La Cecenia non parteciperà alla mobilitazione, parola di Ramzan Kadyrov

Sì, Ramzan Kadyrov è tornato a parlare e, di riflesso, a far parlare di sé. Il leader ceceno, infatti, ha dichiarato che la sua regione non risponderà alla chiamata di Vladimir Putin. Non a questo giro, nonostante la mobilitazione parziale (per alcuni totale) annunciata dal presidente russo. In Cecenia, d’altronde, si sono scatenate diverse proteste in seguito al recente scambio di prigionieri fra Russia e Ucraina.
Il 254%
Kadyrov, giovedì, ha spiegato che la Cecenia ha già fornito 20 mila soldati dall’inizio dell’invasione, ovvero da febbraio a oggi. «La repubblica di Cecenia ha soddisfatto eccessivamente il suo piano di coscrizione del 254%» ha scritto il leader ceceno in un post di Telegram. E ancora: «Anche prima dell’annuncio di una mobilitazione parziale».
Kadyrov e i suoi uomini si sono vantati della presenza di truppe cecene in Ucraina sin dai primi vagiti di guerra. Gli stessi soldati ceceni, diventati un braccio potente (e particolarmente violento) dell’esercito di Mosca, pubblicano con una certa regolarità video dal fronte sui social media.
Le proteste a Grozny
In quella che potremmo definire una risposta alle decine e decine di donne cecene scese nelle strade di Grozny per manifestare il proprio dissenso contro la mobilitazione parziale, Kadyrov ha aggiunto: «Chiedo alla popolazione cecena, in particolare alle nostre amate e rispettate madri, di mantenere la calma».
Kadyrov, insomma, sembrerebbe sfidare apertamente gli ordini del ministero della Difesa russo. Ministero che, ricordiamo, ha esortato ogni repubblica della Federazione a richiamare i propri riservisti. Eppure, lo stesso Kadyrov pochi giorni fa aveva esortato i leader delle altre repubbliche a mobilitare «autonomamente» i propri soldati.
Le critiche allo scambio
Kadyrov, detto di questi ultimi sviluppi, da qualche tempo non è proprio allineato con le decisioni e strategie del Cremlino riguardo al conflitto in Ucraina. Circa lo scambio di prigionieri, 215 combattenti ucraini, fra cui i cosiddetti eroi del battaglione Azov, contro 55 persone in mano a Kiev, compreso l’oligarca Viktor Medvedchuk, Kadyrov si è detto «estremamente insoddisfatto».
Il leader ceceno, di nuovo, ha mostrato tutto il suo disappunto nel denunciare le perdite territoriali russe in Ucraina. «Se avessimo usato almeno una parte delle nostre armi e attrezzature, avremmo raggiunto il nostro obiettivo molto tempo fa» le sue parole. «Ma poiché la dirigenza la pensa diversamente, sta a noi seguire gli ordini».
Venerdì, il Cremlino ha preferito sorvolare sulle dichiarazioni di Kadyrov nel briefing quotidiano con i giornalisti. Kadyrov, in passato, aveva combattuto due guerre separatiste contro Mosca. Quindi, ha giurato fedeltà a Putin. In cambio, va da sé, del pieno controllo sulla sua regione, la Cecenia.