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«Il disarmo di Hamas? Dipende dalle condizioni»

Un leader di Hamas a Doha, in un'intervista a Reuters, ha parlato dell'accordo di pace - «Le questioni da discutere nella prossima fase dei negoziati, compresa quella delle armi, riguardano non solo Hamas, ma anche altri gruppi armati palestinesi» - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«Il disarmo di Hamas? Dipende dalle condizioni»
Ats
18.10.2025 09:14
23:47
23:47
I corpi dei due ostaggi sono arrivati in Israele

«Le due bare degli ostaggi deceduti, scortate dalle forze dell'Idf, hanno recentemente attraversato il confine con il territorio dello Stato di Israele e sono dirette al Centro nazionale di medicina legale, dove verrà effettuata la procedura di identificazione». Lo riferisce su X l'esercito israeliano.

23:40
23:40
L'IDF a Gaza ha ricevuto i corpi dei due ostaggi

Le truppe dell'Idf nella Striscia di Gaza hanno ricevuto dalla Croce Rossa le due bare con i corpi di due ostaggi uccisi. Lo ha annunciato l'ufficio del premier israeliano citato dal Times of Israel.

Le bare sono state ritirate dalla Croce Rossa da Hamas nel sud di Gaza. L'Idf ispezionerà le bare prima di coprirle con bandiere israeliane e tenere una breve cerimonia guidata da un rabbino militare. I resti saranno poi portati all'istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv per l'identificazione e la conferma che appartengano a ostaggi uccisi.

22:48
22:48
La Croce Rossa ha ricevuto i resti di due ostaggi

"Secondo le informazioni fornite dalla Croce Rossa, due bare di ostaggi deceduti sono state consegnate alla Croce Rossa e sono in viaggio verso le forze dell'Idf e dell'Isa (Shin Bet) a Gaza". Lo scrive l'Idf in un messaggio su X.

22:36
22:36
Hamas: «La chiusura di Rafah ritarderà la consegna di altri corpi»

 Hamas ha dichiarato che la chiusura del valico di Rafah tra Egitto e Gaza causerà ritardi significativi nella consegna dei corpi degli ostaggi. In una dichiarazione, il gruppo ha affermato che la continua chiusura «blocca l'ingresso delle attrezzature specializzate necessarie per la ricerca dei dispersi sotto le macerie e impedisce alle squadre di medicina legale e agli strumenti necessari per identificare i corpi», causando «ritardi significativi nel recupero e nel trasferimento dei resti» dei rapiti. 

Il gruppo palestinese afferma che la decisione del primo ministro israeliano di non aprire il valico di Rafah «costituisce una palese violazione» dell'accordo di cessate il fuoco e una «negazione» degli impegni presi con i mediatori. Netanyahu «continua a inventare pretesti inconsistenti per violare l'accordo e sottrarsi ai suoi obblighi», ha affermato Hamas citato da Al Jazeera.

«Chiediamo ai mediatori e ai garanti dell'accordo di agire con urgenza per fare pressione sull'occupazione (Israele) affinché apra immediatamente il valico di Rafah, la obblighi a rispettare tutti i termini dell'accordo e ponga fine ai crimini in corso contro il nostro popolo palestinese nella Striscia di Gaza», ha aggiunto il gruppo.


22:05
22:05
Netanyahu: «Mi ricandiderò alle elezioni del 2026»

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che si candiderà alle elezioni del novembre 2026 e che si aspetta di vincerle.

Intervenuto in un programma su Channel 14, a Netanyahu è stato chiesto se intendesse candidarsi per un altro mandato. «Sì», ha risposto. Alla domanda se si aspettasse di vincere, il leader ha risposto: «Sì».

Come leader del Likud, il più grande partito di destra israeliano, Netanyahu detiene il record per il mandato più lungo a capo del governo in Israele: oltre 18 anni in totale - con interruzioni - dal 1996.

21:49
21:49
Netanyahu: «La guerra finirà dopo la fase 2 con il disarmo di Hamas»

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che la guerra con Hamas finirà una volta completata la seconda fase dell'accordo di cessate il fuoco in corso a Gaza, che prevede il disarmo di Hamas.

