Guerra

Il Natale, a Kiev, quest’anno è arrivato in anticipo

Da dove nasce l’esigenza dell’Ucraina di spostare questa data rispetto al 7 gennaio?
© OLEG PETRASYUK
Red. Online
25.12.2023 23:00

C’è chi, invero, festeggiava il 25 dicembre già dal 2014. Da quando, cioè, la Russia aveva annesso illegalmente la Crimea e, poco dopo, provocato una guerra nel Donbass. Dopo che Vladimir Putin ha annunciato la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina, tuttavia, Kiev ha spinto ulteriormente affinché tutti gli ucraini anticipassero la celebrazione del Natale. Smarcandosi una volta per tutte dal 7 gennaio, la data tradizionale della Chiesa ortodossa russa. La nuova data, determinata secondo il calendario gregoriano, è stata approvata dal Parlamento ucraino lo scorso luglio. Diventando legge. 

«Il popolo ucraino è stato a lungo soggetto all’ideologia russa in quasi tutte le sfere della vita, anche con il calendario giuliano e la celebrazione del Natale il 7 gennaio» si legge nella proposta di legge. Ma «la potente rinascita della nazione ucraina continua» e «la continua e fruttuosa lotta per la sua identità contribuisce alla consapevolezza e al desiderio di ogni ucraino di vivere la propria vita, con le proprie tradizioni, le proprie festività».

La decisione di spostare la data del Natale, dicevamo, rientra in una vasta serie di iniziative attraverso cui l’Ucraina sta prendendo sempre più le distanze dalla Russia, con cui ha condiviso un lungo percorso comune durante l’Unione Sovietica. Lo scorso agosto, ad esempio, allo scudo dell’imponente statua della Madre Patria, monumento che domina Kiev, è stato tolto il simbolo del Partito comunista sovietico, la falce con martello. Al suo posto, è stato installato il tridente ucraino

Ma la legge sul Natale rientra altresì nella spaccatura fra la Chiesa ucraina e quella russa, divenuta sempre più marcata con l’avvento e il perdurare della guerra. La Chiesa ortodossa ucraina, per secoli sotto la tutela religiosa della Russia, aveva dichiarato la propria indipendenza dal patriarcato di Mosca e si era detta «autocefala» nel 2019.

Anche la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, rimasta fedele alla Russia, ha dichiarato la propria indipendenza nel maggio 2022, ripudiando il sostegno del patriarca russo Cirillo all’invasione. Alcune chiese ortodosse, tra cui quelle in Russia e in Serbia, continuano a utilizzare il calendario giuliano per le loro celebrazioni religiose e non quello gregoriano, ideato alla fine del sedicesimo secolo.

Durante l'epoca sovietica, dal 1917 al 1991, il Partito comunista sosteneva con forza l’ateismo tant'è che le celebrazioni del Natale erano state fuse con quelle del Capodanno, per molti ucraini ancora la festa principale. Durante la cena di Natale, per contro, secondo la tradizione in Ucraina vengono serviti dodici piatti senza carne, tra cui la kutia, una prelibatezza a base di chicchi di grano, miele, uva sultanina, noci tritate e semi di papavero. 

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