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Una dichiarazione pubblicata da Hamas a nome delle fazioni palestinesi respinge la risoluzione del presidente USA presentata all'ONU, definendola «pericolosa» - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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23:51
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Hamas: «La risoluzione ONU non rispetta i diritti dei palestinesi»
Hamas respinge la risoluzione approvata all'ONU su Gaza affermando che non rispetta le «richieste e i diritti» dei palestinesi. «Questa risoluzione non soddisfa il livello delle richieste e dei diritti politici e umanitari del nostro popolo palestinese», ha affermato il gruppo militante islamista in una dichiarazione.
«La risoluzione impone un meccanismo di amministrazione fiduciaria internazionale sulla Striscia di Gaza, che il nostro popolo, le sue forze e i suoi gruppi costituenti rifiutano, e impone un meccanismo volto a raggiungere gli obiettivi di Israele», ha scritto il movimento islamista palestinese in una nota, deplorando in particolare l'istituzione di una forza internazionale la cui «missione include il disarmo» dei gruppi palestinesi a Gaza.
23:31
23:31
«Con la risoluzione USA su Gaza si volta pagina verso la pace»
La risoluzione americana su Gaza adottata dal Consiglio di Sicurezza permette di «voltare pagina dopo due anni devastanti di conflitto verso una pace duratura». Lo ha detto James Kariuki, ambasciatore ad interim della Gran Bretagna all'ONU. «Ringraziamo il presidente Donald Trump per la sua leadership e gli USA per questa risoluzione. È giusto che sfruttiamo questo slancio».
23:29
23:29
Waltz: «Risoluzione storica, opportunità di una pace duratura»
L'ambasciatore americano all'ONU Mike Waltz ha definito «storica» la risoluzione USA adottata dal Consiglio di Sicurezza ONU. «Sotto la presidenza di Donald Trump gli Stati Uniti continueranno a portare risultati con i nostri partner», ha sottolineato, salutando «l'opportunità di porre fine a decenni di spargimento di sangue e rendere realtà una pace duratura».
23:27
23:27
Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU approva la bozza USA su Gaza
Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha approvato la risoluzione americana che supporto il piano di pace di Donald Trump per Gaza e autorizza una forza internazionale di stabilizzazione per l'enclave palestinese che dovrebbe anche disarmare Hamas. Il testo, modificato più volte durante i delicati negoziati tra i Quindici, ha ottenuto 13 voti a favore e l'astensione di Russia e Cina.
23:26
23:26
Waltz all'ONU: «Abbiamo il potere di dare una strada di pace a Gaza»
«Per due anni d'agonia Gaza è stato l'inferno in terra. Oggi abbiamo il potere di dare una strada alla pace, la bozza degli USA davanti a noi. Un progetto pragmatico e audace basato sul piano di pace del presidente Donald Trump». Lo ha detto l'ambasciatore americano all'ONU Mike Waltz prima del voto della risoluzione su Gaza che ha definito «un'ancora di salvezza». Waltz ha citato il supporto dei paesi arabi più importanti (Qatar, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Indonesia, Pakistan, Giordania e Turchia), nonché di numerosi Paesi europei e della stessa autorità palestinese.
22:30
22:30
Ben Gvir: «Si arresti Abu Mazen se l'ONU vota a favore dello Stato palestinese»
Il ministro della Pubblica sicurezza israeliano, Itamar Ben-Gvir, figura di estrema destra, ha chiesto oggi l'arresto del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) e l'assassinio di alti funzionari palestinesi qualora il Consiglio di Sicurezza dell'ONU votasse a favore dello Stato palestinese.
«Se accelerano il riconoscimento di questo Stato fabbricato, se l'ONU lo riconosce, voi (...) dovete ordinare omicidi mirati di alti funzionari dell'Autorità Nazionale Palestinese, che sono terroristi sotto ogni aspetto (e) ordinare l'arresto di Abu Mazen», ha detto Ben-Gvir ai giornalisti, rivolgendosi direttamente al premier israeliano Benjamin Netanyahu.
