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La Commissione ONU su Gaza: Israele ha commesso «genocidio»

Il ministro della difesa israeliano Katz: «Gaza sta bruciando» - Con i carri armati israeliani ormai nel cuore dell’enclave, Hamas avverte che l’offensiva mette in pericolo gli ostaggi e accusa Trump di schierarsi con Netanyahu – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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La Commissione ONU su Gaza: Israele ha commesso «genocidio»
Red. Online
16.09.2025 06:02
14:19
14:19
Katz: «Se cade Gaza, cadrà anche Hamas»

«Vogliamo prendere il controllo di Gaza City perché oggi è il principale simbolo del governo di Hamas. Oggi, se Gaza City cade (...) cadranno loro». Lo ha detto il ministro Israel Katz durante una visita al quartier generale della 162esima divisione, attualmente operativa nella città di Gaza.

«Da Hamas vogliamo solo due cose, che non ci concederà volontariamente: la liberazione di tutti gli ostaggi e il disarmo completo. Quanto più sarà intensa l'offensiva, tanto più Hamas sarà sconfitto direttamente, e allo stesso tempo si creerà una leva più forte per il rilascio degli ostaggi», ha aggiunto.

Katz ha affermato che i «fratelli assassini Sinwar», Yahya e Muhammad, che guidavano il gruppo terroristico nella Striscia prima di essere uccisi dall'esercito, «hanno rovinato Gaza. Se Izz al-Din Haddad continua così, distruggerà Gaza. Pagheranno il prezzo e Gaza sarà distrutta», ha aggiunto.

14:17
14:17
Zamir: manovra nel cuore di Gaza City per liberare gli ostaggi

Il capo di Stato maggiore dell'esercito israeliano Eyal Zamir ha condotto una valutazione della situazione nella Striscia di Gaza con il capo del Comando meridionale Yaniv Asor e altri comandanti, e ha dichiarato che «ieri abbiamo approfondito la manovra nel cuore di Gaza City, un'area vitale per Hamas».

«La manovra a Gaza City è un passo significativo per portare a termine la missione più importante ed etica: riportare a casa tutti gli ostaggi e smantellare le capacità militari e governative di Hamas. Si tratta di un passo di cruciale importanza per la continuazione della guerra», ha aggiunto.

14:01
14:01
640'000 persone in carestia entro fine mese

Entro fine mese la carestia a Gaza riguarderà più di 640'000 persone rispetto al mezzo milione attuale. È quanto ha denunciato il capo degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite Tom Fletcher, parlando di «una carestia prevenibile e prevedibile» che la comunità umanitaria «può fermare».

Invitando il mondo ad agire, Fletcher ha dichiarato che «le donne, gli anziani e i bambini di Gaza non possono nutrirsi di dichiarazioni di preoccupazione». «Abbiamo bisogno che i valichi siano aperti, che sia assicurato un accesso funzionale, che sia garantito un passaggio sicuro e senza ostacoli a Gaza, che i saccheggi siano fermati, che gli ostaggi siano rilasciati e che sia stabilito un cessate il fuoco immediato», ha aggiunto.

Secondo l'ONU, un terzo dei centri di trattamento della malnutrizione a Gaza City sono già stati chiusi a causa di ordini di sfollamento forzato mentre il ministero della salute ha annunciato che altre tre persone sono morte di malnutrizione e fame nelle ultime 24 ore. In totale, il ministero riferisce che 425 persone sono morte di malnutrizione e fame a Gaza, circa un terzo delle quali sono bambini.

13:50
13:50
«Israele trasforma Gaza City in una fossa comune»

«L'invasione di Gaza City espone centinaia di migliaia di civili palestinesi al rischio di morte e sfollamento». Lo dichiara il ministero degli esteri dell'Autorità nazionale palestinese (ANP), con sede in Cisgiordania, denunciando «un tentativo di trasformare Gaza City in una fossa comune e in una terra inabitabile».

In una nota postata su X, il ministero chiede «un intervento internazionale urgente ed eccezionale per proteggere i civili nella città di Gaza», definendo «il fallimento della diplomazia internazionale nel fermare la guerra sospetto e ingiustificato».

