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«Manterremo la nostra promessa che non ci sarà nessuno Stato palestinese, questo posto ci appartiene» ha dichiarato il premier israeliano – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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20:44
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Il Consiglio di sicurezza dell'ONU condanna il raid in Qatar
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite condanna gli attacchi al Qatar, senza nominare Israele. Lo si legge in una dichiarazione dell'organismo.
I membri del consiglio di sicurezza «hanno sottolineato l'importanza della de-escalation e hanno espresso la loro solidarietà al Qatar. Hanno ribadito il loro sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale del Qatar», si legge nella dichiarazione, redatta da Gran Bretagna e Francia.
E, prosegue, «hanno sottolineato che il rilascio degli ostaggi, compresi quelli uccisi da Hamas, e la fine della guerra e delle sofferenze a Gaza devono rimanere la nostra massima priorità».
20:42
20:42
Madrid: «False e calunniose le accuse di Netanyahu»
Il governo spagnolo ha definito oggi «falsi e calunniosi» i commenti postati su X dall'ufficio del primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, nei confronti della Spagna, e sottolinea che «il popolo spagnolo è amico del popolo di Israele e del popolo di Palestina». Lo riferisce il ministero degli Esteri di Madrid.
«La Spagna rifiuta ogni forma di antisemitismo» e «con la stessa determinazione chiede il cessate il fuoco immediato della violenza senza fine a Gaza, l'entrata immediata degli aiuti umanitari bloccati attualmente da Israele e il rispetto dei diritti umani più elementari della popolazione palestinese», aggiunge.
A tal fine, conclude il comunicato, la Spagna continuerà a sostenere il lavoro delle Corti internazionali per chiarire quanto sta accadendo a Gaza dal 2023, incluse le indagini per crimini contro umanità.
Lunedì scorso, nella dichiarazione dal Palazzo della Moncloa per annunciare nuove misure per tentare di fermare «il genocidio a Gaza», il premier Pedro Sanchez aveva detto: «La Spagna, come sapete, non ha bombe nucleari, nemmeno portaerei e grandi riserve di petrolio. Noi da soli non possiamo fermare l'offensiva israeliana. Ma questo non significa che smetteremo di provarci. Perché ci sono cause per le quali vale la pena lottare, anche se non è soltanto nelle nostre mani la possibilità di vincerle».
«Una cosa è proteggere il tuo Paese e un'altra, molto diversa, è bombardare e uccidere per fame bambini innocenti», aveva detto il leader socialista parlando per la prima volta il termine «genocidio». «Questo non è difendersi, non è neanche attaccare, è sterminare un popolo indifeso e infrangere tutte le leggi del diritto internazionale», aveva denunciato.
Le sanzioni avevano provocato la dura reazione di Israele, bollate come un «attacco antisemita» di un governo «corrotto» dal ministro degli Esteri, Gideon Sa'ar, che aveva chiesto agli «amici di Israele nel mondo» di unirsi contro Madrid.
19:13
19:13
Netanyahu: «Non ci sarà nessuno Stato Palestinese»
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato oggi che non ci sarà nessuno Stato palestinese, intervenendo alla cerimonia di firma di un importante progetto di insediamento nella Cisgiordania occupata.
«Manterremo la nostra promessa che non ci sarà nessuno Stato palestinese, questo posto ci appartiene», ha dichiarato Netanyahu durante l'evento a Maale Adumim, un insediamento israeliano appena a est di Gerusalemme.
19:04
19:04
Netanyahu: «Da Sanchez una minaccia genocida a Israele»
«Il primo ministro spagnolo Sanchez ha dichiarato che la Spagna non può fermare la battaglia di Israele contro i terroristi di Hamas perché 'la Spagna non possiede armi nucleari'. Questa è una minaccia genocida palese contro l'unico Stato ebraico al mondo». Lo scrive su X il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Sanchez aveva affermato: «La Spagna, come sapete, non ha bombe nucleari, nemmeno portaerei e grandi riserve di petrolio. Noi da soli non possiamo fermare l'offensiva israeliana. Ma questo non significa che smetteremo di provarci».
