Il dato

In Cina, nel 2022, sono stati venduti meno smartphone

Per la prima volta dal 2013 le vendite annuali di «telefonini» non hanno superato i 300 milioni – La causa? La politica zero-COVID a lungo applicata da Pechino
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Red. Online
30.01.2023 12:00

Cina, che succede? Per la prima volta dal 2013, le vendite annuali di smartphone non hanno superato i 300 milioni. Proprio così: nel Paese del Dragone, nel 2022, sono stati consegnati «solo» 286 milioni di dispositivi contro i 329 milioni dell’anno precedente. Le vendite, di riflesso, sono diminuite del 13% rispetto al 2021 secondo i dati IDC pubblicati oggi.

La colpa, evidentemente, va ricercata nella rigida, anzi rigidissima politica zero-COVID applicata da Pechino fino a poco tempo fa. «La rigorosa politica di controllo della pandemia ha portato a risparmi domestici storicamente elevati poiché i consumatori sono diventati prudenti nella loro spesa» ha commentato a tal proposito Lucas Zhong, responsabile del monitoraggio del settore degli smartphone per la società di ricerca Canalys.

Vivo, marchio cinese, in ogni caso ha vinto la battaglia assicurandosi una quota di mercato del 18,6%. Le sue consegne, tuttavia, sono diminuite in un anno del 25,1%. Vendite aumentate, invece, per Honor, di proprietà di Huawei, capace di far segnare un interessante +34%. Al terzo posto, dopo Honor, Apple e Oppo a pari merito.

Anche Apple in calo

Un rapporto separato, pubblicato domenica da Canalys, punta il dito proprio contro Apple, che nel quarto trimestre ha venduto 16,4 milioni di dispositivi con un calo del 24% su base annua. È la prima volta, dall’inizio del 2020 e quindi dallo scoppio della pandemia, che le vendite del melafonino sono diminuite in un anno.

Eppure, Apple ha venduto più smartphone di tutti nel quarto trimestre, ha ribadito Canalys, piazzandosi davanti al trittico tutto cinese formato da Vivo, Oppo e Honor. Solo quinta Xiaomi, altra azienda cinese che ha visto le sue spedizioni calare del 37,7%. Se non è crollo, poco ci manca.

La catena di approvvigionamento

A pesare, dicevamo, è stata la politica zero-COVID applicata da Pechino. Politica che ha provocato non pochi problemi alla catena di approvvigionamento e in particolare alla fabbrica di iPhone a Zhengzhou, la famigerata Foxconn. «L’indice di fiducia dei consumatori in ottobre e novembre è stato al livello più basso da aprile» ha affermato Canalys. E in futuro, come andranno le cose? Canalys, su questo fronte, ha predicato un moderato ottimismo: «Prevediamo che la catena di fornitura si stabilizzi finalmente nel 2023, poiché la politica sulla pandemia non è più in vigore in Cina e il mercato complessivo degli smartphone dovrebbe crescere leggermente di anno in anno, con il ritorno dell’attività commerciale e della fiducia».