle quattro province soltanto in parte conquistate dai russi, nessuna garanzia di sicurezza per Kiev. E quando Trump afferma che a un certo punto le condizioni per la tregua saranno negoziate dalla due parti evoca abbastanza chiaramente la possibilità che l'America possa fare un passo indietro.
Detto questo, va sottolineato che il punto centrale, in realtà, è un altro: Putin e Trump vanno a velocità diverse. E anche da questo punto di vista il tempo gioca a favore di Putin. Trump aveva detto che avrebbe risolto la situazione in 24 ore. Putin viene da tre anni di guerra e la sua delegazione ha ricordato, durante i colloqui di Istanbul, la «Grande guerra del Nord» combattuta tra Russia e Svezia all'inizio del 1700 per il controllo del mar Baltico. Durò 21 anni. Come a dire: noi non abbiamo fretta, la pace ci sarà quando le condizioni saranno quelle giuste per noi.
In questa situazione, l'Europa dimostra finalmente, nonostante le tante diverse opinioni e i contrasti tra i 27, di avere una forte capacità di resilienza e di poter continuare a «tenere» la sua posizione al fianco di Kiev. Adesso Trump dice che le sanzioni contro Mosca non sono una buona soluzione, mentre aveva detto esattamente il contrario pochi giorni fa. Ebbene, l'Europa vara un nuovo pacchetto di misure, il diciassettesimo, contro Mosca. E Londra si allinea, con nuove sanzioni britanniche e con un coordinamento con l'Unione europea, che conferma il riavvicinamento fra Londra e Bruxelles.
Da questo punto di vista, il bicchiere è mezzo pieno.
18:56
18:56
Sanzioni UE a Mosca per l'uso di agenti chimici in Ucraina
Il Consiglio UE ha deciso oggi di imporre ulteriori misure restrittive nei confronti di tre entità russe coinvolte nello sviluppo e nell'uso di armi chimiche. Le entità elencate sono le Truppe di difesa radiologica, chimica e biologica, il 27° Centro scientifico e il 33°Istituto centrale di ricerca e sperimentazione scientifica del ministero della difesa della Federazione russa, tutte appartenenti alle forze armate russe.
La decisione è stata adottata alla luce delle relazioni pubblicate dall'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) nel novembre 2024 e nel febbraio 2025, che confermano la presenza di agenti antisommossa quali il CS chimico (2-clorobenzalmalononitrile) e composti correlati nei campioni raccolti in prima linea in Ucraina. Tali agenti sono stati utilizzati come metodo di guerra dalle forze russe in Ucraina, in violazione della Convenzione sulle armi chimiche, di cui la Russia è uno Stato parte.
17:30
17:30
Rubio: «Dagli USA nessuna concessione a Putin»
Gli Stati Uniti non fanno alcuna «concessione» al presidente russo Vladimir Putin. Lo ha detto il segretario di stato Marco Rubio nel corso di un'audizione in Senato.
«Ogni minuto e ogni dollaro che spendiamo nel conflitto in Europa è una distrazione di attenzione e risorse da un confronto potenzialmente più serio nell'Indo-Pacifico», ha detto Rubio riferendosi alla guerra in Ucraina nel coso di un'audizione in Senato.
15:16
15:16
«L'esercito russo sta potenziando le testate dei droni kamikaze a lungo raggio Shahed-136»
L'esercito russo sta potenziando le testate dei droni kamikaze a lungo raggio Shahed-136 utilizzati nella guerra contro l'Ucraina, montando cariche da 90 kg di esplosivo al posto dei 50 kg standard: lo rivela la società ucraina di consulenza militare Defense Express, citata dall'«Ukrainska Pravda».
Le nuove testate sono due: una viene prodotta in Russia, l'altra in Iran, sottolinea Defense Express, che cita fonti a conoscenza del programma.
La nuova testata da 90 kg di produzione russa è stata denominata KOFZBCh, acronimo di 2testata incendiaria ad alto esplosivo a frammentazione e carica sagomata«. L'esplosivo è rimasto invariato: TGF-35P2, ovvero TNT miscelato con RDX (ciclonite) flemmatizzato, lo stesso della testata standard OFZBCh-50 da 50 kg, priva di effetto anticarro. L'azione incendiaria è ottenuta utilizzando una miscela di idruri metallici in polvere che garantisce un'elevata temperatura di combustione, fino a 3'500 gradi.
La testata di fabbricazione iraniana, anch'essa da 90 kg, combina una carica cava ad alto esplosivo e azione a frammentazione, ovvero non incorpora elementi incendiari. Il dispositivo appartiene alla serie di esplosivi OLA, a base di ottogene e alluminio con una carica intermedia in RDX.
