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La Knesset ha approvato in prima lettura l'emendamento con 39 voti favorevoli e 16 contrari: potrebbe applicarsi ai palestinesi condannati per attacchi mortali contro israeliani - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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20:56
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In stallo il piano di Trump per Gaza, gli USA progettano una base vicino alla Striscia
Il piano di pace di Donald Trump, a un mese dalla cerimonia in pompa magna di Sharm el Sheikh, appare «in stallo» e stenta a passare alla cosiddetta fase 2.
Sul terreno restano da sciogliere i nodi della restituzione degli ultimi quattro corpi di ostaggi, che Hamas starebbe cercando a Gaza City con l'ausilio della Croce Rossa, e dei 150 miliziani bloccati nei tunnel di Rafah che non vogliono deporre le armi senza garanzie di un passaggio sicuro. Nonostante le pressioni Usa, e la visita a Gerusalemme del genero e inviato di Trump Jared Kushner, l'ufficio del primo ministro ha smentito di aver promesso agli Stati Uniti di lasciarli andare.
Washington tuttavia va avanti e, stando a media israeliani, sta già progettando di istituire una grande base militare nel sud di Israele, in prossimità del confine con la Striscia, sottraendo sempre di più allo Stato ebraico il controllo su quei territori, dopo che il Centro di monitoraggio del cessate il fuoco di Kiryat Gat a guida Usa avrebbe già preso in mano la supervisione dell'ingresso degli aiuti a Gaza.
La nuova base costerà circa 500 milioni di dollari e dovrà ospitare le migliaia di militari - si parla di 20.000 in tutto - della Forza internazionale di stabilizzazione prevista dall'accordo di pace, che però deve ancora essere definita e costituita. I Paesi musulmani che finora si sono detti disposti a inviare truppe hanno chiesto un mandato del Consiglio di sicurezza dell'Onu, al quale la Casa Bianca sta ancora lavorando. Altri restano in attesa di capire quali saranno obiettivi e regole di ingaggio.
Ma alcuni funzionari dell'amministrazione Trump, sostiene Politico, sono profondamente preoccupati che l'accordo tra Israele e Hamas possa fallire a causa della difficoltà di attuazione di molte sue parti fondamentali, tra cui proprio la futura Forza di pace. Diverse fonti europee e americane hanno inoltre riferito alla Reuters il rischio che, senza un forte impegno da parte degli Usa per uscire dall'impasse, la Linea Gialla - che nel piano segnalava solo un primo ritiro dell'Idf - possa diventare un confine permanente, tra l'area sotto il controllo israeliano e quella ancora sotto il giogo di Hamas, che dividerà di fatto la Striscia in due a tempo indeterminato.
Anche la ricostruzione sembra destinata a limitarsi alla zona controllata da Israele dove, secondo Atlantic, l'amministrazione Trump punta a costruire una prima «Comunità sicura alternativa», un progetto pilota con un centro medico, una scuola e «alloggi temporanei per 25 mila» palestinesi senza legami con Hamas. Gli aspiranti residenti saranno passati sotto la lente dello Shin Bet israeliano e chi sarà ammesso non potrà tornare indietro, consolidando così la divisione di Gaza.
Hamas intanto ha condannato come «razzista e criminale» il disegno di legge passato in prima lettura alla Knesset che prevede la pena di morte per i terroristi che uccidono israeliani, definendolo «un tentativo di legittimare l'uccisione di massa organizzata dei palestinesi». Obiettivo dichiarato dell'ultradestra messianica è impedire futuri accordi di scambi di prigionieri con i quali condannati per terrorismo «tornano in libertà e a uccidere», mentre gli oppositori contestano una norma valida solo per gli arabi e non per terroristi ebrei.
E fa discutere il video del ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, che ha celebrato il voto offrendo baklava, tipici dolci mediterranei, ai parlamentari presenti in aula. «Stiamo facendo la storia», ha esultato il falco del governo Netanyahu.
19:17
19:17
Abu Mazen esorta «tutti i Paesi» a riconoscere lo Stato palestinese
Il presidente dell'Autorità palestinese, Abu Mazen, ha lanciato oggi un appello da Parigi a «tutti i Paesi che non hanno riconosciuto lo stato di Palestina a farlo».
