Il personaggio

Il ritorno dei Marcos nelle Filippine

Sua madre aveva una vastissima collezione di scarpe, suo padre è stato a lungo presidente delle Filippine: «Bongbong» evoca nostalgie e risentimenti
Sara Mauri
20.05.2022 11:04

Sua madre aveva una vastissima collezione di scarpe, suo padre è stato a lungo presidente delle Filippine. «Bongbong» Marcos, l’ancora per poco ufficioso vincitore delle presidenziali filippine, evoca nostalgie e risentimenti, non a caso anche il nome è quello di suo padre. E mentre il palazzo Malacañang, la residenza ufficiale del presidente, è ora meta di turisti, il figlio di Marcos senior è pronto a tornare in sella. 

Nel 1986, una pacifica rivolta di massa costrinse la sua famiglia all’esilio alle Hawaii. Le Filippine, allora, con la rivoluzione dei People Power, avevano deciso di porre fine all’epoca dei Marcos. Ma il cambiamento aveva già iniziato a farsi sentire quando, più di 30 anni fa, fu concesso alla famiglia di ritornare in Patria. Da allora, molte cose sono andate sfumando, i rapporti si sono normalizzati. Il tempo, si sa, cura tutte le ferite. Molti con gli anni dimenticano quello che è stato, mentre altri – forse i più vecchi – ricordano. La famiglia iniziò a ristabilire la propria posizione e cementare le alleanze. I Marcos, da allora, hanno cercato di riguadagnare il loro posto in politica. Marcos Jr ha poi usato le conoscenze della famiglia: prima era stato eletto governatore provinciale di Ilocos Norte, la tradizionale roccaforte di famiglia fedele ai Marcos, poi membro del Congresso e poi senatore. Sua madre, che ora ha 92 anni, è stata membro della Camera e poi deputata e sua sorella Imee è membro del Senato dal 2019. Nel 2016 si era candidato alla carica di vicepresidente, ma aveva perso contro Leni Robredo. Il 9 maggio, ha avuto la maggioranza alle presidenziali l’omonimo figlio del defunto dittatore delle Filippine. «Bongbong» è stato cresciuto per diventare leader sin dalla giovane età. Un trionfo, il suo, con lo slogan «insieme risorgeremo». Le promesse? Unità e speranza, costo della vita e lavoro. Ferdinand Marcos Jr. ha sbancato, ottenendo più del doppio dei voti di Leni Robredo, sua più stretta rivale, attuale vicepresidente ed ex avvocatessa nell’ambito dei diritti umani. I Kakampinks, i volontari sostenitori di Robredo, hanno cercato di sconfiggere Marcos Jr., ma non ci sono riusciti. Già dal principio Marcos Jr. era in testa ai sondaggi e molto popolare tra i giovani filippini. Il vincitore delle elezioni, che sostituirà il presidente populista Rodrigo Duterte, entrerà in carica il 30 giugno per un unico mandato di sei anni. La figlia dell’attuale Presidente Duterte, Sara, ha partecipato alla elezione di Marcos Jr, correndo per la vicepresidenza. In vista di un risultato ufficiale alla fine del mese, il figlio del defunto dittatore Ferdinand Marcos mette al sicuro la sua vittoria schiacciante, con il conteggio ufficioso che lo indica come Presidente. 

I social, mezzo e strumento di normalizzazione

Prima delle elezioni, Marcos Jr ha evitato con cura dibattiti televisivi e interviste, preferendo la comunicazione non mediata dei social. La normalizzazione dei trascorsi della famiglia è passata soprattutto dai social media, dove sono state narrate molte storie, alcune anche false. Gli account social collegati o favorevoli ai Marcos hanno minimizzato, giustificato o addirittura negato gli abusi della dittatura di Marcos senior. E sebbene Marcos Jr abbia sempre negato di avere organizzato una campagna di disinformazione sui media basata su false affermazioni, ciò non toglie che questa narrativa abbia screditato la Robredo, aiutando a riabilitare l’immagine dei Marcos. La candidatura di Marcos Jr ha, così, polarizzato l'opinione pubblica. L’idea che quella di Marcos senior, presidente dal 1965 al 1986, fosse un’epoca d’oro, prospera e pacifica, era popolare sui social network. Alcuni non credono neppure che la famiglia anni fa abbia saccheggiato la ricchezza dello Stato, nonostante le sentenze dei tribunali. Altri, nonostante la sua popolarità, sono rimasti scioccati dalla sua vittoria e pensano a cosa potrebbe comportare per la democrazia nelle Filippine. 

© EPA
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Recenti critiche

Durante una visita privata di Marcos Jr a Melbourne, dove si era recato per andare a trovare il figlio, alcuni manifestanti filippini hanno contestato il futuro presidente, con diversi striscioni. I cartelloni recitavano: «Mai più al fascismo e alla tirannia» e «ricchezza rubata ieri, elezioni rubate ora». Un’altra delle cose che gli viene contestata questa settimana è la sua laurea. Secondo il Guardian, Oxford avrebbe confermato che Marcos non avrebbe terminato la sua laurea in Filosofia, Politica ed Economia dopo l’iscrizione nel 1975, ma avrebbe ottenuto un diploma speciale in studi sociali nel 1978. 