13:25
13:25
Gaza City: colpiti 850 obiettivi prima dell'offensiva di terra

L'aeronautica militare israeliana ha colpito oltre 850 obiettivi e centinaia di membri di Hamas a Gaza City la scorsa settimana, ha riferito l'esercito, in preparazione dell'offensiva di terra nella zona iniziata stanotte.

In una dichiarazione, l'IDF ha comunicato di aver dato il via a un'«operazione su vasta scala in tutta la città di Gaza» con l'obiettivo di «raggiungere i traguardi della guerra nella Striscia di Gaza», tra cui la sconfitta di Hamas e la liberazione degli ostaggi.

«L'attività delle truppe è iniziata in conformità con il piano operativo e si prevede che si estenderà in base alla valutazione della situazione», hanno aggiunto i militari.

13:17
13:17
Le famiglie degli terrorizzate per l'offensiva di terra

Il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani, che si dicono «terrorizzate per la sorte dei loro cari», ha dichiarato lo «stato d'emergenza» per l'offensiva lanciata stanotte dell'esercito a Gaza City e ha annunciato l'allestimento di un accampamento di tende fuori dalla residenza del primo ministro Benyamin Netanyahu a Gerusalemme.

L'accampamento, afferma il Forum, «rimarrà finché Netanyahu non ascolterà e non metterà in atto la volontà del popolo: il ritorno immediato di tutti gli ostaggi e la fine della guerra». Ogni sera, alle 19.30 (le 18.30 in Svizzera), sono previste manifestazioni nell'area dell'accampamento.

«In seguito alle segnalazioni di incursioni di carri armati e massicci bombardamenti nella città di Gaza, le famiglie, terrorizzate per la sorte dei loro cari, si sono radunate spontaneamente a tarda notte», ha dichiarato il Forum, che rappresenta i parenti della maggior parte degli ostaggi.

Secondo l'organizzazione, l'operazione per conquistare Gaza City potrebbe mettere in pericolo i prigionieri: sono 48 in totale nelle mani di gruppi armati a Gaza, di cui circa 20 ritenuti ancora in vita.

13:07
13:07
La Spagna boicotta Eurovision 2026 se parteciperà Israele

Il Consiglio di amministrazione della Radiotelevisione pubblica spagnola RTVE ha deciso oggi di ritirarsi dalla prossima edizione del festival di Eurovision se parteciperà un rappresentante di Israele. Lo afferma il consiglio d'amministrazione dell'emittente in un comunicato.

Madrid si unisce quindi agli altri quattro paesi - Islanda, Irlanda Paesi Bassi e Slovenia - che boicotteranno la kermesse internazionale in segno di protesta per il conflitto a Gaza e la mancata esclusione di Israele, come già avvenuto per la rappresentanza della Russia per l'invasione in Ucraina.

La Spagna è il primo dei «big five», i paesi che apportano un maggiore contributo finanziario all'Eurovision (con Italia, Francia, Germania e Regno Unito) ad abbandonare la competizione canora.

Il ritiro dall'edizione prevista a Vienna nel 2026 se vi parteciperà Israele, proposto dal presidente di RTVE José Pablo Lopez, è stato approvato oggi dal Consiglio di amministrazione dell'ente radiotelevisivo pubblico con 10 voti a favore, 4 contro e 1 astenuto.

La mossa della Spagna di annunciare il boicottaggio punta ad esercitare una maggiore pressione in vista dell'assemblea generale dell'Unione Europea di Radiodiffusione (UER), prevista agli inizi di dicembre, che dovrà decidere se mantenere la TV pubblica israeliana KAN nella competizione.

12:54
12:54
Gaza City: IDF fa esplodere blindati telecomandati

Come parte dell'avanzata verso Gaza City, durante la notte e oggi sono stati introdotti alla periferia blindati telecomandati carichi di esplosivo con lo scopo di distruggere edifici e infrastrutture, per preparare il terreno in vista dell'ingresso di altre forze.