22:21
22:21
Netanyahu contro la rivolta dei coloni
«Considero con grande rigore i violenti disordini e il tentativo di farsi giustizia da soli da parte di un piccolo gruppo estremista che non rappresenta i residenti della Giudea e della Samaria». Lo ha affermato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, commentando in una nota la rivolta dei coloni in Cisgiordania dopo lo sgombero dell'avamposto illegale di Tzur Misgavi.
«Chiedo alle autorità preposte all'applicazione della legge di trattare i rivoltosi con il massimo rigore previsto dalla legge», ha aggiunto il premier sottolineando che intende occuparsi «personalmente della questione e convocare al più presto i ministri competenti per affrontare questo grave fenomeno». In chiusura, ha espresso solidarietà alla Forza di difesa israeliana (Idf) e alla forze di sicurezza, che «continueranno ad agire con determinazione e senza timore per mantenere l'ordine».
19:46
19:46
L'ONU vota la risoluzione su Gaza, incognita Russia-Cina
Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU va al voto per la risoluzione USA che approva il piano di pace del presidente statunitense Donald Trump per Gaza e autorizza una forza internazionale di stabilizzazione per l'enclave palestinese che dovrebbe anche disarmare Hamas. Dalla sua approvazione dipende l'avvio della fase due del piano, quella più difficile, dopo la tregua, lo scambio dei prigionieri e il parziale ritiro della Forza di difesa israeliana (Idf) dalla Striscia.
Sul voto pesa l'incognita del possibile veto della Cina e della Russia, Paese quest'ultimo che nei giorni scorsi ha presentato una bozza alternativa che non menziona la smilitarizzazione di Gaza, si oppone alla permanenza di Israele oltre la linea gialla, non cita il Board of Peace per l'amministrazione transitoria dell'enclave (presieduto dallo stesso Trump) e affida al segretario generale dell'ONU il compito di valutare le «opzioni per il dispiegamento della Forza internazionale di stabilizzazione» (togliendole così a Washington).
Una linea condivisa anche dalla Cina e dall'Algeria. Ma a premere per il rapido passaggio della risoluzione americana, oltre ai paesi arabo-musulmani più importanti (Qatar, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Indonesia, Pakistan, Giordania e Turchia), si è aggiunta anche l'Autorità Palestinese, rafforzando le possibilità di una approvazione. Secondo fonti diplomatiche, per Mosca e Pechino sarebbe infatti difficile opporsi ad un testo sostenuto dalla Palestina e dall'intera regione.
Le previsioni dell'ultima ora quindi ipotizzano che la risoluzione ottenga la maggioranza dei voti (almeno 9 su 15), con l'astensione di Russia e Cina. Per facilitare il voto di Mosca e Pechino, la bozza di risoluzione è stata rinegoziata. Ora afferma che gli Stati membri del Consiglio di Sicurezza possono partecipare al cosiddetto Board of Peace e che «le condizioni potrebbero finalmente essere mature per un percorso credibile verso l'autodeterminazione e la statualità palestinese», una volta che l'Autorità Palestinese avrà attuato un programma di riforme e la ricostruzione di Gaza sarà avanzata. Per la forza internazionale di stabilizzazione resta confermato il compito di garantire un processo di smilitarizzazione di Gaza, incluso il disarmo e la distruzione delle infrastrutture militari di Hamas.
Comprensibile quindi che le critiche più forti siano arrivate da Hamas e Israele. Un gruppo ombrello di fazioni palestinesi guidate da Hamas ha pubblicato una dichiarazione contro la risoluzione, definendola un passo pericoloso verso l'imposizione di una tutela straniera sul territorio e sostenendo che la proposta serve gli interessi israeliani. Respinta inoltre qualsiasi clausola relativa al disarmo di Gaza o che leda «il diritto del popolo palestinese alla resistenza». Dal canto suo il premier israeliano Benjamin Netanyahu, sotto pressione dai ministri di destra del suo governo, ha ribadito che Israele resta contrario a uno Stato palestinese e ha promesso di smilitarizzare Gaza «con le buone o con le cattive».