In una conferenza stampa congiunta con il presidente francese Emmanuel Macron, dopo essere stato ricevuto all'Eliseo, Abu Mazen si è rivolto «al popolo israeliano», affermando che «il futuro è nella pace e non nella guerra». Al «popolo palestinese» ha detto che «il cammino della libertà è più vicino che in passato».
Il presidente palestinese ha inoltre ribadito il suo «impegno» a condurre in porto «riforme» all'interno dell'Autorità palestinese, anche con il rapido svolgimento di elezioni. «Ribadiamo il nostro impegno qui, davanti a voi - ha detto in conferenza stampa al fianco di Macron - per quanto riguarda le riforme». Le quali, ha precisato, «passano attraverso »l'organizzazione di elezioni presidenziali e politiche«.
18:44
18:44
«Ancora 100 milioni dalla Francia per Gaza»
Emmanuel Macron ha annunciato oggi che la Francia «contribuirà ancora una volta con 100 milioni di euro» nel 2025 al sostegno in favore di Gaza. Parlando in una conferenza stampa congiunta con Abu Mazen, dopo aver ricevuto il presidente dell'Autorità palestinese all'Eliseo, Macron ha detto che «a Gaza, la priorità va all'emergenza umanitaria».
«A tale proposito - ha continuato - la Francia contribuirà ancora una volta con 100 milioni di euro alla risposta umanitaria per il 2025». «Consegne di merci umanitarie d'emergenza saranno effettuate, si tratterà di diverse centinaia di tonnellate di complementi alimentari e di medicine, oltre ad attrezzature mediche», ha precisato Macron.
17:21
17:21
Abu Mazen a Parigi conferma: «Nessun ruolo per Hamas nel nuovo governo di Gaza»
Abu Mazen, in visita a Parigi, ha confermato in un'intervista a Le Figaro che «Hamas non avrà alcun ruolo di governo a Gaza». Il presidente palestinese ha ribadito alcuni degli impegni presi negli ultimi mesi nel quadro degli sforzi internazionale per riportare la pace a Gaza e consolidare la fragile tregua fra Israele e Hamas.
In particolare, Abu Mazen ha escluso «qualsiasi ruolo di Hamas nel governo a Gaza» ed ha aggiunto che le «forze di sicurezza» palestinesi, che «hanno seguito programmi di formazione in Egitto e in Giordania», sono pronte ad essere dispiegate in coordinamento con una forza multinazionale prevista dal piano di pace americano.
Abu Mazen ha aggiunto di essere disponibile ad organizzare «elezioni generali, presidenziali e politiche, nell'anno che seguirà la fine della guerra», senza confermare in modo esplicito che tali appuntamenti saranno fissati per il 2026. Il presidente palestinese ha precisato di lavorare con l'Egitto «alla formazione di un comitato amministrativo palestinese di transizione che supervisionerà temporaneamente la gestione dei servizi e delle installazioni pubbliche a Gaza».
17:00
17:00
«Hamas cerca i corpi degli ultimi ostaggi a Gaza City»
Le Brigate Qassam, insieme alla Croce Rossa, hanno ripreso la ricerca dei corpi degli ostaggi israeliani nel quartiere di Shejaia, quartiere di Gaza City. Lo riporta Al Jazeera.
Mancano ancora all'appello quattro ostaggi i cui resti sono ancora a Gaza: si tratta di Meny Godard, del sergente maggiore dell'Idf Ran Gvili, di Dror Or e del cittadino thailandese Sudthisak Rinthalak.
16:52
16:52
Uccisioni dell'IDF nel sud della Striscia
L'esercito israeliano ha annunciato di aver eliminato una persona, «un terrorista» che «attraversava la Linea Gialla e si avvicinava alle truppe nel sud della Striscia di Gaza, rappresentando una minaccia imminente per loro».
Ieri l'IDF aveva annunciato, con la stessa dinamica, l'uccisione di altri «due terroristi».