Il portavoce militare ha spiegato che si tratta di vecchi veicoli M113 dismessi dall'esercito (IDF), riempiti con tonnellate di esplosivo e guidati in profondità nei tunnel grazie a un sistema di controllo a distanza. Le potenti esplosioni sono state udite chiaramente la notte scorsa e questa mattina a Tel Aviv, nel resto del centro e del sud del paese.

Secondo l'IDF le potenti esplosioni di questi veicoli vengono impiegate per distruggere infrastrutture e settori disseminati di trappole esplosive e postazioni sotterranee.

Anche i media palestinesi riferiscono che questa mattina l'esercito israeliano ha fatto esplodere diversi veicoli blindati e telecomandati, caricati con grandi quantità di esplosivo, nei quartieri di Tel al-Hawa e Rimal, nella città di Gaza. Non si conoscono al momento l'entità dei danni né il numero di vittime.

12:50
12:50
Almeno 62 uccisi oggi nella Striscia, 52 a Gaza City

È salito ad almeno 62 morti il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani oggi nella Striscia, 52 dei quali uccisi a Gaza City. Lo riferisce al-Jazeera citando fonti mediche.

12:14
12:14
Onu, Türk condanna il raid israeliano a Doha: «Scioccante violazione del diritto internazionale»

Il raid israeliano del 9 settembre a Doha ha rappresentato «una scioccante violazione del diritto internazionale, un attacco alla pace e alla stabilità regionale e un duro colpo all'integrità dei processi di mediazione e negoziazione in tutto il mondo». Lo ha denunciato oggi a Ginevra l'Alto commissario dell'ONU per i diritti umani Volker Türk.

«In quanto tale, lo condanno e invito questo Consiglio e tutti i governi a fare lo stesso», ha detto nel suo intervento nel quadro del dibattito urgente del Consiglio per i diritti umani sulla «recente aggressione militare lanciata da Israele contro lo Stato del Qatar il 9 settembre 2025».

L'Alto commissario ha sottolineato come l'attacco israeliano che ha preso di mira i negoziatori di Hamas in Qatar è stato concomitante con altre azioni che stanno distruggendo qualsiasi prospettiva di una soluzione a due Stati, ovvero «l'unica via per una pace sostenibile».

Per Türk questo attacco dimostra «l'urgente necessità che gli Stati membri intervengano», ma «pochi lo hanno fatto». Quasi due anni dopo i terrificanti attacchi terroristici del 7 ottobre 2023 e la conseguente escalation di violenza, questa «carneficina deve cessare», gli Stati membri «non possono più aspettare» e hanno l'obbligo di intraprendere azioni concrete «per porre fine alle gravi violazioni del diritto internazionale», e fermare il flusso verso Israele di armi che rischiano di violare le leggi di guerra, ha aggiunto l'Alto commissario.

12:07
12:07
Capi dell'IDF e del comando Sud in prima linea con le truppe

Il capo di Stato maggiore israeliano Eyal Zamir e il capo del Comando Sud Yaniv Asor sono in prima linea insieme alle truppe sul campo di battaglia a Gaza City. Lo riferisce il portavoce militare, aggiungendo che le divisioni 162 e 98 stanno guidando l'offensiva.

«L'operazione si espanderà nei prossimi giorni. Lo sguardo è su più fronti: la scorsa notte abbiamo attaccato anche sul fronte nord, e ci stiamo preparando a ogni scenario», ha detto il portavoce.

11:40
11:40
45 morti nei raid odierni, altri tre per fame

Almeno 45 persone sono state uccise oggi a Gaza dagli attacchi israeliani, mentre tre persone sono morte di fame e di malnutrizione. Lo scrive al-Jazeera citando fonti mediche nella Striscia.

11:29
11:29
Madrid convoca l’incaricata d’affari israeliana dopo gli insulti a Sánchez

Il ministero degli esteri spagnolo ha convocato - per la seconda volta nel giro di cinque giorni - l'incaricata di affari dell'ambasciata di Israele a Madrid, Dana Erlich, stavolta per protestare per le «inaccettabili parole» del ministro degli esteri Gideon Sa'ar sulla Spagna e il premier Pedro Sánchez, accusato di essere «antisemita».

