La minaccia di Vladimir Putin e il ruolo di Joe Biden
Per alcuni, Vladimir Putin sta solo bluffando. Altri, invece, hanno letto e interpretato le parole del leader russo come una minaccia seria. E concreta, ovvero possibile. Sì, c’è il rischio che la Russia, in Ucraina, ricorra all’uso di armi nucleari. Lo sa bene Joe Biden, il cui discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, mercoledì, ha assunto toni decisamente seri.
Il presidente degli Stati Uniti ha evocato il diritto dell’Ucraina e degli ucraini. Di esistere come Paese e come popolo. Un diritto, doppio, minacciato dalla guerra e dalla misura estrema menzionata da Putin. Di più, l’annuncio di referendum-farsa nei territori ucraini occupati dalla Russia rappresenta un’ulteriore escalation. Perché, banalmente, come reagirebbe Mosca se l’esercito di Kiev attaccasse zone del Paese che il Cremlino considera casa? Sì, come un assalto alla madrepatria.
Bluff o verità?
Di qui la possibilità, tutto fuorché remota appunto, che Putin possa pescare a piene mani dal suo arsenale nucleare. Vero, è probabile che il Cremlino stia cercando di spaventare (e disunire) l’Occidente, Washington in primis, in merito al sostegno garantito all’Ucraina. Un sostegno che, a distanza di mesi, ha contribuito e non poco a trasformare l’invasione russa in un fallimento. Allo stesso tempo, però, un’altra domanda rimane sul tavolo: e se Putin non stesse fingendo?
La CIA e altre agenzie americane, in particolare, hanno passato anni a studiare la psicologia di Putin cercando, nello specifico, di capire se (e quanto) la sua immagine di macho possa eventualmente spingerlo a prendere decisioni drastiche. Fosse anche solo per rispettare quell’immagine proiettata verso l’esterno. Potrebbe, insomma, esserci anche un fattore, chiamiamolo così, emotivo.
Alle sue spalle, Putin ha una lunga storia di «promesse mantenute» in merito alle minacce comunicate a mezzo stampa. Esperti militari ucraini e occidentali, a tal proposito, hanno sollevato un timore fondato: l’uso di un’arma nucleare tattica limitata come dimostrazione di forza.
Come reagire?
L’Occidente, tutto, a questo punto deve seriamente interrogarsi sull’eventuale reazione di fronte all’uso di un’arma nucleare tattica da parte della Russia. Quali le risposte della NATO, dell’America, allargando il campo del mondo? Quali, soprattutto, pensando che alcuni Paesi dal peso specifico importante, Cina, ma anche India, non sembrano inclini a condannare le azioni russe in Ucraina (eufemismo) né tantomeno a imporre le sanzioni occidentali nei confronti di Mosca.
Qualsiasi uso di un’arma nucleare, leggiamo, rappresenterebbe una svolta epocale nella storia di questa guerra. E non solo. Uno scenario che la destra russa brama da tempo e sul quale, dicevamo, l’Occidente deve chinarsi al più presto. Perché anche un utilizzo limitato avrebbe ricadute enormi. E lascerebbe questa parte del mondo con un punto interrogativo: come rispondere senza innescare uno scambio nucleare completo, come auspica Biden?
Putin come esempio?
Le parole di Putin, concludendo, potrebbero pure ridestare i sentimenti nucleari di altri Paesi e regimi. Ne ha parlato, in un momento storico in cui la non proliferazione nucleare è seriamente in pericolo, proprio Biden: «Una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta». La sfida, per il commander-in-chief, è titanica: è il primo presidente degli Stati Uniti, dopo quarant’anni, costretto a lottare con la paura di una guerra nucleare su vasta scala. Una paura reale, tutto fuorché remota. Parola di Putin.