Nel frattempo Israele deve fare i conti con le proteste contro l'evacuazione dell'avamposto illegale di Tzur Misgavi, in Cisgiordania: diversi agenti della polizia israeliana sono rimasti feriti in violenti scontri con i coloni, decine dei quali hanno cercato di barricarsi sul posto «attaccando le forze di sicurezza con il lancio di pietre e barre di ferro, e incendiando pneumatici e veicoli». Altri scontri nel villaggio di Jaba'a, vicino a Betlemme, con incendi a veicoli e abitazioni.
19:06
19:06
Herzog riceve l'ex sindaco di New York Adams
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha ricevuto a Gerusalemme il sindaco uscente di New York Eric Adams, definendolo «un carissimo amico di Israele e del popolo ebraico», ed evocando «preoccupazioni» per l'insediamento di Zohran Mamdani come prossimo primo cittadino.
«Siamo preoccupati per come andranno le cose dopo le elezioni del sindaco di New York», ha detto Herzog, senza citare direttamente Mamdani.
Secondo il resoconto dell'incontro fornito dalla presidenza israeliana, Adams ha assicurato: «Vogliamo trasmettere chiaramente il messaggio corretto: il 49% dei newyorkesi ha dichiarato di non abbracciare la filosofia anti-israeliana». «Non negheremo il fatto che l'antisemitismo sia in aumento in tutto il mondo» né «alcune delle parole che provengono da New York. E penso che in questo momento abbiamo bisogno di chiarezza, e io fornirò quella chiarezza per combattere l'odio ovunque si manifesti», ha aggiunto.
Adams è stato poi ricevuto anche dal premier israeliano Benjamin Netanyahu a Tel Aviv.
19:04
19:04
Idf: «Decine di coloni hanno incendiato case e veicoli»
L'esercito israeliano ha riferito di essere intervenuto nelle ultime ore con la polizia di frontiera e la polizia israeliana a Jab'a, vicino a Betlemme in Cisigordania, «dove decine di civili israeliani hanno incendiato e vandalizzato abitazioni e veicoli».
Secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, i coloni hanno incendiato tre edifici e tre veicoli.
Le forze di sicurezza stanno conducendo ricerche per individuare i responsabili mentre l'episodio è ancora in corso, ha aggiunto la Forza di difesa israeliana (Idf).
I coloni israeliani hanno lanciato un attacco dopo lo sgombero di un insediamento illegale a Tzur Misgavi per la demolizione.
18:24
18:24
Coloni in rivolta in Cisgiordania dopo lo sgombero dell'avamposto
Diversi agenti della polizia israeliana sono rimasti feriti stamattina negli scontri con i coloni durante l'evacuazione dell'avamposto illegale di Tzur Misgavi, in Cisgiordania. Lo riferisce Times of Israel.
La Forza di difesa israeliana (Idf) e polizia affermano che «violente rivolte» hanno coinvolto centinaia di persone, tra cui decine di persone che hanno cercato di barricarsi sul posto, «attaccando le forze di sicurezza con il lancio di pietre e barre di ferro, e incendiando pneumatici e veicoli».
Sei persone sono state fermate, aggiungono. Altri scontri si registrano ora nel villaggio di Jaba'a, vicino a Betlemme, con incendi a veicoli e abitazioni.
15:37
15:37
Idf: «Uccisi due terroristi nel nord di Gaza, altri fuggiti»
L'esercito israeliano ha riferito di aver «identificato e ucciso» due «terroristi» a ridosso della Linea Gialla, in due diversi episodi nel nord della Striscia di Gaza.