Secondo fonti ministeriali riprese dall'agenzia Europa Press, il ministro degli esteri José Manuel Albares ha convocato Erlich per esprimere il rifiuto delle dichiarazioni fatte ieri da Sa'ar, dopo che il premier Sánchez aveva chiesto l'esclusione di Israele da competizioni ed eventi internazionali, sull'esempio di quanto fatto con la Russia.

Erlich è a capo della delegazione diplomatica israeliana dopo il ritiro dell'ambasciatrice seguito al riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Spagna nel maggio 2024.

In un messaggio ieri sulla rete sociale X, Sa'ar aveva affermato che «Sánchez e il suo governo comunista sono antisemiti e nemici della verità», per poi ricordare che «è stato lo Stato terrorista di Hamas che ha invaso Israele e commesso il peggior massacro contro gli ebrei dall'Olocausto».

Negli ultimi giorni il ministro ha lanciato numerose critiche dirette a Sánchez, accusandolo domenica di «incoraggiare» le mobilitazioni pro Palestina, dopo la cancellazione dell'ultima tappa della Vuelta di ciclismo a Madrid a causa delle proteste, definita «una vergogna» per la Spagna.

Ieri Sánchez aveva però ribadito la posizione «chiara e determinata» del governo progressista rispetto al conflitto sulla Striscia di Gaza, rivendicando la stessa condanna della comunità internazionale rispetto all'invasione della Russia in Ucraina. «Fino a quando non terminerà la barbarie, né Russia né Israele devono essere in nessuna competizione internazionale», aveva rimarcato il leader socialista.

La scorsa settimana Albares aveva già convocato l'incaricata di affari di Israele, dopo che il primo ministro Benyamin Netanyahu aveva accusato Sánchez di aver affermato che «la Spagna non può fermare la battaglia di Israele contro i terroristi di Hamas perché la Spagna non ha armi nucleari», definendola «una flagrante minaccia genocida contro l'unico Stato ebreo del mondo».

Madrid aveva definito «false e calunniose» le accuse, giunte all'indomani di un nuovo pacchetto di sanzioni a Israele, varato martedì scorso dal governo spagnolo, fra cui il consolidamento giuridico dell'embargo di armi e il divieto di ingresso in Spagna per i ministri dell'ultradestra israeliana Itamar Ben-Gvir e Bazalel Smotric. Da parte sua, Israele ha vietato l'entrata nel paese della vicepremier spagnola Yolanda Díaz e della ministra per la gioventù Sira Rego.

11:21
11:21
38 palestinesi uccisi da raid e colpi israeliani dall’alba di oggi

Fonti mediche palestinesi hanno annunciato che 38 palestinesi sono stati uccisi dagli spari e dai bombardamenti delle forze israeliane in varie zone della Striscia di Gaza dall'alba di oggi. Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa, precisando che tra questi almeno 14 sono stati uccisi a Gaza City dove l'esercito israeliano ha preso di mira un'area residenziale nel nordovest della città.

10:44
10:44
L'IDF controlla il 40% della città

Al momento l'esercito israeliano controlla circa il 40% del territorio urbano di Gaza City, dopo le operazioni delle scorse settimane in cui sono stati distrutti numerosi edifici, tra cui alcuni grattacieli, utilizzati da Hamas per produrre armamenti, scavare tunnel e gestire le operazioni di guerriglia. Lo riferiscono fonti militari israeliane.

Intanto i media della Striscia riferiscono che l'aeronautica israeliana ha colpito oggi diversi obiettivi nella città di Gaza, tra cui il quartiere di Rimal, quello di Tel al-Hawa e un edificio nel quartiere di Daraj.

10:15
10:15
IDF: «Abbiamo iniziato a distruggere i siti di Hamas»

«Abbiamo iniziato a distruggere le infrastrutture di Hamas a Gaza City, la città è un'area di combattimento pericolosa»: è il messaggio del portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano (IDF) sulle reti sociali diretto agli abitanti di Gaza City.