14:55
14:55
Trump valuta il rimpatrio dei migranti da zone di guerra, anche gli ucraini
L'amministrazione Trump sta valutando un piano da 250 milioni di dollari per finanziare l'espulsione e il rimpatrio di coloro che sono arrivati negli Stati Uniti fuggendo da zone di guerra, fra i quali 700'000 migranti ucraini e haitiani. Lo riporta il «Washington Post» citando alcuni documenti, secondo i quali i fondi previsti avrebbero dovuto essere usati per l'assistenza all'estero. Nei documenti vengono menzionati anche afghani, palestinesi, sudanesi, siriani e yemeniti.
14:13
14:13
Zakharova: Russia pronta a continuare i contatti diretti con l'Ucraina per la pace, ora «tocca a Kiev»
La Russia è pronta a continuare i contatti diretti con l'Ucraina per la pace e ora «tocca a Kiev» Lo ha detto la portavoce del ministero degli esteri Maria Zakharova, citata dalle agenzie russe.
«Si avvicina un momento importante per il processo decisionale», ha affermato ancora Zakharova, aggiungendo che le dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky in cui esprime il suo desiderio di pace «devono ora essere sostenute da azioni concrete e passi concreti».
La portavoce ha parlato di «continuazione» dei contatti diretti perché un primo incontro diretto tra negoziatori ucraini e russi dopo tre anni si è svolto il 16 maggio a Istanbul.
13:46
13:46
Putin a Trump: «Sventati attentati vicino alla Piazza Rossa»
«Minacce di attacchi terroristici» sono state sventate «nell'area del Cremlino e della Piazza Rossa» nella notte tra il 6 e il 7 maggio, mentre era in preparazione la parata militare per l'80. anniversario della vittoria sul nazifascismo con la partecipazione di numerosi leader stranieri, tra cui il presidente cinese Xi Jinping. È quanto ha affermato il presidente russo Vladimir Putin nella sua conversazione telefonica di ieri con il suo omologo americano Donald Trump, secondo quanto riferisce oggi il consigliere presidenziale Yuri Ushakov, citato da Interfax.
«Nella notte tra il 6 e il 7 maggio, l'Ucraina ha lanciato 524 droni contro il territorio russo, oltre a missili americani Storm Shadow», ha detto Putin a Trump. «Allo stesso tempo, sono state sventate minacce di attacchi terroristici nel centro della capitale, nell'area del Cremlino e della Piazza Rossa», ha aggiunto il presidente russo, citato da Ushakov.
«Putin, naturalmente, non ha menzionato questo a Trump per caso - ha proseguito Ushakov - poiché gli ucraini hanno minacciato direttamente i partecipanti stranieri alle celebrazioni, hanno cercato di intimidire i leader stranieri e di impedire loro di venire a Mosca».
13:23
13:23
Zelensky propone a Trump un accordo di libero scambio
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha proposto al presidente statunitense Donald Trump un accordo di libero scambio (ALS) tra i due paesi in una lettera in cui delinea nuove opportunità di cooperazione in materia di difesa e commercio: lo ha detto il viceministro dell'economia e rappresentante commerciale ucraino Taras Kachka, come riporta Interfax-Ucraina.
«Per quanto a mia conoscenza, il presidente Zelensky ha indirizzato questa proposta al presidente Trump in quella lettera. Di conseguenza, questa sarà la prossima fase delle nostre discussioni», ha affermato oggi Kachka alla conferenza «Trade Wars: The Art of Defense», organizzata dallo studio legale Ilyashev & Partners a Kiev.
Il viceministro ha sottolineato che l'Ucraina vuole realizzare questo accordo, nonostante gli Stati Uniti non siano tra i principali partner commerciali di Kiev. «Siamo interessati all'ALS con tutti i paesi del G7 - ha detto Kachka -. Abbiamo già accordi con Regno Unito, Canada e Unione Europea. Ciò di cui abbiamo ancora bisogno sono gli Stati Uniti e il Giappone».
12:23
12:23
L'UE ha approvato il 17. pacchetto di sanzioni contro la Russia
«L'UE ha approvato il suo 17esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che prende di mira quasi 200 navi della flotta ombra. Le nuove misure riguardano anche le minacce ibride e i diritti umani. Sono in preparazione ulteriori sanzioni contro la Russia. Più a lungo la Russia continuerà la guerra, più dura sarà la nostra risposta». Lo annuncia l'Alto rappresentante dell'UE per la politica estera Kaja Kallas.
Anche il governo britannico di Keir Starmer ha annunciato un ennesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia in risposta agli ultimi raid di droni di Mosca sull'Ucraina, rende noto il Foreign Office. L'iniziativa è in coordinamento con le parallele sanzioni degli alleati dell'UE.
Le misure riguardano oltre un centinaio di altre entità e individui e mirano a colpire i settori dell'industria militare, dell'energia e della finanza, nonché «la guerra dell'informazione contro l'Ucraina» attribuita al Cremlino, si legge nel comunicato diffuso oggi dal ministero degli esteri britannico. Si tratta in particolare di una riposta ai «273 droni lanciati contro città ucraine» dalle forze di Mosca da sabato scorso e all'attacco contro un minibus che ha «ucciso 9 civili a Sumy».