Su X, rivolto al premier spagnolo, Netanyahu ha aggiunto: «A quanto pare, l'Inquisizione spagnola, l'espulsione degli ebrei dalla Spagna e lo sterminio sistematico degli ebrei durante l'Olocausto non sono sufficienti per Sanchez. Incredibile».
17:51
17:51
Hamas ha diffuso le foto del funerale delle vittime dell'attacco israeliano di martedì a Doha
Hamas ha diffuso le foto del funerale delle vittime dell'attacco israeliano di martedì a Doha: nelle immagini pubblicate si vedono prendere parte alle esequie solo due alti funzionari dell'organizzazione, Osama Hamdan e Izzat al Rishq.
Quest'ultimo era tra gli obiettivi del raid dell'Idf. Non compare nelle immagini invece Khalil al Hayya, indicato ieri dal presidente israeliano Isaac Herzog come l'obiettivo principale dello strike a Doha «perché ostacolava l'accordo di tregua e il rilascio degli ostaggi». Su Hamdan non ci sono informazioni che chiariscano se fosse alla riunione di Hamas di martedì nella capitale del Qatar.
16:17
16:17
Moglie e nuora di al Hayya ferite nell'attacco a Doha
La moglie del capo negoziatore e leader di Hamas Khalil al Hayya e la moglie del figlio (che Hamas ha già dichiarato morto martedì) sono rimaste ferite nell'attacco di Israele a Doha. Lo ha detto il portavoce dell'organizzazione Fawzi Barhoum nella prima conferenza stampa dopo il raid dell'Iaf in Qatar.
14:29
14:29
Trump a Netanyahu: «Non colpire di nuovo il Qatar»
Donald Trump ha chiesto al premier israeliano Benjamin Netanyahu di impegnarsi a non colpire nuovamente il Qatar dopo l'attacco contro i leader di Hamas a Doha, secondo quanto riferito ad Axios da due fonti a conoscenza della questione.
Durante la loro prima telefonata, Trump ha espresso delusione per la decisione israeliana e perplessità su ciò che avrebbe dovuto ottenere a lungo termine. «È inaccettabile. Ti chiedo di non ripeterlo», ha detto Trump a Netanyahu, secondo le due fonti.
13:32
13:32
Il Parlamento europeo chiede ai Paesi UE di valutare riconoscimento Palestina
L'Eurocamera chiede agli stati membri di «valutare il riconoscimento dello Stato di Palestina», e afferma il suo «sostegno all'approccio di von der Leyen sul tema dell'accordo di associazione Ue-Israele».
È quanto si legge nella risoluzione «Gaza al limite: l'azione dell'Ue per combattere la carestia, l'urgente necessità di liberare gli ostaggi e procedere verso una soluzione a due stati» approvata stamane dal Parlamento europeo. Il testo, frutto di un compromesso tra i gruppi non contiene invece una menzione diretta alle responsabilità di genocidio da parte di Israele.
13:17
13:17
L'Eurocamera approva una risoluzione su Gaza
L'Eurocamera ha approvato, con 305 voti a favore, 151 contrari e 122 astenuti, una risoluzione comune presentata da Verdi, Socialisti e Liberali sulla crisi umanitaria a Gaza. Si tratta della prima volta che una risoluzione di maggioranza sulla crisi umanitaria in corso nella Striscia viene approvata con voto in aula da oltre un anno.
Il voto sul testo finale è arrivato dopo una lunga pausa chiesta dagli eurodeputati per valutare il risultato dello scrutinio sugli emendamenti.
11:48
11:48
Wafa: «16 vittime a Gaza nei bombardamenti dell'IDF»
Secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, 16 civili palestinesi, tra cui 11 di Gaza City, sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti dall'alba di oggi nei bombardamenti dell'Idf in tutta la Striscia.
10:45
10:45
IDF: 5 divisioni dell'esercito pronte all'offensiva a Gaza City
Cinque divisioni dell'Idf, composte da decine di migliaia di soldati, sono pronte a partecipare alla prossima offensiva a Gaza City.
Lo afferma l'esercito israeliano, ripreso dal Times of Israel, annunciando che la 36. divisione è stata ritirata da Khan Younis, nella parte meridionale di Gaza, dopo diversi mesi di operazioni contro Hamas, e ora si sta preparando per l'imminente offensiva di Gaza City.