Nel primo, «diversi terroristi attraversavano la Linea Gialla e piantavano oggetti sospetti nel terreno adiacente alle truppe dell'Idf, rappresentando una minaccia imminente per loro». L'Idf (La Forza di difesa israeliana) ha «colpito ed eliminato un terrorista» mentre gli altri sono fuggiti verso il lato ovest della Linea Gialla, ancora sotto il controllo di Hamas.
Un altro «terrorista» che attraversava la Linea Gialla è stato «identificato ed eliminato» sempre nel nord della Striscia «per rimuovere la minaccia».
15:22
15:22
«Se nascesse uno Stato palestinese, Abu Mazen andrebbe arrestato»
Se l'Anp «accelera il riconoscimento di uno Stato palestinese e l'Onu lo riconosce», «dovrebbero essere ordinati attacchi mirati contro alti funzionari dell'Anp e Abu Mazen dovrebbe essere arrestato: c'è una cella pronta per lui nella prigione di Ketziot». Lo ha detto il ministro di estrema destra israeliano, Ben Gvir, citato da Ynet, aprendo una riunione del suo partito 'Potere Ebraico'.
«Negli ultimi giorni stiamo assistendo al ritorno del dibattito sulla creazione di uno Stato palestinese. Uno Stato palestinese non deve mai essere creato. Mi appello al primo ministro: Abu Mazen e i suoi amici terroristi devono sapere di non avere alcuna immunità», ha detto Ben Gvir a poche ore dal voto del Consiglio di sicurezza Onu su una risoluzione Usa che prevede «un percorso credibile» verso la creazione di uno Stato palestinese.
15:20
15:20
«Quello consegnato non è il corpo di un ostaggio, ma un reperto da esaminare»
Quello consegnato alla Croce Rossa a Gaza non è il corpo di un ostaggio, ma un reperto che deve essere esaminato «su nostra richiesta» per accertamenti. Lo ha precisato un funzionario israeliano a Channel 12, aggiungendo che il materiale è stato individuato ieri durante le ricerche nel quartiere di Zeitun.
14:59
14:59
«Hamas ha consegnato il corpo di un ostaggio alla Croce Rossa»
Al Jazeera ha riferito che Hamas ha consegnato il corpo di un ostaggio alla Croce Rossa a Gaza City.
Riprendendo la notizia, i media israeliani sottolineano tuttavia che, nei casi precedenti, Hamas aveva avvertito con diverse ore di anticipo dell'intenzione di consegnare la salma di un ostaggio.
Sono ancora tre i corpi di ostaggi uccisi che Hamas deve consegnare a Israele nell'ambito dell'accordo per il cessate il fuoco: si tratta di due israeliani e un thailandese.
12:46
12:46
Tre palestinesi uccisi dall'Idf nella Striscia di Gaza
Tre palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa.
Un minore è stato ucciso dal fuoco dell'esercito a Shejaiya, quartiere a est di Gaza City, un altro palestinese nell'attacco di un drone nell'area di Atrata, nel nord della Striscia. Fonti mediche avevano riportato in precedenza la morte di un uomo, sempre in un attacco con drone, a Beit Lahia nel nord ovest della Striscia di Gaza.
Secondo la Wafa, sono 266 i palestinesi uccisi a Gaza dall'inizio del cessate il fuoco il 10 ottobre, e 635 i feriti. Il totale, secondo i dati forniti dalle autorità locali gestite da Hamas, è salito a 69.483 morti e 170.706 feriti dall'inizio della guerra.
12:07
12:07
Riaperti i valichi tra Egitto e Gaza, riprendono aiuti umanitari
Israele ha riaperto questa mattina i valichi di Kerem Shalom e Al-Awja con l'Egitto e la Striscia di Gaza lasciando passare 110 camion di aiuti umanitari provenienti da Rafah e diretti alla popolazione palestinese. Lo fanno sapere la Mezzaluna Rossa e la sicurezza egiziana di servizio ai valichi.
