Il mistero di Nessie non muore mai: al via la più grande ricerca del mostro

Buone notizie per i fan del mostro di Loch Ness. Proprio un anno fa, la divulgazione di studi che dimostravano che il plesiosauro, all'origine del mito, abitava anche le acque dolci, aveva riacceso i riflettori sul mistero, insieme alle speranze di coloro che hanno sempre creduto nell'esistenza di Nessie. Nonostante, nel corso degli anni, più ricerche abbiano smentito la presenza di una creatura misteriosa nelle acque scozzesi.
Dopotutto, sul mostro se ne sono raccontate di ogni. Le teorie sono state tante, tantissime. Così come gli studi che hanno per lo più smontato le convinzioni dei più affezionati a Nessie. Eppure, a quanto pare, l'ultima parola potrebbe non essere ancora stata detta. E ora il Loch Ness Centre di Drumnadrochit intende andare ancora più a fondo. Realizzando, a fine mese, quella che viene descritta come «la più grande ricerca del Mostro di Loch Ness dall'inizio degli anni Settanta».
Nel dettaglio, questa maxi operazione coinvolgerà droni dotati di telecamere a infrarossi per sorvegliare il lago e un apposito idrofono per rilevare insoliti suoni subacquei. Si tenterà, insomma, il tutto e per tutto. Per cercare di dimostrare, ancora una volta, che qualcosa nel lago c'è. O c'è stato.
Insieme a cercare il mostro
Dietro le quinte, dicevamo, c'è il Loch Ness Centre di Drumandrochit: per l'occasione, potrà contare sulla collaborazione di un gruppo di ricercatori volontari. L'operazione, per l'appunto, è stata definita la più grande ricerca del mostro in tempi moderni. Nel 1972, il Loch Ness Investigation Bureau (istituito negli anni 60) aveva organizzato una missione in grande stile. A quei tempi, però, le tecnologie e i mezzi a disposizione erano molto limitati, se confrontati a quelli attuali, che prevedono l'utilizzo di strumenti mai utilizzati prima per cercare il mostro. Motivo per cui, chiaramente, attorno alla nuova indagine, c'è molta speranza.
«Speriamo di ispirare una nuova generazione di appassionati di Loch Ness», ha dichiarato alla BBC Alan McKenna di Loch Ness Exploration, aggiungendo: «Unendosi a questa ricerca si avrà la possibilità di contribuire personalmente a questo affascinante mistero, che ha interessato così tante persone in tutto il mondo».
Ma ritorniamo a parlare di quella che, a tutti gli effetti, sarà l'operazione di ricerca. Il 26 e il 27 agosto, come detto, verrà fatto uso di tecnologie avanzate, mai impiegate prima per scovare Nessie nei meandri del lago. I punti di osservazione, per ricercatori volontari e membri del team, saranno tutti sulla terraferma. La parola d'ordine, infatti, è «sicurezza». «Alla mattina, i volontari saranno informati dagli organizzatori sui punti di osservazione adatti a garantire la loro sicurezza, che è la nostra priorità», ha spiegato un portavoce del Loch Ness Centre.
Le premesse per condurre una grande ricerca, quindi, ci sono tutte. Così come le ambizioni. E le speranze. Che potrebbero però andare perse, ancora una volta, e forse per sempre.