«Restare all'interno dell'area mette in pericolo la vostra vita. Evacuate il più rapidamente possibile verso le zone indicate, con veicoli o a piedi, attraverso la strada Rashid a sud del fiume Gaza. Unitevi a oltre il 40% dei residenti che hanno già lasciato la città per proteggere sé stessi e i loro cari».

Il notiziario dell'emittente israeliana Channel 12 riferisce intanto che «l'operazione a Gaza City si intensifica di ora in ora». Due divisioni stanno manovrando in questo momento nella città, con il supporto di raid aerei.

Decine di migliaia di riservisti sono pronti a entrare nella città, e al culmine dell'azione saranno impegnati oltre 100'000 soldati. I caccia stanno continuando a colpire obiettivi, mentre le valutazioni militari indicano che l'ingresso a Gaza City porterà a scontri con migliaia di combattenti.

Attualmente operano due divisioni, la 98esima e la 162esima, e nei prossimi giorni si unirà anche la 36esima: agiranno in coordinamento con la 99esima, già presente nel nord della Striscia, e con la divisione di Gaza, operativa nel settore meridionale.

L'esercito sta avanzando con un ingresso graduale e accompagnato da un ampio sforzo di intelligence e da bombardamenti intensi per garantire la sicurezza delle truppe. Secondo le stime, oltre 350'000 abitanti hanno già lasciato la città.

L'operazione è partita con la mobilitazione di 70'000 riservisti, a cui se ne aggiungeranno altri 60'000, per un totale di 130'000. L'esercito sottolinea che la partecipazione al richiamo è stata molto alta.

L'ingresso a Gaza City avviene dopo settimane di attività a Zeitun, Jabaliya e Sheikh Radwan, che hanno ampliato il controllo intorno alla città e portato alla distruzione di centinaia di infrastrutture di Hamas.

10:04
10:04
Israele: «L'inchiesta dell'ONU è falsa, commissari antisemiti»

«Tre individui che agiscono come rappresentanti di Hamas, noti per le loro posizioni apertamente antisemite - e le cui orribili dichiarazioni sugli ebrei sono state condannate in tutto il mondo - hanno pubblicato oggi un altro falso 'rapporto' su Gaza». Lo scrive su X il ministero degli esteri israeliano dopo la pubblicazione del rapporto della Commissione d'inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite in cui si afferma che Israele ha commesso un «genocidio» a Gaza,

«Si basa interamente su falsità di Hamas, riciclate e ripetute. Queste invenzioni sono già state ampiamente smentite - sostiene il ministero -. Israele respinge categoricamente questo rapporto distorto e falso e chiede l'immediata abolizione di questa Commissione d'inchiesta».

09:36
09:36
«Iniziata l'operazione intensiva a Gaza City»

«Abbiamo iniziato l'operazione intensiva a Gaza City, questa è una fase cruciale, il 40% degli abitanti della città è stato evacuato. Più di 350'000 residenti hanno già lasciato la città, e l'esodo è continuato durante la notte.» Lo ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu questa mattina all'inizio della sua testimonianza in tribunale, aggiungendo: «non ho chiesto porte chiuse per far capire che lo Stato di Israele si trova in una posizione cruciale».

La dichiarazione è stata la premessa per chiedere di essere esentato dalla sua testimonianza regolarmente programmata a causa di «cose importanti che stanno accadendo».


09:32
09:32
Commissione d'inchiesta ONU su Gaza: «È genocidio»

Investigatori delle Nazioni Unite hanno dichiarato di aver stabilito che Israele ha commesso un «genocidio» a Gaza dall'ottobre 2023, con «l'intento di distruggere i palestinesi» presenti nel territorio.

«Siamo giunti alla conclusione che a Gaza si sta verificando un genocidio e che la responsabilità ricade sullo Stato di Israele», ha dichiarato Navi Pillay, capo della Commissione d'inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati.

09:27
09:27
Rubio non ha frenato l'operazione di terra

Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha detto ieri al premier israeliano Benyamin Netanyahu che l'amministrazione Trump sostiene l'operazione di terra a Gaza, ma vuole che sia implementata rapidamente e termini il prima possibile. Lo riporta Axios.

«Rubio non ha frenato l'operazione di terra», ha detto un funzionario israeliano al sito di notizie americano.