Quattrocento camion carichi di vari tipi di aiuti umanitari, inclusi 22 camion di gas e carburante per uso domestico, erano pronti da giorni sul lato egiziano del valico di Rafah. I primi hanno cominciato a entrare a Gaza alle 6 di questa mattina.
Tra le merci in viaggio, anche macchinari da scavo forniti dall'Egitto per la ricerca dei corpi degli ostaggi israeliani a Gaza. Una fonte ha anche affermato che 5.500 tonnellate di aiuti umanitari vari sono pronte a entrare a Gaza attraverso il valico di Rafah, sul lato egiziano.
12:05
12:05
Parroco Gaza: «La pioggia aggrava la situazione, si pensa a sopravvivere»
«Si sentono i bombardamenti, esplosioni e colpi di arma da fuoco qui a poche decine di metri dalla parrocchia dove passa la cosiddetta 'linea gialla' stabilita dal cessate il fuoco del 10 ottobre scorso. Ci sono momenti in cui sentiamo la terra tremare. La pioggia di questi giorni ha peggiorato ancora di più le condizioni dei gazawi e anche il freddo sta facendo sentire la sua morsa».
Da Gaza a parlare al Sir, organo d'informazione della Conferenza episcopale italiana, è padre Gabriel Romanelli, parroco latino della Sacra Famiglia, all'interno della quale ci sono ancora circa 400 rifugiati.
«In parrocchia - dice il missionario argentino - riusciamo ancora a fronteggiare il maltempo, non abbiamo vetri alle finestre ma è poca cosa rispetto alla stragrande maggioranza della popolazione che si trova a vivere al freddo e sotto la pioggia, dentro tende di fortuna. Chiamarle tende è esagerato. Sono, in realtà, dei teloni tirati in qualche modo, senza un pavimento, completamente esposti al vento e alla pioggia».
«Ci sono - prosegue padre Romanelli - tantissimi gazawi che hanno trovato rifugio tra le macerie, dentro quello che rimane degli edifici bombardati. Sono giorni difficili e siamo solo all'inizio della stagione invernale. Servirebbero delle ruspe per liberare le strade dalle macerie e dalla spazzatura, e per ripristinare le linee elettriche e fognarie. A rischio è la sopravvivenza delle persone, specie quelle più vulnerabili».
«Nessuno qui pensa alla ricostruzione, alla seconda fase, alla terza e chissà a che altro, previste dal piano di Trump. La priorità, adesso - ribadisce padre Romanelli - è sopravvivere al maltempo e al freddo. Mancano elettricità, carburante, medicine, per cucinare si brucia di tutto, legna, mobili, sedie, tavolini, plastica e anche spazzatura. Il cibo si trova con più facilità adesso, e lo si vede dai prezzi che si sono abbassati. Purtroppo, la gente non ha contanti per pagare. È stata aperta anche una banca ma non dà denaro contante. Così cresce il senso di abbandono tra la popolazione oramai sempre più esausta».
Il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, è sempre vicino alla piccola parrocchia di Gaza. «Speriamo possa tornare a trovarci prima del Natale, come tradizione vuole, - afferma padre Romanelli -. La sua presenza qui è per noi una grande benedizione. Ringraziamo poi Papa Leone XIV per i suoi continui messaggi di affetto e vicinanza».
10:50
10:50
La Germania rimuove il divieto all'esportazione di armi a Israele
Il governo federale tedesco rimuove il divieto all'esportazione di armi a Israele a partire dal 24 novembre 2025: lo comunica il portavoce del Governo tedesco all'agenzia di stampa Dpa.
Il governo tedesco aveva imposto ad agosto limitazioni alla fornitura di armi che sarebbero state impiegate dall'esercito israeliano nella Striscia di Gaza.
09:35
09:35
Ucciso in Libano un leader locale di Hezbollah
L'esercito israeliano conferma di aver effettuato un attacco con drone nel Libano meridionale la scorsa notte, affermando di avere ucciso un agente di Hezbollah. Lo scrive il Times of Israel.
