La novità

Il Regno Unito vara lo «Strizza», l'arma di Ocean's Eleven

I soldati dell'esercito britannico sperimenteranno un'arma simile a quella dell'iconico film di Steven Soderbergh, in grado di mettere fuori uso computer, telefoni e perfino droni
Red. Online
12.04.2024 09:30

I soldati dell'esercito britannico sperimenteranno un'arma a radiofrequenza ad alta potenza in grado di mettere fuori uso l'elettricità del nemico e di interrompere le sue operazioni militari senza che il nemico conosca la causa del problema. Urca. Nell'ambito del Progetto Ealing, gli scienziati dei laboratori di ricerca ad alta sicurezza di Porton Down – riferisce il Times – hanno sviluppato un'arma in grado di spegnere i dispositivi che dipendono dall'elettricità, come computer, telefoni e droni. Gli esperti hanno paragonato la tecnologia a quella utilizzata nel film Ocean's Eleven, dove i truffatori utilizzano un dispositivo chiamato «Strizza» (Pinch, in originale) per accedere a un caveau contenente denaro a Las Vegas.

Il dispositivo, prosegue il Times, emette un intenso impulso elettromagnetico. Così potente da mettere fuori uso l'intera rete elettrica di una città per un breve, brevissimo periodo. Sviluppata dagli scienziati britannici, questa tecnologia – concretamente – potrebbe intercettare obiettivi specifici. Come sciami di droni o comunicazioni fra unità nemiche. Matt Cork, esperto di armi a energia diretta presso il Laboratorio di Scienza e Tecnologia della Difesa, noto altresì come Porton Down, ha paragonato il dispositivo a una «mazza» in grado di escludere i circuiti e, soprattutto, di colpire il bersaglio con la massima potenza possibile per «spegnere la tecnologia». Di più, in un raro, se non rarissimo incontro con i giornalisti tenutosi vicino a Salisbury, nel Wiltshire, Cork ha aggiunto: «Immaginate una stanza piena di computer, o una centrale telefonica, tutto ciò che è attraversato da elettricità può essere disturbato». L'arma a radiofrequenza, che sarà montata sui veicoli di supporto dell'esercito e sperimentata dal 7. Gruppo di Difesa Aerea a partire dall'estate, servirà a colpire il nemico con mezzi non letali e, fatto non da poco, senza «far saltare in aria le cose». E ancora: «Spegnere le cose quando decidiamo di spegnerle porta a un potenziale in cui il nemico smette di fidarsi del proprio equipaggiamento. Crea un elemento di dubbio nella loro capacità di usare le loro attrezzature quando ne hanno bisogno».

L'arma – nello specifico – genera un impulso elettromagnetico che si accoppia con i circuiti elettronici, li sovraccarica e spegne i dispositivi. Gli scienziati britannici, fra le altre cose, hanno studiato l'impatto della tecnologia sui pacemaker. Concludendo che potrebbe sussistere il rischio che possano smettere di funzionare. Grant Shapps, segretario alla Difesa, ha dichiarato durante una recente visita a Porton Down che le armi a energia diretta come il Progetto Ealing avranno un «ruolo importante nei conflitti futuri». Ha anche suggerito che un laser militare, noto come DragonFire, potrebbe essere inviato in prima linea in Ucraina per abbattere i droni russi. L'arma a puntamento laser, che dovrebbe essere pronta per il dispiegamento al più tardi nel 2027, potrebbe avere «enormi ramificazioni» per il conflitto in Europa, ha aggiunto il segretario alla Difesa. Le navi della Royal Navy saranno dotate dell'apparecchiatura, che potrebbe far risparmiare centinaia di milioni di sterline. Secondo il Ministero della Difesa, grazie alle riforme messe in atto nel settore questo laser, il cui lancio era inizialmente previsto per il 2032, sarà operativo cinque anni prima del previsto. Ora, per dirla con Shapps, si tratterà di «consentire agli ucraini di metterci le mani sopra». Di nuovo: «Sono sceso in campo per accelerare la produzione del sistema laser DragonFire perché penso che, con due grandi conflitti in corso, uno in Medio Oriente e uno in Europa, avere un'arma capace in particolare di abbattere i droni potrebbe fare la differenza». La portata di DragonFire è riservata, ma secondo quanto afferma il Times i fasci laser bruciano i bersagli a una temperatura di 3.000 °C e impiegano solo un secondo per distruggere i droni. Stando al dottor Tim Kendall, il fisico a capo del progetto, l'effetto è quello di «una vaporizzazione istantanea». Il Ministero della Difesa spera che il sistema DragonFire, che costa solo 10 sterline a colpo, offra un'alternativa più economica ai missili.