L'amministrazione Trump, ha invece riferito una fonte statunitense, non fermerà Israele e gli consentirà di prendere le proprie decisioni riguardo alla guerra a Gaza. «Non è la guerra di Trump, è la guerra di Bibi e lui si assumerà tutte le responsabilità di ciò che accadrà», ha osservato il funzionario americano.

08:35
08:35
Almeno 38 morti nei raid notturni

È di almeno 38 morti il bilancio dei raid notturni israeliani a Gaza: lo riferisce la CNN, precisando che gli ospedali Al-Shifa e Baptist di Gaza City hanno segnalato rispettivamente 23 e 12 morti, mentre altre tre vittime sono segnalate dall'ospedale di Al-Aqsa.

I video ottenuti dalla CNN «mostrano i corpi di numerosi bambini insanguinati che arrivano negli ospedali nel nord di Gaza, insieme ad adulti che urlano di dolore mentre piangono i corpi dei loro figli, coperti da sudari bianchi».

Intanto l'agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che le vittime degli attacchi israeliani di ieri sulla Striscia sono almeno 62, di cui 39 nella parte settentrionale dell'enclave.

08:33
08:33
«Netanyahu non mi ha avvertito prima di raid»

Il presidente americano Donald Trump ha negato di essere stato avvertito direttamente dal premier israeliano Benyamin Netanyahu prima che lo Stato ebraico attaccasse Doha. Lo ha detto l'inquilino della Casa Bianca rispondendo a chi chiedeva di confermare le indiscrezioni di Axios. «Non mi ha» informato, ha detto Trup precisando di essere venuto a sapere del raid come gli altri.


07:49
07:49
Israele avvia l'operazione di terra a Gaza City

Un'ora prima di mezzanotte l'esercito israeliano ha iniziato l'attacco di terra a Gaza City. Missili lanciati dai caccia, incessanti colpi di artiglieria, droni hanno provocato potenti esplosioni.

I boati si sono sentiti nel centro di Israele. I media della Striscia hanno segnalato 37 attacchi in 20 minuti e la fuga di massa dalla zona nord-occidentale.

Fonti di Gaza hanno riferito che i tank di Tsahal sono entrati in via Al-Jalaa, nel cuore di Gaza City. Bombe-robot hanno abbattuto gli edifici.

Un funzionario della sicurezza israeliana ha parlato con la tv pubblica Kan affermando che «l'IDF sta attaccando con forza».

Il ministro della difesa Israel Katz ha sostenuto stamattina che «Gaza sta bruciando». «Le IDF colpiscono con pugno di ferro le infrastrutture terroristiche e i soldati stanno combattendo coraggiosamente per creare le condizioni per il rilascio degli ostaggi e la sconfitta di Hamas», ha scritto in un post sul suo account X. «Non cederemo e non torneremo indietro, fino al completamento della missione», ha sottolineato il ministro israeliano.

Contemporaneamente al via dell'operazione «Carri di Gedeone 2», il presidente americano Donald Trump ha minacciato Hamas dopo aver saputo che alcuni ostaggi sono stati fatti uscire dai tunnel per essere usati come scudi umani.

«Spero che i leader di Hamas sappiano a cosa vanno incontro se fanno una cosa del genere. Questa è un'atrocità umana, come poche persone hanno mai visto prima. Non permettete che ciò accada, altrimenti, tutte le scommesse sono perse. Liberate tutti gli ostaggi. Ora», ha scritto su Truth. Immediata la risposta del premier israeliano Benyamin Netanyahu: «Grazie presidente per il tuo incrollabile sostegno».

Non appena si è diffusa la notizia dell'operazione a Gaza city, dove l'intelligence ritiene che si trovino almeno una parte dei circa 20 rapiti, le famiglie si sono messe in marcia verso la residenza del primo ministro a Gerusalemme. Terrorizzate per la sorte dei loro cari - «potrebbe essere la loro ultima notte» - hanno accusato il premier.