08:32
08:32
OMS: «Rimarremo a Gaza City nonostante l'ordine di evacuare»
L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e i gruppi partner rimarranno a Gaza City nonostante gli ordini di evacuazione impartiti dall'esercito israeliano. Lo ha scritto su X il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
«L'Oms è scioccata dall'ultimo ordine di evacuazione, che chiede che un milione di persone si trasferiscano da Gaza City in una cosiddetta 'zona umanitaria' nel sud designata da Israele», ha scritto il responsabile dell'Oms.
«La zona non ha né le dimensioni né la portata dei servizi per supportare coloro che sono già lì, per non parlare dei nuovi arrivi», ha affermato. «Quasi la metà degli ospedali funzionanti si trova a Gaza City», ha aggiunto.
Tedros ha anche chiesto alla comunità internazionale di agire, anche attraverso un cessate il fuoco immediato, il rilascio degli ostaggi e di chi è «arbitrariamente detenuto», e garantendo la protezione dell'assistenza sanitaria, degli operatori umanitari e dei civili nel territorio palestinese. «Questo disastro è causato dall'uomo e la responsabilità rimane di tutti noi» la sua conclusine.
06:48
06:48
Israele intercetta missile dallo Yemen dopo raid sugli Houthi
L'esercito israeliano ha annunciato di aver intercettato stanotte un missile lanciato dallo Yemen, il giorno dopo un attacco israeliano contro siti Houthi yemeniti che ha causato 35 morti e 131 feriti, secondo i ribelli.
«Un missile lanciato dallo Yemen è stato intercettato dall'aeronautica militare israeliana», ha dichiarato l'esercito israeliano su Telegram. Le sirene di allarme hanno suonato come da protocollo sulle aree interessate.
I ribelli Houthi, sostenuti dall'Iran, lanciano regolarmente missili o droni verso Israele, la stragrande maggioranza dei quali viene intercettata. Quest'ultimo attacco arriva dopo che Israele ha affermato ieri di aver colpito «obiettivi militari» Houthi nella capitale Sana'a e nella provincia settentrionale di Jawf, causando 35 morti e 131 feriti.
06:30
06:30
Il punto alle 06.00
Dopo il raid a Doha, 12 caccia dell’aeronautica israeliana (Iaf) hanno volato per 2.350 chilometri fino in Yemen, sganciando oltre 30 bombe su campi militari, un deposito di carburante e il quartier generale della propaganda degli Houthi a Sana’a e in altre città. Secondo il ministero della salute yemenita, almeno 35 persone sono rimaste uccise e 131 ferite.
Netanyahu ha risposto alle critiche internazionali con un video: «Gli Stati Uniti diedero la caccia ai terroristi ovunque si trovassero dopo l’11 settembre. È la stessa cosa che abbiamo fatto noi in Qatar. Il nostro 11 settembre è il 7 ottobre». Poi l’avvertimento: «O li espellete, o li consegnate alla giustizia. Perché se non lo farete, lo faremo noi».
Nell’operazione a Doha, a 1.800 chilometri da Israele, sono stati usati 15 caccia che hanno lanciato 12 missili fuori dallo spazio aereo qatarino, forse dal Golfo. Secondo fonti iraniane, i leader di Hamas si sarebbero salvati perché si erano spostati in un’altra stanza per la preghiera lasciando i telefoni che ingannavano l’intelligence. Il quotidiano saudita Asharq al-Awsat sostiene che due funzionari di Hamas siano rimasti feriti, uno gravemente.
Il premier del Qatar al-Thani ha parlato di «risposta», annunciando azioni legali contro Netanyahu e segnalando che Doha sta ripensando al proprio ruolo di mediatore.
A Gaza, l’IDF ha raso al suolo la torre Tayba, mentre il comandante militare di Hamas, Izz al-Din Haddad, ha ordinato di resistere a Gaza City «per mesi». Intanto circa 150mila civili hanno già lasciato la città.
Sul fronte diplomatico, Ursula von der Leyen ha annunciato la sospensione parziale della collaborazione bilaterale con Israele, un rapporto da oltre 30 milioni di euro, con la proposta di sanzioni contro ministri estremisti e coloni violenti. Immediata la reazione israeliana: il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar l’ha accusata di farsi «influenzare dalla propaganda di Hamas».