Nell'attacco avvenuto nei pressi del villaggio di Mansouri, a sud di Tiro, è stato ucciso Muhammad Ali Shuweikh, che secondo l'esercito era il rappresentante locale di Hezbollah nel villaggio. Nell'ambito del suo ruolo, affermano le Forze di difesa israeliane (Idf), era responsabile del collegamento tra il gruppo terroristico e i residenti «su questioni economiche e militari. Inoltre, il terrorista ha agito per sequestrare proprietà private a fini terroristici», affermano le Idf, aggiungendo che le sue azioni «costituiscono una violazione degli accordi tra Israele e Libano».
Shuweikh, aggiunge Haaretz, era il preside di una scuola locale, ed è stato portato in ospedale dopo che un drone israeliano ha preso di mira un'auto a Mansouri, vicino a Tiro, ha riportato il quotidiano libanese Al Mayadeen. È stato poi dichiarato morto.
09:34
09:34
«Un centinaio di agenti di Hamas barricati in un tunnel a Rafah»
Una fonte palestinese nella Striscia di Gaza ha riferito all'emittente israeliana Kan News che un centinaio di agenti dell'ala militare di Hamas, barricati in un tunnel a Rafah, hanno chiarito di non essere pronti ad arrendersi.
Gli attivisti hanno chiarito che non accetteranno alcuna iniziativa che li costringa ad abbandonare questa rete di tunnel, se non attraverso un percorso da loro stessi scelto e che consenta loro di andarsene con dignità.
Il gruppo trincerato nel tunnel, si legge, è composto da agenti operativi con esperienza di combattimento e terroristi reclutati di recente nell'ala militare di Hamas. A comandarli nel tunnel è un uomo di Hamas con il grado di comandante di battaglione o brigadiere, ed è la figura più importante presente nel tunnel.
Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno facendo pressione su Israele affinché trovi una soluzione alla questione dei terroristi assediati. Il genero del presidente Donald Trump, Jared Kushner, ha trasmesso a Israele un messaggio in cui afferma che deve rilasciare tutti i terroristi nella parte di Gaza controllata da Hamas. Ha affermato che saranno rilasciati disarmati e che questo sarà considerato parte della smilitarizzazione della Striscia.
L'inviato del presidente Trump, Steve Witkoff, dovrebbe incontrare l'alto funzionario di Hamas Khalil al-Hayya. Israele stima che le parti discuteranno, tra le altre cose, della crisi dei terroristi intrappolati e cercheranno di raggiungere una soluzione.
Israele ha ricevuto in anticipo un aggiornamento sull'incontro, ma ha espresso preoccupazione per il fatto che gli Stati Uniti e Hamas avrebbero potuto raggiungere una soluzione «al di sopra delle nostre teste», ha detto una fonte israeliana a Kenneth News.
06:08
06:08
Il punto alle 6
In una dichiarazione pubblicata nella notte da Hamas a nome delle fazioni palestinesi, si afferma che la risoluzione presentata dagli Stati Uniti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è «pericolosa» e «un tentativo di sottomettere la Striscia di Gaza all'autorità internazionale». Lo riportano i media di Israele.
La dichiarazione afferma che le fazioni respingono qualsiasi clausola relativa al disarmo di Gaza o che leda «il diritto del popolo palestinese alla resistenza». Viene respinta anche qualsiasi presenza militare straniera all'interno della Striscia, che costituirebbe - viene detto nella dichiarazione - una violazione della sovranità palestinese. «Qualsiasi forza internazionale deve essere direttamente subordinata alle Nazioni Unite e operare in coordinamento con le istituzioni palestinesi ufficiali, senza la partecipazione dell'occupazione», si legge.
Oggi le Nazioni Unite voteranno sulla risoluzione che approva il piano globale per il cessate il fuoco a Gaza del presidente americano Donald Trump.