In un comunicato Hamas ha affermato che Netanyahu «ha la piena responsabilità della vita dei suoi prigionieri nella Striscia di Gaza» e ha accusato Trump di «un palese pregiudizio a favore della propaganda sionista». Il movimento islamista palestinese, citato dai media israeliani, ha sostenuto che il presidente americano sa bene che è Netanyahu che sta distruggendo ogni possibilità di raggiungere un accordo che porrebbe fine alla guerra a Gaza e che la presa della città mette a rischio la vita degli ostaggi.

Mentre lasciava Israele - dove ieri ha incontrato Netanyahu - per raggiungere il Qatar, il segretario di Stato americano Marco Rubio ha avvertito che Hamas ha solo pochi giorni per accettare un accordo di cessate il fuoco. Lo Stata ebraico «ha iniziato a condurre operazioni» nella principale città della Striscia, «quindi pensiamo di avere una finestra di tempo molto breve per raggiungere un accordo: non abbiamo più mesi, probabilmente ci restano giorni, forse qualche settimana», ha detto Rubio.

Questi ha poi sostenuto che solo il Qatar ha la capacità di mediare a Gaza, nonostante l'attacco israeliano ad Hamas nel paese del Golfo una settimana fa. «Ovviamente devono decidere se vogliono farlo dopo la scorsa settimana o meno, ma vogliamo che sappiano che se c'è un paese al mondo che potrebbe contribuire a porre fine a questa situazione attraverso un negoziato quello è il Qatar», ha detto Rubio ai giornalisti mentre volava a Doha.

06:36
06:36
«Gaza sta bruciando»

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz afferma stamattina che «Gaza sta bruciando».

«Le Idf colpiscono con pugno di ferro le infrastrutture terroristiche e i soldati stanno combattendo coraggiosamente per creare le condizioni per il rilascio degli ostaggi e la sconfitta di Hamas», scrive Katz in in post sul suo account X. «Non cederemo e non torneremo indietro, fino al completamento della missione», sottolinea il ministro israeliano.

06:35
06:35
62 morti nei raid israeliani di ieri sulla Striscia di Gaza

L'agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che le vittime degli attacchi israeliani di ieri sulla Striscia di Gaza sono almeno 62, di cui 39 nella parte settentrionale dell'enclave.

06:34
06:34
«Solo il Qatar può mediare per Gaza»

 Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato oggi che solo il Qatar ha la capacità di mediare a Gaza, nonostante l'attacco israeliano ad Hamas nel Paese arabo una settimana fa.

«Ovviamente devono decidere se vogliono farlo dopo la scorsa settimana o meno, ma vogliamo che sappiano che se c'è un Paese al mondo che potrebbe contribuire a porre fine a questa situazione attraverso un negoziato quello è il Qatar», ha detto Rubio ai giornalisti mentre volava a Doha da Israele. 

06:32
06:32
Rubio: «Hamas ha pochi giorni per accettare il cessate il fuoco»

 Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha avvertito oggi che Hamas ha solo pochi giorni per accettare un accordo di cessate il fuoco, mentre Israele bombarda Gaza City.

Lo Stata ebraico «ha iniziato a condurre operazioni» nella principale città della Striscia, «quindi pensiamo di avere una finestra di tempo molto breve per raggiungere un accordo: non abbiamo più mesi, probabilmente ci restano giorni, forse qualche settimana», ha detto Rubio ai giornalisti mentre lasciava Israele per raggiungere il Qatar.

06:14
06:14
Anche il Lussemburgo vuole riconoscere lo Stato di Palestina

Il premier e il ministro degli Esteri lussemburghesi Luc Frieden e Xavier Bettel hanno dichiarato ieri a una commissione parlamentare che anche il loro Paese intende riconoscere lo Stato palestinese all'Assemblea generale delle Nazioni Unite di questo mese. Lo riportano i media locali.

06:08
06:08
Hamas: «Netanyahu responsabile della sorte degli ostaggi»

 Il premier israeliano Benjamin Netanyahu «ha la piena responsabilità della vita dei suoi prigionieri nella Striscia di Gaza», afferma Hamas accusando il presidente americano Donald Trump di «un palese pregiudizio a favore della propaganda sionista». Lo rendono noto i media israeliani, citando un comunicato del movimento islamista palestinese.