La seconda fase «include anche il disarmo di Hamas, o più precisamente, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza e, prima ancora, la confisca delle armi di Hamas», ha dichiarato il leader israeliano durante un programma televisivo su Channel 14.

«Quando questo sarà stato realizzato con successo - spero in modo semplice, ma in caso contrario, nel modo più duro - allora la guerra finirà», ha aggiunto.

19:37
19:37
Hamas: «Oggi consegneremo i corpi di due ostaggi»

Hamas ha annunciato che consegnerà questa sera altri due corpi di ostaggi, morti nella Striscia di Gaza. Lo riportano la TV Al Jazeera e il portale di notizie israeliano Ynet.

Sulla base di quanto annunciato dalle Brigate al-Qassam - l'ala armata di Hamas - la consegna avverrà alle 22:00 (le 21:00 svizzere). Secondo i media israeliani, nella Striscia di Gaza restano i corpi di 18 ostaggi deceduti.

18:31
18:31
Netanyahu: «Il valico di Rafah non aprirà fino a nuovo avviso»

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu «ha comunicato che il valico di frontiera di Rafah non verrà riaperto fino a nuovo avviso. La sua apertura sarà valutata in base alle modalità con cui Hamas svolgerà il suo ruolo nel ritorno degli ostaggi deceduti e nell'attuazione del quadro concordato». Lo si legge in una nota dell'ufficio del primo ministro israeliano.

17:38
17:38
Rafah riapre lunedì ai palestinesi che vogliono tornare a Gaza

L'ambasciata di Palestina al Cairo dichiara sui sui social che il valico di Rafah, tra Gaza e l'Egitto, riaprirà lunedì per coloro che intendono rientrare nella Striscia. Ma il premier israeliano Benyamin Netanyahu dichiara la frontiera aprirà fino a nuovo avviso.

Intanto il passaggio, controllato da Israele, resta chiuso ancora agli aiuti umanitari. Il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa'ar ha detto nei giorni scorsi che il valico sarebbe stato riaperto «forse domenica». L'accordo tra Hamas e Israele prevede infatti che tutti i valichi di Gaza siano aperti per far arrivare gli aiuti umanitari alla popolazione stremata, ma lo Stato ebraico accusa la fazione islamica di violare l'intesa per non aver ancora consegnato tutti i corpi degli ostaggi uccisi.

Netanyahu, in una nota diramata dall'ufficio del primo ministro - ha comunicato che Rafah non verrà riaperto fino a nuovo avviso. «La sua apertura sarà valutata in base alle modalità con cui Hamas svolgerà il suo ruolo nel ritorno degli ostaggi deceduti e nell'attuazione del quadro concordato».

13:23
13:23
«Non siamo più vincolati da restrizioni sul nucleare»

L'Iran ha dichiarato di essere da ora "svincolato" da ogni restrizione sul suo programma nucleare.

Il ministero degli Esteri ha affermato che la Risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu è scaduta e che pertanto tutte le disposizioni e le restrizioni dovrebbero essere annullate e il suo programma nucleare rimosso dall'ordine del giorno del Consiglio e trattato come quello di qualsiasi altro Stato non nucleare ai sensi del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp)".

"Da questo momento, il Paese è vincolato esclusivamente dai suoi diritti e obblighi ai sensi del Tnp, senza ulteriori limitazioni".

Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in una lettera ai vertici delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza, ha sottolineato che la Risoluzione 2231 del Consiglio è "scaduta e terminata" oggi, 18 ottobre 2025, definendo "illegale e nulla" la recente decisione delle Nazioni Unite di attivare il meccanismo di snapback e di reimporre sanzioni contro l'Iran, sulla base della richiesta "illecita" dei Tre E (Regno Unito, Francia e Germania) per il mancato impegno del Paese nei confronti dell'accordo sul nucleare dal 2019.

"Il Segretariato delle Nazioni Unite non è un organo decisionale o interpretativo; non può alterare o estendere gli effetti giuridici delle decisioni del Consiglio di Sicurezza, né vincolare gli Stati membri con pronunciamenti unilaterali", ha affermato Araghchi, citato dall'Isna. "Qualsiasi notifica o conferma da parte del Segretariato che implichi il contrario sarebbe giuridicamente invalida e minerebbe la credibilità istituzionale delle Nazioni Unite", ha aggiunto il capo della diplomazia iraniana.

