Il grande fratello parla russo: la «devastante» censura di Putin su Internet

Propaganda e censura fanno rima, perché quando racconti una storia a senso unico, senza alcun contraddittorio, inevitabilmente cancelli parti della realtà. Quelle più scomode. Più spinose. È ciò che avviene costantemente in Russia dal 2022, quando il presidente Vladimir Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina. In un Paese in cui la parola «guerra» è praticamente proibita, sostituita da una più rassicurante «operazione militare speciale», appare chiaro che ai cittadini russi venga raccontata una realtà creata ad arte dal Cremlino.
I media statali utilizzano spesso il termine «sicurezza» collegato alla parola «Ucraina». Gli Stati Uniti e la NATO vengono menzionati di continuo e indicati come cause scatenanti del conflitto. E ancora, vi sono due parole che tornano frequentemente nella narrazione di Putin: «denazificazione» e «demilitarizzazione» di Kiev. Inoltre, mai si parla dei civili ucraini uccisi dall’esercito, perché i russi devono sembrare i buoni, gli eroi dell'«operazione militare speciale».
Nel luglio del 2023, per evitare la ricerca di informazioni legate alla guerra in Ucraina, è stata fondata l’enciclopedia RuWiki, una versione di Wikipedia considerata filorussa, pro-Putin e allineata al Cremlino. Nelle sue pagine, ad esempio, si può leggere che il massacro di Bucha «è solo parte di una campagna di disinformazione ucraina e occidentale». Alle nostre latitudini, sappiamo che quell'orrore è stato documentato con foto e testimonianze agghiaccianti.
Ma il controllo dell’informazione non riguarda solo la guerra. All’inizio di luglio di quest’anno, Mosca è stata condannata dalla Corte europea per i diritti dell'uomo (CEDU) per non aver rispettato la libertà d'espressione di Google, imponendole multe e penalità estremamente onerose. Di fatto, il motore di ricerca si era rifiutato di rimuovere alcuni contenuti da YouTube, tra cui quelli collegati all'oppositore Alexei Navalny, il cui decesso in una prigione siberiana è stato motivo di fortissime contestazioni ai danni di Putin.
Stando a una recente indagine della ONG Human Rights Watch (HRW), le autorità russe, dal febbraio del 2022, hanno raddoppiato la censura online, le interruzioni di Internet e la sorveglianza degli utenti.
Il rapporto di 50 pagine dal titolo «Disrupted, Throttled, and Blocked: State Censorship, Control, and Increasing Isolation of Internet Users in Russia» documenta l'impatto delle capacità tecnologiche e di controllo del governo sull'infrastruttura Internet del Paese. HRW, nello specifico, ha scoperto che spesso il servizio viene interrotto completamente con il pretesto di garantire la sicurezza pubblica. Di fatto, nella Russia di Putin, accedere ai siti di informazione stranieri o a social media popolari come Instagram, Facebook o YouTube è praticamente impossibile senza una rete privata virtuale (VPN), uno strumento che consente agli utenti di aggirare la censura. Il problema è che pure le stesse VPN spesso vengono bloccate, mentre alcuni siti, come come quelli governativi, possono essere aperti solo in Russia.
Secondo Anastasiia Kruope, assistente ricercatrice per l'Europa e l'Asia centrale di Human Rights Watch, «le autorità russe hanno meticolosamente ampliato i loro strumenti legali e tecnologici per trasformare la sezione russa di Internet in un forum strettamente controllato e isolato. I loro sforzi hanno portato a una censura pervasiva, interruzioni di Internet su larga scala e all'indebolimento della sicurezza e della privacy, in violazione delle loro responsabilità in materia di diritti umani ai sensi del diritto internazionale».
La ONG ha intervistato 13 giornalisti indipendenti ed esperti russi e internazionali in materia di censura di Internet e diritti digitali, sicurezza informatica, governance di Internet e politiche digitali. I ricercatori hanno inoltre analizzato leggi e regolamenti, nonché un'ampia gamma di materiale open source, in inglese e in russo, tra cui ricerche accademiche, forum informatici russi e dati raccolti da progetti di monitoraggio della censura di Internet, russi e internazionali.
L’indagine evidenzia come le autorità di Mosca abbiano bloccato migliaia di siti web, tra cui quelli di organi di informazione indipendenti e ONG per i diritti umani, pagine online di politici dell'opposizione e social media, per non aver rispettato la draconiana legislazione russa che regolamenta le attività su Internet.
Alcuni siti e piattaforme straniere hanno smesso di fornire servizi agli utenti russi a causa delle sanzioni e delle pressioni politiche seguite all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022.
Accedere a social come Instagram, Facebook o YouTube è praticamente impossibile in Russia senza una rete privata virtuale (VPN), uno strumento che consente agli utenti di aggirare la censura. Eppure, stando alla ricerca, non solo le VPN vengono bloccate, ma circa metà della popolazione russa non sa come utilizzare tali strumenti.
Questo ha costretto un numero crescente di utenti a passare a browser e a social media russi sui quali vengono diffusi solamente contenuti propagandistici e interpretazioni governative di eventi attuali e storici. Gli utenti, in questo scenario, corrono maggiori rischi di fornire i propri dati personali alle autorità.
La censura online viene attuata tramite apparecchiature denominate «the technological means for countering threats (mezzi tecnologici per contrastare le minacce)». Queste apparecchiature sono installate praticamente in tutte le reti dei provider di servizi Internet del Paese, in base ai requisiti stabiliti dalla legge, che mirano a creare una sezione russa di Internet, un mondo a sé.
Il Cremlino con la scusa di effettuare test su Internet per tutelare la sicurezza pubblica sospende il servizio in intere regioni del Paese.
Le autorità hanno pure assunto il controllo dell’architettura Internet, esercitato così un maggiore controllo sul web. Hanno accorpato più della metà degli indirizzi IP russi nelle mani di sette provider di servizi Internet statali. Le aree dell'Ucraina occupate dall'esercito di Putin prima sono colpite da una censura online e interruzioni di Internet simili a quelle che avvengono in Russia.
Anastasiia Kruope ha sottolineato come «le autorità russe abbiano sviluppato un arsenale completo di politiche e strumenti tecnologici per estendere la censura e il controllo di Internet, che sono in gran parte invisibili all'utente medio. Questi provvedimenti apparentemente invisibili hanno implicazioni devastanti per l'accesso alle informazioni, la privacy e la libertà di espressione di ogni utente di internet in Russia».