Nel comunicato si afferma anche che il presidente Vladimir Putin «non ha finora aderito al cessate il fuoco pieno e incondizionato chiesto dal presidente Donald Trump» e già «accettato due mesi fa dal presidente Volodymyr Zelensky».
Le nuove sanzioni di Londra, «coordinate con il 17esimo pacchetto» approvato oggi dall'UE, puntano a indebolire fra l'altro «la catena di rifornimenti» per la produzione di armi russe tra cui «i missili Iskander» e stanno avendo un impatto pesante «sull'economia» di Mosca e sul suo PIL, sostiene il governo Starmer.
Esse prendono poi di mira i 14 membri della Social Design Agency (SDA), additati come propagatori di «disinformazione» russa volta a «minare la democrazia in Ucraina e in altri paesi nel mondo». Nonché 46 soggetti finanziari che avrebbero «aiutato» la Russia nei «tentativi di aggirare» precedenti sanzioni contro la borsa di San Pietroburgo e altre istituzioni finanziarie russe.
Colpito inoltre John Michael Ormerod, un businessman con passaporto britannico accusato d'aver reperito per conto di Mosca alcune navi della cosiddetta «flotta fantasma» di petroliere e cargo per sfuggire alle sanzioni occidentali.
Londra s'impegna infine a lavorare con gli alleati per cercare di far abbassare ulteriormente il tetto del prezzo internazionale del petrolio, sotto i 60 dollari, in modo da danneggiare l'economia russa.
12:01
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Zelensky: «La Russia prende tempo per continuare la guerra e l'occupazione»
«È ovvio che la Russia sta cercando di prendere tempo per continuare la guerra e l'occupazione. Stiamo lavorando con i nostri partner per fare pressione sui russi affinché si comportino diversamente. Le sanzioni sono importanti e sono grato a chiunque le renda più tangibili per i responsabili della guerra»: lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky all'indomani della telefonata tra i presidenti russo Vladimir Putin e americano Donald Trump.
Zelensky riferisce di aver parlato con il presidente finlandese Alexander Stubb, con il quale ha anche «discusso i dettagli della conversazione di ieri con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump».
«L'importante è che la diplomazia per la pace sia coordinata e orientata a risultati concreti», ha sottolineato il leader ucraino. «Non abbiamo dubbi che la guerra debba concludersi al tavolo delle trattative. Dovrebbero esserci proposte chiare e realistiche sul tavolo. L'Ucraina è pronta per qualsiasi formato di negoziazione produttivo. E se la Russia continua a proporre condizioni irrealistiche e a compromettere i possibili risultati, le conseguenze saranno sicuramente dure - ha concluso -. Oggi sono previsti anche colloqui con gli altri nostri partner».
06:29
06:29
Il punto alle 06.00
I contatti tra Russia e Ucraina sono stati ristabiliti e sono già in corso di implementazione. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in una conversazione con i giornalisti resa nota dalla Tass. «I contatti tra russi e ucraini sono ora in corso», ha spiegato. «I contatti, infatti, sono stati ricreati, il che è molto importante in questa fase».
Non sono state fissate scadenze per la preparazione del memorandum tra Russia e Ucraina, le parti si scambieranno le bozze ed elaboreranno un testo unico, ha aggiunto portavoce. «Non ci sono scadenze e non possono essercene - ha detto in una dichiarazione rilanciata dalla Tass -. È chiaro che tutti vogliono farlo il più velocemente possibile, ma, ovviamente, il diavolo si nasconde nei dettagli». Secondo Peskov, «i progetti saranno formulati sia da parte russa che da parte ucraina. Le bozze saranno scambiate e poi ci saranno contatti complessi per elaborare un testo unico».
Il Cremlino è a conoscenza dell'offerta del Vaticano di ospitare i negoziati tra Russia e Ucraina, ma non è stata ancora presa alcuna decisione. Lo ha riferito ai giornalisti il portavoce del presidente russo Dmitrij Peskov. «Tutti sono a conoscenza di questa iniziativa del Papa - ha detto in una dichiarazione rilanciata dalla Tass -. C'è stata anche una dichiarazione del Vaticano. E, naturalmente, la parte russa è grata a tutti coloro che sono disposti a dare il loro contributo. Ma non sono state ancora prese decisioni specifiche sul luogo in cui proseguire i possibili negoziati futuri».
«Stiamo facendo del nostro meglio per metter fine alla guerra in Ucraina», ha detto Donald Trump nel corso di una cena alla Casa Bianca per il Kennedy Center. «Ve lo dirò in due settimane». Così Trump ha risposto a chi gli chiedeva se l'Ucraina stesse facendo abbastanza per trattare e mettere fine alla guerra. Trump ha parlato a margine della consegna delle prime «medaglie al sacrificio», riconoscimento che sarà insignito agli agenti che hanno dato la loro vita in servizio. Le prime medaglie, disegnate da Tiffany, sono state consegnate alle famiglie di tre agenti della Florida.