10:45
10:45
«Gli USA vogliono istituire una base militare in Israele, vicino al confine con Gaza»
Gli Stati Uniti stanno progettando di istituire una grande base militare in Israele, vicino al confine con Gaza, destinata alle forze internazionali che opereranno nella Striscia per mantenere il cessate il fuoco.
Lo rivela il sito web Shomrim, citando fonti israeliane, ripreso da Ynet e altri media locali.
La base potrebbe ospitare diverse migliaia di soldati e il suo costo si aggira attorno ai 500 milioni di dollari, affermano le fonti. Nelle ultime settimane, gli americani hanno lavorato per portare avanti la questione con il governo israeliano e l'Idf, e hanno iniziato a valutare potenziali aree.
Un funzionario della sicurezza ha dichiarato ai media israeliani che la mossa costituisce un cambiamento significativo per Israele che tradizionalmente ha cercato di ridurre al minimo il coinvolgimento internazionale nei territori sotto il suo controllo, e sottolinea la determinazione di Washington ad assumere un ruolo attivo a Gaza e nel conflitto.
Gli Stati Uniti hanno già istituito il Centro di monitoraggio civile e militare a Kiryat Gat, nel sud di Israele, per monitorare il cessate il fuoco in vigore a Gaza e supervisionare l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia.
09:34
09:34
Gli Houthi annunciano l'interruzione degli attacchi contro Israele e nel Mar Rosso
Il movimento Houthi dello Yemen ha comunicato in una lettera indirizzata a Hamas di aver interrotto le proprie operazioni contro Israele e contro le imbarcazioni nel Mar Rosso, in seguito alla tregua nella Striscia di Gaza. Lo riporta l'Ap sul proprio sito.
Nel messaggio inviato alle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, gli Houthi scrivono di seguire «da vicino gli sviluppi» e avvertono che, se «il nemico rinnoverà la sua aggressione contro Gaza», riprenderanno le azioni militari «in profondità all'interno dell'entità sionista» e reintrodurranno il divieto di navigazione israeliana nel Mar Rosso e nel Mare Arabico.
08:34
08:34
Il punto alle 8
La Knesset ha dice sì alla pena di morte per terroristi. L'emendamento al codice penale, richiesto dal ministro della Sicurezza Nazionale di estrema destra Itamar Ben Gvir e approvato dal Comitato per la Sicurezza Nazionale, è stato approvato in prima lettura con 39 voti favorevoli e 16 contrari e potrebbe applicarsi ai palestinesi condannati per attacchi mortali contro israeliani.
La proposta diventerà legge solo dopo tre votazioni. «Sulla buona strada per fare la storia. Lo abbiamo promesso e lo abbiamo mantenuto», ha scritto su X il ministro della Sicurezza Nazionale Ben Gvir.
La votazione si è svolta nel mezzo di una tregua tesa con Hamas nella guerra di Gaza, in corso fin dagli attacchi dell'organizzazione islamista del 7 ottobre 2023. Sebbene la pena di morte esista per un numero limitato di crimini in Israele, il Paese è diventato di fatto un paese abolizionista: l'autore dell'Olocausto nazista Adolf Eichmann fu l'ultima persona a essere giustiziata nel 1962. Ben Gvir aveva minacciato di ritirare il suo partito Jewish Power dalla coalizione di governo se la legge non fosse stata messa ai voti.
Una dichiarazione del comitato per la sicurezza, che include la nota esplicativa del disegno di legge, afferma: «Il suo scopo è quello di sradicare il terrorismo e creare un forte deterrente». «Si propone che un terrorista condannato per omicidio motivato da razzismo o odio verso il pubblico, e in circostanze in cui l'atto è stato commesso con l'intento di danneggiare lo Stato di Israele, sia condannato alla pena di morte, obbligatoria», si legge nella dichiarazione.
Hamas ha affermato che la legge proposta «incarna il brutto volto fascista dell'occupazione sionista canaglia e rappresenta una palese violazione del diritto internazionale». Il Ministero degli Esteri palestinese, con sede a Ramallah, l'ha definita una «nuova forma di escalation dell'estremismo e della criminalità israeliana contro il popolo palestinese».