«Sul fatto che Hamas abbia sposato gli ostaggi in superficie per usarli come scudi umani contro l'offensiva di terra di Israele, spero che i suoi leader sappiano a cosa vanno incontro facendo tale atrocità», aveva commentato precedentemente Trump. Nel suo comunicato, Hamas afferma che il presidente Usa sa bene che è Netanyahu che sta distruggendo ogni possibilità di raggiungere un accordo che porrebbe fine alla guerra a Gaza e che la presa della città mette a rischio la vita degli ostaggi. 

06:07
06:07
«A Gaza una carneficina che deve finire»

Andrew Cuomo, il candidato a sindaco di New York e convinto sostenitore di Israele, chiede la fine della «carneficina» a Gaza, dove la situazione è «orribile».

La guerra «dovrebbe finire oggi. Far tornare gli ostaggi e basta violenza», ha detto in un'intervista al New York Times l'ex governatore.

06:05
06:05
Rubio a Netanyahu: «Trump sostiene l’operazione di terra»

Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha detto al premier israeliano Benjamin Netanyahu che l'amministrazione Trump sostiene l'operazione di terra a Gaza, ma vuole che sia implementata rapidamente e termini il prima possibile. Lo riporta Axios.

«Rubio non ha frenato l'operazione di terra», ha detto un funzionario israeliano al sito di notizie Usa. L'amministrazione Trump, ha invece riferito una fonte americana, non fermerà Israele e gli consentirà di prendere le proprie decisioni riguardo alla guerra a Gaza. «Non è la guerra di Trump, è la guerra di Bibi e lui si assumerà tutte le responsabilità di ciò che accadrà», ha osservato il funzionario Usa.

06:04
06:04
Il punto alle 06:00

La guerra a Gaza ha vissuto ieri una nuova, drammatica escalation con l’ingresso dei carri armati israeliani nel centro di Gaza City, lungo via Al-Jalaa. È la prima volta dall’inizio dell’offensiva che l’IDF penetra così a fondo nell’enclave, accompagnando l’avanzata terrestre con una pioggia di raid aerei, artiglieria e droni. In appena venti minuti si sono registrati 37 attacchi, mentre i cieli della Striscia si illuminavano di esplosioni visibili fino a Israele centrale.

L’operazione ha travolto i quartieri di Sheikh Radwan, Tel al-Hawa e Al-Karama, dove fonti palestinesi hanno segnalato l’uso di nuove «bombe robot». Migliaia di abitanti sono fuggiti verso est e sud, nonostante i tentativi di Hamas di fermare l’evacuazione con posti di blocco e minacce. Secondo Al Jazeera, almeno 25 persone hanno perso la vita dall’alba, 16 delle quali nella sola Gaza City, inclusi diversi bambini.

Il prezzo umano pesa anche sugli ostaggi: il Forum delle famiglie ha lanciato un appello disperato parlando della «710° notte a Gaza» come di una possibile ultima occasione per salvarli. «Netanyahu li sacrifica per ragioni politiche», accusano i parenti, mentre l’intelligence militare mappa «zone di fuoco coordinate» dove potrebbero trovarsi i prigionieri.

Sul piano diplomatico, il premier israeliano ha incontrato a Gerusalemme il segretario di Stato USA Marco Rubio, che ha ribadito l’obiettivo comune: «Hamas deve essere eliminato e gli ostaggi liberati immediatamente». Ma le divisioni non mancano: Trump ha condannato Hamas per l’uso di scudi umani, mentre nel mondo arabo si alzano voci di condanna. Al vertice straordinario di Doha, i leader hanno avvertito che le pratiche di Israele «minacciano gli Accordi di Abramo» e invocato sanzioni.

In Israele, intanto, non mancano i toni radicali: il ministro della Sicurezza Itamar Ben Gvir ha promesso di costruire «un quartiere di lusso per i poliziotti a Gaza, con vista mare, dopo la vittoria». Una dichiarazione che fotografa la distanza tra i sogni di insediamento e la devastazione che, ora, divora Gaza City.