12:23
12:23
JD Vance in Israele lunedì per discutere dei progressi dell'accordo

Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha in programma di recarsi in Israele lunedì per discutere i progressi dell'accordo per la restituzione degli ostaggi uccisi a Gaza e la fine della guerra, riporta il notiziario Channel 12.

Vance discuterà anche dell'avanzamento alla seconda fase del piano di pace di Donald Trump, che riguarda il disarmo del gruppo terroristico Hamas e l'istituzione di un'autorità alternativa per l'amministrazione di Gaza.

10:43
10:43
Ottomila insegnanti pronti a riaprire le scuole a Gaza

L'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa) ha affermato che oltre 8.000 dei suoi insegnanti nella Striscia di Gaza sono pronti ad aiutare i bambini a riprendere gli studi e la loro istruzione. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa.

L'Unrwa ha sottolineato, in una dichiarazione pubblicata sul suo account ufficiale X, che si tratta della più grande organizzazione umanitaria operante nella Striscia di Gaza e che deve poter svolgere i propri compiti senza ostacoli. Ha affermato che "i bambini di Gaza sono stati privati dell'istruzione per troppo tempo", sottolineando la necessità di consentire loro di tornare a scuola il prima possibile.

09:50
09:50
Minibus distrutto da Israele a Gaza: morti 11 membri della stessa famiglia

Undici membri di una famiglia sono stati uccisi dopo che Israele ha attaccato un veicolo a Zeitoun, nella città di Gaza, accusandolo di aver attraversato la cosiddetta "linea gialla", che delimita le aree sotto il controllo dell'esercito israeliano.

Lo scrive Al Jazeera, secondo la quale Israele ha ucciso 28 persone dall'entrata in vigore del cessate il fuoco.

09:14
09:14
Il punto alle 9.00

Hamas intende mantenere il controllo della sicurezza a Gaza per un periodo ad interim, e non può per ora impegnarsi a disarmarsi: lo ha dichiarato in un'intervista pubblicata sul sito dell'agenzia Reuters il dirigente di Hamas Mohammed Nazzal.

Posizioni che, secondo Reuters, «riflettono le difficoltà che gli Stati Uniti devono affrontare per porre fine alla guerra» e mostrano «i principali nodi che ostacolano gli sforzi per consolidare la fine definitiva».

Membro del politburo di Hamas, intervistato da Reuters a Doha, Qatar, dove i dirigenti del movimento armato palestinese risiedono, Nazzal ha affermato che il gruppo è pronto a un cessate il fuoco fino a 5 anni per ricostruire la devastata Gaza, con garanzie per ciò che accadrà in seguito, a condizione che ai palestinesi vengano dati «orizzonti e speranza» per la creazione di uno Stato.

Alla domanda se Hamas intenda rinunciare alle armi, Nazzal ha dichiarato a Reuters: «Non posso rispondere con un sì o un no. Francamente, dipende dalla natura del progetto. Il progetto di disarmo di cui parla, cosa significa? A chi verranno consegnate le armi?». Ha aggiunto che le questioni da discutere nella prossima fase dei negoziati, compresa quella delle armi, riguardano non solo Hamas, ma anche altri gruppi armati palestinesi, e richiederebbero ai palestinesi di raggiungere una posizione più ampia.

Hamas, ricorda Reuters, ha accettato il 4 ottobre di rilasciare gli ostaggi e di affidare la gestione a un comitato di tecnici, ma ha affermato che «altre questioni dovevano essere affrontate in un quadro palestinese più ampio».

Nazzal ha quindi difeso le esecuzioni documentate nei giorni scorsi compiute da Hamas nella Striscia di Gaza. Ci sono sempre state «misure eccezionali» durante la guerra e le persone giustiziate erano criminali «colpevoli di omicidio», ha affermato. Infine ha dichiarato che il gruppo non ha alcun interesse a trattenere i corpi rimanenti degli ostaggi israeliani deceduti, confermando che esistono problemi di reperimento e aggiungendo che attori internazionali come la Turchia o gli Stati Uniti avrebbero contribuito alle ricerche, se necessario.