Il caso

Il Cremlino saluta il «tentativo di pace» di Elon Musk

Dmitry Peskov ha lodato il sondaggio via Twitter lanciato dall'eccentrico miliardario, ora accusato di sostenere la causa russa – Il patron di Tesla e SpaceX: «Sono pro Ucraina»
© AP
Marcello Pelizzari
04.10.2022 16:00

C’era da aspettarselo, in fondo. E questo nonostante lui, Elon Musk, abbia ribadito di sostenere l’Ucraina. Il Cremlino ha salutato il tentativo di trovare una «soluzione» al conflitto, via sondaggio social, del miliardario patron di Tesla e SpaceX. Di più, Mosca ha definito «molto positivo» il segnale lanciato dallo stesso Musk.

Lunedì, come noto, l’uomo più ricco del mondo si era rivolto ai suoi 107 milioni di follower. Proponendo un piano in quattro punti per porre fine alla guerra. Il problema? Dai discorsi sui referendum a quelli sulla Crimea, con tanto di «errore di Krusciov», l’idea di Musk ha prestato il fianco alla narrazione russa. Scatenando tanto la reazione, indignata, di molti utenti quanto quella, ironica eppure ferma, del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

«Riteniamo positivo che un uomo come Musk stia cercando una via d’uscita pacifica dalla situazione in Ucraina» ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’immancabile Interfax.

Le condizioni della Russia

L’eccentrico miliardario, a lungo criticato negli Stati Uniti per le sue uscite politiche via Twitter, nello specifico vorrebbe ripetere i referendum della scorsa settimana nelle quattro regioni (parzialmente) occupate da Mosca. Referendum etichettati come farsa, appunto, dalla comunità internazionale. Oltre a ciò, spinge affinché la Crimea – visti i suoi trascorsi storici – ritorni definitivamente alla Russia.

Ancora Peskov, riguardo al piano di Musk: «Raggiungere la pace senza soddisfare le condizioni della Russia è assolutamente impossibile. Molte idee meritano attenzione».

Certo, Mosca non ha gradito, fra le altre cose, il fatto di dover ripetere i referendum con osservatori delle Nazioni Unite. E questo perché, secondo la narrazione, si sono tenuti in maniera democratica. Tuttavia, Peskov ha gradito la spinta muskiana. Una spinta che, a suo dire, altri diplomatici professionisti non hanno mostrato.

Riguardo ai territori, Peskov ha ribadito che il presidente Vladimir Putin «firmerà i decreti» affinché diventino «territori della Federazione Russa». Detto ciò, ha spiegato il portavoce, «il fatto in sé è molto positivo, quando persone come Musk cercano di pensare logicamente a cosa si potrebbe fare per stabilire la pace».

Zelensky e Starlink

Zelensky, che su Twitter ha subito preso posizione in merito al sondaggio di Musk, dal canto suo ha promesso che Kiev non avrebbe mai e poi mai negoziato un accordo con Mosca. Almeno non finché Putin fosse rimasto al potere. Una promessa, questa, che il Cremlino ha interpretato come un ostacolo nel difficile percorso verso la pace.

«Tutte queste proposte, anche da parte di coloro che hanno la saggezza di pensarci, si rompono dopo la decisione di Zelensky» ha concluso Peskov riferendosi all’idea di Elon Musk.

Musk, dicevamo, ha replicato al tweet di Zelensky ribadendo il suo appoggio all’Ucraina, pur con riserve legate a un’eventuale offensiva in Crimea. Non solo, riguardo all’utilizzo di Starlink, essenziale anche per le operazioni militari di Kiev, lo stesso Musk ha spiegato che SpaceX, di tasca propria, ha speso 80 milioni di dollari per permettere agli ucraini di accedere a Internet via satellite.

Sembrano lontani, ora come ora, i tempi in cui il re delle auto elettriche combatteva, sempre via Twitter, con il responsabile del programma spaziale russo. Sono addirittura lontanissimi, invece, i tempi in cui Musk sfidava a duello nientepopodimeno Vladimir Putin. Il premio per il vincitore? L’Ucraina.

 

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