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Ats
21.06.2025 08:16

Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno dichiarato oggi di aver ucciso il nuovo comandante dell'unità di droni del Corpo delle guardie rivoluzione islamiche (IRGC) dell'Iran, una settimana dopo aver eliminato il suo predecessore. Lo riportano i media locali.

Amin Pour Jodkhi era accusato da Israele di aver supervisionato il lancio di «centinaia» di droni verso lo Stato ebraico dal sudovest dell'Iran. Le IDF avevano affermato di aver precedentemente assassinato il 13 giugno Tahar Fur, allora comandante della forza droni dell'IRGC.

Nella notte, l'aeronautica militare israeliana ha inoltre dichiarato di aver lanciato una nuova ondata di attacchi aerei contro depositi e siti di lancio di missili nell'Iran centrale, nel nono giorno di conflitto tra i due Paesi mediorientali.

Media iraniani hanno riportato segnalazioni di un'esplosione nella città di Isfahan, sede di quello che viene descritto come il più grande complesso di ricerca nucleare del Paese.

Colpiti siti di Hezbollah nel sud del Libano

Una nave della Marina militare israeliana ha colpito la notte scorsa un «sito infrastrutturale terroristico» della 'Forza Radwan' del gruppo filo-iraniano Hezbollah nella zona di Naqoura, nel Libano meridionale: lo ha reso noto l'Esercito (IDF) israeliano su Telegram.

Il sito colpito, si legge in un comunicato stampa, è stato utilizzato dalla 'Forza Radwan' per «promuovere attacchi terroristici contro i civili israeliani e costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano».

Arrestate dall'Iran 22 persone accusate di spionaggio

Nel frattempo, la polizia della provincia iraniana di Qom ha annunciato oggi che 22 persone accusate di «spionaggio per Israele» sono state arrestate in otto giorni di guerra con lo Stato ebraico, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Fars.

Dai primi attacchi israeliani del 13 giugno, «22 persone sono state identificate e arrestate perché accusate di essere legate ai servizi segreti del regime sionista e di aver turbato l'opinione pubblica», ha dichiarato l'agenzia iraniana citando il capo dell'intelligence della polizia provinciale.

«Ritardata la possibilità di Teheran di sviluppare un'arma nucleare»

Israele stima che i suoi attacchi contro l'Iran abbiano ritardato la possibilità di Teheran di sviluppare un'arma nucleare «di almeno due o tre anni», ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar in un'intervista pubblicata sul tedesco Bild. L'offensiva israeliana, che ha colpito centinaia di siti nucleari e militari, uccidendo comandanti di alto rango e scienziati nucleari, ha prodotto risultati «molto significativi», ha detto Saar. «Secondo le valutazioni che riceviamo, abbiamo già ritardato di almeno due o tre anni la possibilità che avessero una bomba nucleare», ha affermato Saar. 

«Il fatto che abbiamo eliminato coloro che hanno guidato e promosso la militarizzazione del programma nucleare è estremamente importante», ha dichiarato Saar a Bild. «Abbiamo già ottenuto molto, ma faremo tutto il possibile. Non ci fermeremo finché non avremo fatto tutto il possibile per rimuovere questa minaccia». L'Iran, che ha reagito all'offensiva senza precedenti lanciata da Israele il 13 giugno con attacchi con droni e missili, nega di voler acquisire armi nucleari. Saar ha anche affermato che il governo israeliano non ha «indicato il cambio di regime» nella Repubblica Islamica come «un obiettivo di questa guerra». «Almeno fino ad ora, non l'abbiamo fatto», ha affermato.