Jet privati e voli notturni, il governo olandese sospende il piano per limitare Amsterdam-Schiphol

La mossa, evidentemente, è destinata a far discutere. Martedì, il governo dei Paesi Bassi ha annunciato di aver sospeso il suo piano per limitare il numero di voli notturni e il transito di jet privati al principale scalo del Paese, l'aeroporto di Amsterdam-Schiphol. Lo scalo più importante del Paese e, aggiungiamo, il terzo più grande d'Europa. Il piano, nelle intenzioni del governo, avrebbe dovuto ridurre drasticamente l'inquinamento acustico e le emissioni di gas serra.
Una mossa, per certi versi, inaspettata. Anche perché a settembre lo stesso governo aveva annunciato che il piano, addirittura, sarebbe stato più drastico: i movimenti annuali, rispetto ai 460 mila precedentemente annunciati, non avrebbero dovuto superare quota 452.500. Circa il 10% in meno rispetto al 2019, l'ultimo anno prima della pandemia. Secondo quanto riferito da un portavoce, ora, veniamo a sapere che il dossier è stato sospeso a causa dell'opposizione del governo statunitense. Martedì, pure l'Unione Europea aveva spiegato che, circa la riduzione del numero di voli notturni e il transito di jet privati, era in corso una valutazione per capire se, e quanto, il piano fosse in linea con le normative europee.
Dati alla mano, il piano prevedeva il divieto di circolazione per i voli commerciali e per quelli cargo con partenza prevista fra la mezzanotte e le 6 del mattino e, per quelli in arrivo, fra la mezzanotte e le 5. Parliamo di circa 10 mila movimenti annuali. Analogamente, il governo intendeva vietare i circa 17 mila voli all'anno effettuati dai jet privati. Voli che, pur riguardando una piccola parte di passeggeri, pesano non solo in termini di rumore ma anche di emissioni. Un settore, questo, nel quale la Svizzera fra l'altro si è confermata una volta di più «regina».
Il piano era stato criticato, contestato e attaccato da molte aziende attive nell'aviazione, come pure dalle compagnie. Il gruppo KLM-Air France, di cui fa parte il vettore di bandiera olandese. Vettore che, assieme ad altre compagnie, Delta, Transavia ed easyJet, aveva avviato un'azione legale contro il governo. KLM, nello specifico, aveva puntato il dito contro «un approccio autoritario, contrario all’approccio equilibrato previsto dai testi normativi europei e internazionali» da parte del governo olandese. Il tutto ribadendo che «ci sono altri scenari per raggiungere lo stesso obiettivo di riduzione del rumore». Minori movimenti, agli occhi di KLM, significava e significa danneggiare economicamente il vettore. E, soprattutto, avvantaggiare gli altri colossi europei che usano altri aeroporti.
A luglio, il governo aveva vinto un appello contro una sentenza che bocciava il piano, ritenendo che il governo non avesse seguito correttamente le procedure previste dalle regole europee. Adesso, però, la faccenda si è complicata, complice l'ingresso nella partita del governo statunitense.