Human Rights Watch ha espresso in questo statement diffuso su Facebook che Marcos, una volta in carica, dovrebbe «prendere immediata e decisiva azione per migliorare la situazione dei diritti umani nelle Filippine».

La legge marziale e il passato

Il presidente Marcos senior e sua moglie Imelda hanno governato le Filippine per 20 anni. Secondo Amnesty International, durante i nove anni della legge marziale introdotta nel Paese da Marcos Senior nel 1972, molte persone sono state uccise, mentre altre decine di migliaia sono state torturate e imprigionate, segnando uno dei periodi più bui della storia delle Filippine. 

Qui c’è un riassunto di Amnesty sulle 5 cose da sapere sulla legge marziale nelle Filippine. La scarsa memoria e/o la difficoltà di discutere sul passato e di analizzare quale fosse la realtà durante il governo di Marcos Senior hanno creato un divario nella conoscenza pubblica, specialmente tra le generazioni più giovani, cosa che ha facilitato la propaganda di Marcos figlio. Secondo molti, il piano della famiglia per tornare in carica nel Paese era in atto da decenni, sin dal loro ritorno. 

Marcos padre

Sebbene sia diventato presidente per la prima volta nel 1965, Marcos senior ha preso il pieno controllo delle Filippine nel 1972. Questo succedeva un anno prima della fine del suo secondo incarico come presidente: invece di lasciare l’incarico aveva dichiarato la Legge Marziale. Gli anni successivi sono ricordati come i più bui della storia del Paese, tra violazioni dei diritti umani e corruzione. E mentre milioni di persone vivevano in estrema povertà, il debito del Paese continuava ad aumentare. Ma alla fine, è stato un omicidio a scuotere le coscienze e a far scattare le proteste che avrebbero portato alla fine dei Marcos. Quello del leader dell’opposizione, Benigno Aquino detto Ninoy. Tornato in volo a Manila, dopo essere fuggito dal regime di Marcos, era stato ucciso dopo l’atterraggio. L’assassinio di Aquino aveva stimolato la crescita di un grande movimento per la democrazia. Dopo la vittoria di Marcos senior nel 1986 e le frodi elettorali, moltissime furono le proteste che videro milioni di persone scendere in piazza. Le manifestazioni, chiamate anche People’s Power Revolution, sono state sostenute anche dalla Chiesa cattolica e divennero molto popolari a livello internazionale. 

I Marcos erano fuggiti in elicottero, trafugando milioni di dollari, inclusi lingotti d'oro, contanti appena stampati e centinaia di gioielli. La famiglia si era poi stabilita alle Hawaii. All’epoca, Marcos non era un ragazzino: aveva già 28 anni. Imelda, ex first lady e madre di Marcos, divenne famosa in tutto il mondo per la sua sontuosa collezione di articoli firmati e per le sue calzature pregiate. La sua collezione di scarpe firmate, trovata nel palazzo presidenziale dopo la fuga, è diventata uno dei simboli della stravaganza e dell’opulenza della famiglia. Il padre di Marcos è morto nel 1989, solo tre anni dopo la precipitosa fuga, ma negli anni '90 al resto della famiglia è stato permesso di tornare nelle Filippine e da allora il nome dei Marcos si è lentamente rifatto strada nel Paese. 

Nel 1993, a quattro anni dalla morte, la salma di Marcos padre è arrivata nelle Filippine, accolta da migliaia di sostenitori. Nel 2016, dopo varie dispute sulla tumulazione, Marcos padre ha ricevuto la sepoltura con onori militari al cimitero degli eroi sotto il governo di Rodrigo Duterte. 

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I primi passi di Marcos Jr

Nonostante il suo incarico ufficiale inizi a fine giugno, una delle prime mosse di Marcos Jr. è stata quella di impegnarsi per i rapporti tra Cina e Filippine, in continuità con le politiche del predecessore Duterte. Marcos, che ha vinto le elezioni della scorsa settimana, ha affermato di aver avuto colloqui telefonici con il presidente cinese Xi Jinping. La Cina e gli USA sono state fra le prime Nazioni a congratularsi con Marcos per la vittoria, sottolineando l’importanza di una cooperazione su due fronti. «Il presidente Biden ha sottolineato che non vede l'ora di lavorare con il presidente eletto per continuare a rafforzare l'Alleanza USA-Filippine», come si legge in questa nota della Casa Bianca. La Cina è il principale partner commerciale delle Filippine. Marcos Jr dovrà cercare di muoversi con cautela, mantenendo le relazioni con i due alleati e bilanciando i rapporti. Ci riuscirà?