Il caso

«La Germania non invia armi pesanti»

Die Welt rilancia le accuse di Kiev, gettando un'ombra sulla narrazione positiva di Olaf Scholz – Ma come stanno davvero le cose?
Marcello Pelizzari
30.05.2022 11:00

Qual è il vero apporto della Germania? E ancora: davvero Berlino (non) sta aiutando l’Ucraina? Le polemiche attorno al supporto militare fornito a Kiev non accennano a smorzarsi. Anzi, nelle ultime settimane i tedeschi non avrebbero fornito armi pesanti alle forze ucraine. A dirlo è il quotidiano Die Welt, forte di documenti ufficiali visionati dalla redazione. Secondo i dati, dalla fine di marzo a oggi la Germania avrebbe effettuato soltanto due consegne di armi leggere. Troppo poco, quantomeno rispetto agli alleati occidentali fra cui la Danimarca e, al solito, gli Stati Uniti.

Berlino, leggiamo, si è limitata a circa 4.600 mine anticarro e ad altro equipaggiamento minore come pezzi di ricambio. Nessuna arma pesante, niente artiglieria come richiesto da Kiev.

Il governo tedesco non ha confermato quanto riportato dalla stampa, aggiungendo di non poter fornire «informazioni più dettagliate» circa le consegne poiché si tratta di materiale classificato.

«Non sono Guglielmo»

La Germania aveva approvato una consegna di armi pesanti a fine aprile, dopo settimane di tentennamenti. Recentemente, il cancelliere Olaf Scholz in un vero e proprio esercizio di equilibrismo aveva spiegato: «Non sono l’imperatore Guglielmo», riferendosi all’ultimo imperatore tedesco e a un certo interventismo dell’epoca che spinse la Germania verso la Prima guerra mondiale (celebre la frase «dunque, anch'io devo mobilitare»).

La mancata consegna, riportata da Die Welt, sarebbe in contrasto con la narrazione di Scholz e con l’impegno «incrollabile» nei confronti di Kiev, ribadito a più riprese. A Davos, ad esempio, il cancelliere aveva detto: «Putin negozierà seriamente la pace solo se si renderà conto che non può infrangere le difese dell’Ucraina. Ecco perché sosteniamo l'Ucraina».

Lo stesso Scholz, tuttavia, da buon equilibrista aveva pure ribadito che qualsiasi consegna di armi pesanti sarebbe avvenuta di concerto con i partner e con gli alleati. Partner e alleati che, appunto, hanno continuato a fornire armi e sostegno all’Ucraina.

E i carri armati?

Scholz, giocoforza, è finito nel mirino dei suoi avversari e detrattori. Tanto in patria quanto all’estero. Il leader dell’opposizione, Friedrich Merz, durante una visita ufficiale in Ucraina a inizio maggio aveva definito la politica del cancelliere debole e insicura. Nel fine settimana, per contro, il presidente polacco Andrzej Duda ha criticato la Germania per il suo «mancato supporto militare» nonostante le promesse fatte all’esercito di Varsavia. «Se fossimo supportati dai nostri alleati tedeschi con carri armati per sostituire quelli che abbiamo dato all’Ucraina, saremmo molto grati», ha detto.

Tornando agli aiuti all’Ucraina, ad aprile la Germania aveva previsto l’invio di trenta carri armati. «Devono essere prima preparati» aveva chiarito Scholz a metà maggio, quando gli è stato chiesto come mai i mezzi non fossero stati spediti. Fonti militari ucraine, a tal proposito, hanno spiegato che il vero motivo era l’addestramento delle truppe.

Secondo Die Welt questo addestramento non inizierà prima del 13 luglio e si concluderà (per i primi 45 soldati ucraini) il 22 luglio. Tardi, quindi, considerando l’incedere dell’esercito russo a est e le difficoltà affrontate dalle truppe ucraine.

L'obiettivo NATO

Domenica, governo e funzionari si sono incontrati per discutere l’aumento del budget militare che consentirà alla Germania di raggiungere l’obiettivo fissato dalla NATO, ovvero il 2% del PIL destinato alle spese militari. Berlino ha bisogno, in particolare, di modernizzarsi sul fronte della guerra informatica. Il tutto, come detto, mentre Scholz è costretto a gestire un polverone di polemiche e accuse.

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